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MONDO

Marò, commissione Difesa: "Latorre non tornerà in India". Premier Kerala: saranno giudicati in India

"Massimiliano Latorre non tornerà in India e, anzi, si stanno approfondendo le possibilità per chiedere che anche Salvatore Girone rientri in Italia". Lo ha detto il presidente della Commissione Difesa del Senato Nicola Latorre commentando la scadenza del periodo di permanenza in Italia del militare che è prevista per venerdì prossimo 

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I due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone (Ansa)
Roma

Scade il 16 gennaio la licenza per malattia al fuciliere di Marina Massimiliano Latorre, insieme a Salvatore Girone accusato di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati. Oggi  la Corte Suprema indiana si riunisce per fare il punto sulla vicenda che vede contrapposte Roma e Dehli. Sul tavolo dei magistrati indiani il dossier sulla permanenza in Italia del marò Massimiliano Latorre, il cui permesso per le cure ottenuto dalla fine del 2014 dopo un intervento al cuore a causa di un ictus, accordato dalle autorità indiane, scade questa settimana, il 16 gennaio.        

L'attesa del verdetto indiano è stato però interrotta dalla dichiarazione di Nicola Latorre, senatore del Partito Democratico e presidente della Commissione Difesa di Palazzo Madama. Ieri il senatore ha assicurato che Massimiliano Latorre "non tornerà in India". Sull'affermazione Paola Moschetti, compagna di Latorre, all'Adnkronos dice "nulla da dire, preferisco non commentare quanto detto dal senatore Nicola Latorre".  

Oggi il premier del Kerala, a poche ore dal verdetto della Corte Suprema, ha detto che "i marine italiani hanno commesso un crimine sul territorio indiano e sono tenuti a rispondere alla legge indiana. Oggi stesso il governo del Kerala chiederà al premier Modi di far tornare il marine in India". E' quanto ha detto il premier del Kerala, Oommen Chandy, replicando, riporta la stampa indiana, alle dichiarazioni del presidente della commissione Difesa di Palazzo Madama, Nicola Latorre. "Oggi stesso chiederò al premier di intervenire ed intraprendere passi decisi per riportare indietro i colpevoli", ha aggiunto Chandy parlando ai giornalisti alla vigilia dell'udienza in cui la Corte Suprema indiana si riunisce per fare il punto sulla vicenda che vede contrapposte Roma e Dehli.


Lo svolgimento dell'udienza di oggi sarà condizionato dall'ordinanza del Tribunale del Mare di Amburgo che ha imposto a India e Italia di "sospendere ogni iniziativa giudiziaria".  La Corte Suprema ha precisato che tratterà tre diversi fascicoli riguardanti i due Fucilieri di Marina. Il primo riguarda la causa-madre dopo il trasferimento dal Kerala a New Delhi, a cui è legata la richiesta italiana di rimuovere dall'indagine la polizia antiterrorismo Nia per escludere dal processo la legge indiana per la repressione del terrorismo marittimo (SUA Act). Il secondo fascicolo riguarda una istanza in cui Latorre e Girone sollevano una eccezione di giurisdizione per il loro caso. Il terzo infine contiene un ricorso firmato da un membro dell'equipaggio di nome Kilsariyan in cui si chiede di reintrodurre nel processo "le principali disposizioni" del SUA Act e dell'Admiralty offences (Colonial Act). Alla luce tuttavia della sentenza del Tribunale del mare di Amburgo del 24 agosto 2015 secondo cui "l'Italia e l'India devono sospendere ogni iniziativa giudiziaria in essere e non intraprenderne di nuove che possano aggravare la disputa", è quasi certo che la Corte si limiterà a confermare l'impossibilità di procedere con le questioni in sospeso ed esaminerà la situazione della licenza in Italia di Latorre. Infatti quando il presidente della sezione n.3  Anil R. Dave, fissò, il 26 agosto, una nuova udienza per il 13 gennaio 2016, lo fece proprio in previsione della scadenza della licenza di sei mesi concessa per ragioni di salute a Latorre.