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ITALIA

Tra Mafia Capitale e Giubileo

Marino: "Con Gabrielli fiducia e stima". Il Prefetto: "Vicenda romana più complessa della Concordia"

Il sindaco, dalle vacanze, affida ad una lettera il suo pensiero in cui rivendica la bontà delle scelte fatte. A Roma il prefetto fa il punto sulla situazione e dice: "Non sono mio compito le scelte politiche"

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Lontano da Roma e ancora in vacanza oltreoceano, il sindaco Ignazio Marino prende carta e penna e, in una lettera inviata a Il Messaggero, risponde ai suoi critici rivendicando quanto fatto sinora. "Abbiamo cambiato tutto, ci siamo dati regole per garantire piena trasparenza", scrive il primo cittadino che sulla discussa 'convivenza' con Franco Gabrielli aggiunge: "Col prefetto rapporto di fiducia e stima".

Ma da Roma, dove Gabrielli sta cominciando a tratteggiare l'organizzazione per il Giubileo che comincerà a dicembre, fanno rumore le parole del Prefetto che, intervenendo ad Agorà su Rai3 dice: "Vicenda romana più complicata di quella della Concordia".

Le parole del Prefetto

"La vicenda romana è molto più complicata di quella della Concordia perché è una vicenda antica che riguarda il Paese, le sue virtù ma le sue tante mancanze", ha detto il Prefetto Gabrielli spiegando: "E' una cosa complicata e non penso di avere i numeri per compiere da solo un'impresa del genere anche perché non ho mai creduto all'uomo solo al comando". "Il Prefetto in questo Paese, per fortuna, non ha i poteri di sciogliere il Comune", ha poi sottolineato Gabrielli ricordando che "il sindaco è uno solo e lo sarà fino a che avrà la fiducia della sua maggioranza, l'attività di vigilanza attiene alle procedure e il Prefetto non entra nelle scelte politiche che rimangono del sindaco esclusivamente". Gabrielli poi si è definto "leale collaboratore e non badante del sindaco", ma non ha potuto fare a meno di notare che "sicuramente non ha fatto bene a Marino" non essere stato a Roma in questi giorni. 

La lettera di Marino
Con il prefetto di Roma Gabrielli "affronteremo le questioni più delicate, verificheremo ciò che ancora c`è da fare sul terreno della legalità e della trasparenza, con lui lavoreremo per realizzare un Giubileo della Misericordia che riempirà di orgoglio i romani e gli italiani". Lo scrive il sindaco di Roma rispondendo alla lettera di Gigi Proietti pubblicata ieri sempre sul Messaggero. Il numero uno del Campidoglio, in vacanza tra Caraibi e Stati Uniti, ripercorre le ultime due settimane calde della Capitale. "Sicuramente è successo un fatto molto grave: i funerali di un uomo della famiglia Casamonica sono stati una esibizione muscolare della criminalità organizzata, un colpo battuto molto rumorosamente", afferma Marino sottolineando che "al di là delle mancanze e delle disattenzioni di cui ha parlato il prefetto, che hanno impedito di comprendere prima cosa sarebbe successo a piazza don Bosco, credo che il segnale delle mafie non sia un segnale di forza ma il tentativo di riaffermare il proprio potere in una fase totalmente nuova. C`è, infatti, l`inchiesta sul cosiddetto Mondo di Mezzo, le sentenze sui clan di Ostia, l`attenzione nuova che lo Stato dedica alla "sfuggente" mafia romana (sfuggente proprio perché molteplice e senza una sola testa)". Ma, per Marino, "c'è l`impegno fermissimo del Campidoglio e mio personale, da due anni, perché sia fatta terra bruciata attorno all`intrico di interessi che ha messo insieme corruzione, pezzi della macchina amministrativa e poteri mafiosi (pesante eredità del sindaco che mi ha preceduto, adesso indagato per associazione mafiosa)". "Abbiamo cambiato tutto", sottolinea il sindaco, "ci siamo dati regole per garantire piena trasparenza, abbiamo voluto una rotazione di tutti i dirigenti (alcuni sono già sospesi dal servizio, su altri avvieremo in accordo col prefetto dei procedimenti disciplinari). Oggi non c`è un euro del Campidoglio speso senza una gara pubblica, verificata anche in collaborazione con Raffaele Cantone, col quale abbiamo firmato (primadella relazione di Alfano) un protocollo di intesa".