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MONDO

Il ministro degli Esteri: "Con corresponsabilità, Europa può uscire rafforzata"

Migranti: Gentiloni: "C'è rischio gigantesco che la crisi blocchi il progetto Ue"

In una intervista al quotidiano aiustriaco Der Standard, il capo della Farnesina spiega che "la crisi e le tensioni sono molto più veloci della risposta europea". "La crisi - spiega - va superata "gradualmente organizzando insieme accoglienza, asilo, quote e politica di rimpatrio"

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Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni
Roma
Il rischio che la crisi dei migranti segni la fine del progetto europeo c'è ed è 'gigantesco'. A usare questa espressione, senza mezzi termini, è il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in un'intervista al quotidiano austriaco Der Standard. Secondo Gentiloni, tuttavia, l'Europa può uscire rafforzata da questa crisi a patto che si "smetta di puntare il dito sui vicini e si passi a una corresponsabilità comune su tutti gli aspetti della politica migratoria europea".

Per il titolare della Farnesina, infatti, la crisi va superata "gradualmente organizzando insieme accoglienza, asilo, quote e politica di rimpatrio". "Se invece si preme verso la costruzione di muri e barriere o si punta il dito sui vicini - aggiunge - si corre il rischio di preservare le regole sorpassate di Dublino e di buttare a mare il principio basilare della libertà di circolazione".

Per quanto riguarda hotspot e redistribuzione dei profughi, il ministro spiega che per l'Italia "non sono sufficienti" a risolvere il problema: "Ciò non solo considerando i tanti compiti che dobbiamo svolgere insieme, collaborazione con i Paesi di origine e di transito, gestione della crisi, ecc., ma anche perché la crisi attuale non può essere risolta con le vecchie regole di Dublino, stabilite 25 anni fa". In questo senso per Gentiloni è anche necessaria "una politica di rimpatrio europea", che ripartisca i costi, senza "chiudere gli occhi davanti al fatto che più di un terzo dei migranti in Europa sono migranti economici".