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ITALIA

Nel mirino membri dello cosche reggine

Maxi-operazione contro la 'ndrangheta: 40 arresti in tutta Italia

Le indagini hanno accertato importanti collegamenti con le famiglie di origine da parte di esponenti dell'organizzazione mafiosa con sede in Liguria, attivi soprattutto in settori strategici imprenditoriali come l'edilizia

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Quaranta arresti e numerose perquisizioni in varie regioni italiane, Liguria, Calabria, Lazio, Piemonte: è questo il bilancio di una maxi operazione antimafia della polizia di Stato e della direzione investigativa antimafia. Nel mirino delle forze dell'ordine sono finiti appartenenti ed affiliati alla 'ndrangheta delle cosche reggine "Raso-Gullace-Albanese" e "Parrello-Gagliostro", indagati per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni e società.

Le indagini hanno accertato importanti collegamenti con le famiglie di origine da parte di esponenti dell'organizzazione mafiosa con sede in Liguria, attivi soprattutto in settori strategici imprenditoriali come l'edilizia.

Dalle indagini sono anche emersi contatti degli affiliati con alcuni politici locali, regionali e nazionali di Reggio Calabria, ma anche con funzionari dell'Agenzia delle Entrate e della Commissione Tributaria della città calabrese. Eseguito il sequestro preventivo di beni mobili, immobili, depositi bancari di numerose società riconducibili alle cosche mafiose per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro.

De Raho: "La 'ndrangheta si insinua dovunque si produce ricchezza"
“Quella di oggi è un’operazione particolarmente importante perché colpisce le cosche Raso-Gullace-Albanese e Parrello-Gagliostro attive, rispettivamente, a Cittanova e Palmi ma con significative proiezioni in Liguria dove hanno esponenti stabilmente operativi, ed in Lombardia”. A dirlo il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. “Si infiltrano nell’economia – ha aggiunto – con società fittizie riconducibili alle cosche. Abbiamo trovato persino una società che si occupa di illuminazione e lampade a led. Le cosche sono sempre più evolute verso forme organizzate e differenziate di economia. Non tralasciato alcuna attività che possa produrre ricchezza”.

La Dda di Reggio Calabria aveva chiesto l'arresto, non autorizzato dal gip, dell'onorevole Galati
La Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria aveva chiesto l'arresto di due parlamentari in carica nell'ambito dell'operazione che stamane ha portato in carcere 40 persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni e società. Si tratta del deputato Giuseppe Galati (Ala) e del senatore Antonio Caridi (Gal). Le richieste sono state rigettate dal Gip. Su Caridi, peraltro, pende una richiesta di autorizzazione all'arresto nell'ambito di un'altra inchiesta della Dda reggina, quella denominata "Mamma Santissima". Le richieste d'arresto sono state presentate dal procuratore Capo Federico Cafiero De Raho, dal suo aggiunto Gaetano Paci e dai sostituti Di Palma e Pantano.

Secondo quanto si apprende, nel caso di Galati il Gip non ha ritenuto sufficienti gli elementi necessari per giustificare l'arresto, mentre nel caso di Caridi, sempre sec ondo il Gip, le accuse sarebbero state assorbite nell'ambito della richiesta d'arresto formulata nell'inchiesta "Mamma Santissima".