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ITALIA

La decisione presa all’unanimità

Meredith, Commissione Csm chiede l’apertura di una pratica sul giudice Nencini

Al centro della pratica, le dichiarazioni che il magistrato ha rilasciato in un'intervista a poche ore dal verdetto di condanna per Amanda Knox e Raffaele Sollecito e, dunque, prima del deposito delle motivazioni della sentenza. Stessa richiesta era arrivata anche dai giudici laici di centrodestra di Palazzo dei Marescialli. Ma Nencini si difende

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Roma
La Prima Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso all'unanimità di chiedere al Comitato di presidenza l'apertura di una pratica sul giudice Alessandro Nencini, presidente della Corte d'assise d'appello di Firenze che ha pronunciato, giovedì scorso, la sentenza di condanna per l'omicidio di Meredith Kercher.
 
Al centro della pratica, le dichiarazioni che Nencini ha rilasciato in un'intervista ai giornali pubblicata sabato scorso, a poche ore dal verdetto di condanna per Amanda Knox e Raffaele Sollecito e, dunque, prima del deposito delle motivazioni della sentenza.
 
Anche i laici di centrodestra di Palazzo dei Marescialli (ad eccezione di Annibale Marini), hanno predisposto un documento sollecitando l'apertura di una pratica per verificare se vi siano i presupposti per l'avvio di una procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità.
 
Sarà quindi il Comitato di presidenza, la cui prossima riunione è fissata per mercoledì mattina, prima del plenum, a decidere se autorizzare o meno l'apertura del fascicolo con la trasmissione degli atti alla Prima Commissione.
 
L’esposto della difesa di Sollecito sull’intervista del giudice
La difesa di Raffaele Sollecito presenterà un esposto nei confronti del giudice Alessandro Nencini per le interviste rilasciate dopo la sentenza dell'appello bis. I legali si rivolgeranno al Csm, al procuratore generale presso la Cassazione e al ministero della Giustizia, ritenendo che l'intervista abbia violato la Camera di consiglio e che le parole di Nencini abbiano evidenziato un "pregiudizio" nei confronti del giovane.
 
Il giudice Nencini si difende
In mattinata, il magistrato si era difeso sostenendo che intendeva solo chiarire le voci circolate sulla Camera di consiglio. Nencini ha precisato di aver incontrato casualmente alcuni giornalisti nei corridoi del Palazzo di giustizia che gli avrebbero riferito di voci e illazioni sulla durata della Camera di consiglio.

“Ho avuto con loro un breve colloquio destinato, nelle mie intenzioni, a chiarire possibili equivoci – ha detto il giudice - Di questo mi assumo la responsabilità, riaffermando che non ho inteso anticipare in alcun modo le motivazioni della sentenza. In particolare non ho espresso alcun giudizio sulla strategia processuale delle difese degli imputati. Anzi l'unico riferimento, peraltro riportato nell'articolo apparso sul Messaggero, è quello in cui ho affermato che gli imputati sono stati difesi nel processo 'ad altissimo livello'”.
 
Da qui un’ulteriore precisazione di Nencini: “Se le mie parole hanno generato fraintendimenti su questo punto e sulla assoluta legittimità della scelta di un imputato di rendere spontanee dichiarazioni me ne rammarico. Queste precisazioni erano doverose per il rispetto che devo alle persone che con me hanno partecipato al processo e all'Ordine cui mi onoro di appartenere; oltre che per coerenza con la mia storia professionale, fatta di oltre trenta anni di lavoro svolto senza riflettori e senza interviste”.