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POLITICA

Seconda lettura alla Camera

Riforme, minoranza Pd verso il sì al ddl Boschi. M5S diserta l'aula. No di Fi, Lega e Sel

Fermento all'interno del Pd sul voto di domani. Mentre le maggioranza dem voterà con convinzione 'sì' al ddl Boschi, la minoranza ne ha discusso fino all'ultimo. Lega e Forza Italia contro il ddl Boschi anche se alcuni parlamentari azzurri potrebbero discostarsi dalla linea di Berlusconi. M5S pronto a disertare Montecitorio

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A meno di clamorosi colpi di scena martedì a mezzogiorno la Camera approverà in seconda lettura le riforme costituzionali. Riforme che contengono la revisione del Titolo V della Costituzione e la trasformazione dell'attuale Senato in una Camera delle Regioni. Ma il voto avviene all'insegna della divisione dei principali gruppi parlamentari. Nel Pd la sinistra interna voterà a favore, ma - in un clima di tensione - rimarcherà le proprie critiche al testo. 

Oggi il presidente Pd Matteo Orfini ha spiegato che si sarebbe cercato "fino all'ultimo minuto" di trovare "il consenso più ampio possibile". Anche Lorenzo Guerini, vicesegretario dei democratici, si aspetta "il sostegno e l'impegno di tutti". In giornata sono state due le riunioni della minoranza per decidere come comportarsi domani in aula, cosa che evidenzia la forte tensione nel partito che comunque ha deciso di dare il proprio voto favorevole.

Minoranza dem orientata a votare sì
Alfredo D'Attorre aveva proposto di "dare un segnale" al governo non partecipando al voto, ma è prevalsa la linea del capogruppo Roberto Speranza. "Se fossimo stati contrari all'impianto - spiega Giuseppe Lauricella - avremmo dovuto votare sempre no. E invece abbiamo anche ottenuto l'approvazione di nostri emendamenti". Pippo Civati sul suo blog ha annunciato che non votera il ddl, ma Cesare Damiano questa sera ha annunciato che "l'area riformista votera sì". "Al punto in cui siamo arrivati - ha spiegato Davide Zoggia - è difficile non votare la riforma Boschi. Sarà un dissenso contenuto. Non la voteremo in cinque o sei: io, D'Attorre, Fassina, ma è ancora da decidere. La battaglia si sposta ora sulla legge elettorale".

FI verso il "no" ma si spacca
In casa azzurra la situazione non cambia di molto. La riunione del gruppo, convocata da Renato Brunetta, ha ribadito che martedì dagli azzurri arriverà un "no", sulla linea dettata da Berlusconi e Fitto, ma al suo interno il partito si spacca con i verdiniani che propongono l'astensione, mentre qualcuno potrebbe votare sì. Senza contare l'imbarazzo, sottolineato da Manuela Repetti, di votare con la minoranza del Pd, cosa che "snaturerebbe" Fi. E dal Pd, con Ettore Rosato e Marina Sereni, viene giudicato "incomprensibile" il dietro front di Forza Italia ad un testo che ha votato sia in Senato sia in commissione alla Camera.

M5S diserterà l'aula contro la 'schiforma costituzionale'
Il Movimento 5 Stelle ha deciso: domani, quando si votera alla Camera in prima lettura la riforma costituzionale, non entrera in aula. Ad annunciarlo su Facebook F il deputato Danilo Toninelli, che definisce la riforma una "schiforma" e spiega che per i pentastellati entrerà solo lui, in aula, per la dichiarazione finale. "Poi - scrive - me ne andrò. L'auspicio è che se ne stiano fuori anche coloro che con noi hanno lottato per difendere la Costituzione, evitando così di legittimare un truffatore semantico, quale è Renzi, in questo ennesimo attacco alla democrazia". Paradossalmente questa decisione potrebbe aiuta il premier Renzi. Se infatti i deputati Pentastellati fossero presenti domani, e unissero i loro voti contrari a quelli di parte di Fi, di Sel e Lega, renderebbero determinanti i voti dei bersaniani. Non che questi ultimi abbiano intenzioni di votare contro e provocare la bocciature delle riforme, ma in ogni caso potrebbero rivendicare il loro essere determinanti.

Ncd favorevole
Il leader del Ncd Alfano ribadisce la posizione favorevole alle riforme, in vista del voto finale di domani alla Camera sul ddl Boschi. 'Vogliamo essere protagonisti del cambiamento', afferma sottolineando che il voto di domani distinguerà 'il fronte di chi vuole cambiare e quello di chi vuole lo status quo e ci dispiacerebbe se Forza Italia accettasse il diktat della Lega e si schierasse con il no'. 

Lega e Sel ribadiscono che domani voteranno "no"
La Lega domani sarà in aula ed esprimerà il suo voto contrario al disegno di legge Boschi sulla riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione. E' quanto ha annunciato, intervenendo nell'aula della Camera, il capogruppo del Carroccio Massimiliano Fedriga. Il segretario Maroni intanto incalza gli azzurri: "Domani vediamo se sono chiacchiere o è un cambio di strategia che potrebbe cambiare le prospettive politiche". 

Scelta Civica
Infine c'è la grana di Scelta Civica. In maniera plateale i banchi degli ex montiani sono rimasti vuoti dall'inizio della seduta per un'ora e mezzo, nonostante si votassero gli ordini del giorno. Poi per mezz'ora sono entrati il segretario Enrico Zanetti e il capogruppo Andrea Mazziotti, che ha poi assicurato la "presenza massiccia" domani. Un segnale a Renzi, che dall'elezione di Zanetti ha sempre snobbato il partito e il suo nuovo segretario.