Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Migranti-Monito-Ue-paesi-ricollochino-o-rischio-sanzioni-servono-piu-rimpatri-impedire-la-fuga-947f4938-1956-4f1b-924e-1e4d7286664a.html | rainews/live/ | true
MONDO

Merkel visita Egitto e Tunisia

Migranti. Monito Ue: paesi ricollochino o rischio sanzioni; servono più rimpatri, impedire la fuga

Monito della Commissione Ue a quegli stati che non dovessero dar luogo ai ricollocamenti dei migranti: rischiano procedure di infrazione. Bruxelles sollecita a fare più rimpatri dei migranti irregolari per scoraggiare nuovi viaggi - spiega il commissario Avramopoulos - e ciò allenterà la pressione sui sistemi di asilo dei vari Paesi. La raccomandazione prevede anche sia impedita la fuga di chi rifiutasse il rimpatrio

Condividi
Procedure più rapide, misure più ferme contro i rischi di fuga (trattenendo anche i migranti che rifiutano il rimpatrio), coordinamento fra le diverse autorità nazionali e fra i paesi, nel rispetto dei diritti fondamentali: la Commissione europea ha oggi presentato un piano di azione con la indicazione di azioni concrete per rendere più efficaci i rimpatri dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale. Si tratta dei cosiddetti "migranti economici", quelli che arrivano in Europa alla ricerca di un lavoro e non perchéin fuga da situazioni di guerra o persecuzione.

Per loro non ci sarà la possibilità di restare e perché il sistema dei rimpatri funzioni meglio di quanto avvenuto finora la Commissione, facendo seguito al vertice di Malta di un mese fa, ha messo a punto una serie di indicazioni che i paesi dovranno attuare nei prossimi mesi: un rapporto sui progressi fatti sarà pubblicato "al più tardi in dicembre". 

Avramopoulos, Italia e Grecia ancora sotto pressione 
Anche se i flussi di migranti in arrivo sulle coste del Mediterraneo orientale sono diminuite per effetto dell'accordo Ue-Turchia, "l'Italia e la Grecia restano sotto pressione": lo ha sottolineato il commissario Ue per gli Affari interni e l'immigrazione, Dimitris Avramopoulos. Illustrando i tre rapporti sull'avanzamento delle politiche Ue di gestione dell'immigrazione in vista del vertice della prossima settimana, Avramopoulos ha richiamato i paesi a completare lo schema di ricollocamento di 160 mila profughi da Italia e Grecia. "È possibile - ha detto - ci vuole solo la volontà politica dei paesi. Ieri ho mandato una lettera a tutti i governi chiedendo di accelerare: il meccanismo finisce a settembre, ma il loro impegno non finisce e se non sarà rispettato dovranno pagare il conto". 

La Commissione europea avvisa i paesi che non hanno ancora rispettato il loro dovere di accoglienza dei profughi da Italia e Grecia, secondo lo schema della redistribuzione per quote approvato nel 2015, e ricorda che si tratta di un "obbligo giuridico". L'esecutivo di Bruxelles sottolinea che "non esiterà a utilizzare i poteri conferiti alla Commissione dai trattati nei confronti di coloro che avranno disatteso gli obblighi che derivano dalle decisioni del Consiglio, e segnala che l'obbligo giuridico di ricollocare i migranti che ne hanno diritto non finirà dopo la scadenza di settembre". Lo schema prevede la redistribuzione, entro il settembre di quest'anno, di 160mila rifugiati da Italia e Grecia; finora ne sono stati ricollocati soltanto 13.546, di cui 3.936 dalla Italia e 9.610 dalla Grecia. Neanche i paesi più "accoglienti", come Francia e Germania, si sono avvicinati ai numeri previsti dal meccanismo. 

Ue chiede ulteriore azioni su Mediterraneo centrale 
La Commissione europea chiede di intensificare l'azione dell'Unione europea nel Mediterraneo centrale per cercare di arginare il flusso di migranti che dalle coste del Nord Africa arrivano in Italia. In un documento approvato in vista del Consiglio europeo del 9 e 10 marzo, l'esecutivo comunitario sottolinea che la "chiave" per arginare i flussi è una "cooperazione continua e più significativa con Egitto, Tunisia e Algeria". La Commissione "continuerà a dialogare con i paesi terzi" usando "tutte le politiche e gli strumenti sua disposizione", in linea con il nuovo quadro di partenariato sulle migrazioni adottato nel giugno del 2016.

L'esecutivo comunitario rivendica "progressi tangibili" con i cinque paesi prioritari dell'Africa - Etiopia, Niger, Nigeria, Mali e Senegal - ma chiede di rafforzare gli sforzi affinchè la strategia sulle migrazioni dia risultati. Lungo la rotta del Mediterraneo centrale, con progetti per 200 milioni di euro, si sta lavorando per gestire meglio le migrazioni, continuare a salvare vite umane, rafforzare la lotta contro i trafficanti e offrire protezione ai migranti che ne hanno bisogno. Un altro elemento della strategia e' aumentare i rimpatri volontari. L'attenzione maggiore è stata dedicata alla Libia. Oltre all'operazione Sofia, che ha iniziato a addestrare la guardia-costiera libica, la Commissione sostiene un programma dell'Organizzazione Internazionale delle Migrazione per il rimpatrio umanitario e la reintegrazione di 5 mila migranti bloccati in Libia.

"Partnership è la parola chiave", ha detto l'Alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini. L'intenzione della Commissione è di rafforzare il lavoro con i paesi della cintura del Sahel e alla frontiera meridionale della Libia.

Ue, mancano risorse umane e materiali per Frontex 
Un altro allarme arriva dalla Commissione: l'agenzia europea di guardiacoste e guardie di frontiera di Frontex soffre di una "penuria di risorse umane e materiali" e i paesi Ue devono rispettare il loro "fermo impegno politico" di porvi rimedio "entro la fine di marzo". 

Migranti e Libia al centro di visita Merkel in Egitto e Tunisia
Crisi migratoria e stabilizzazione della Libia saranno al centro della visita in Egitto e in Tunisia della cancelliera tedesca Angela Merkel, attesa oggi al Cairo e domani a Tunisi. "Senza la stabilizzazione politica della Libia, non riusciremo a contrastare i trafficanti di esseri umani che agiscono in Libia e che sono responsabili della maggior parte degli arrivi in Italia - ha detto sabato scorso la Merkel - l'Egitto, come istituzione regionale e come potenza regionale, svolge un ruolo importante, così come l'Algeria e la Tunisia". Merkel era attesa il 20 febbraio scorso ad Algeri, ma la visita è stata rinviata per problemi di salute del presidente algerino Abdelaziz Bouteflika.