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MONDO

Gli elettori hanno sfidato il gelo e la neve per votare

Primarie Usa: nel New Hampshire favoriti Donald Trump e Sanders. Incombe lo spettro Bloomberg

Dopo i risultati dell'Iowa che hanno sconfessato i pronostici dei sondaggi, tutti con il fiato sospeso per l'esito di questa notte sulle consultazioni nel New Hampshire che spesso ha incoronato il futuro presidente Usa

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Grande attesa per l'esito delle primarie per la corsa alla Casa Bianca nel New Hampshire, dopo le sorprese in Iowa che hanno sconfessato i pronostici dei sondaggi.

Hillary Clinton teme un risultato negativo, tanto da scrivere un messaggio ai suoi sostenitori in cui dichiara: "Sarò onesta con voi: siamo di fronte ad una battaglia in salita oggi nel New Hampshire e la nostra squadra sarà testata ma, qualunque cosa accada stanotte, voglio che sappiate che sono orgogliosa del lavoro che abbiamo fatto". La ex First Lady ammette che "ci troviamo di fronte alla concreta possibilità di perdere il New Hampshire", dove nei sondaggi appare come il grande favorito dei Democratici il senatore del Vermont, Bernie Sanders.

Tra i repubblicani, nei sondaggi risulta essere ampiamente in testa Donald Trump sugli avversari Ted Cruz e Marco Rubio. Il  New Hampshire è uno Stato che però riserva spesso delle sorprese per l'alto numero di indecisi e indipendenti.

La consultazione di oggi, che in passato ha spesso incoronato il futuro presidente Usa, vede sullo sfondo la possibile candidatura come indipendente annunciata dall'ex sindaco di New York Michael Bloomberg, disgustato dal livello "banale" dell'attuale campagna elettorale, che considera un "insulto agli elettori". Una decisione che si è riservato di prendere all'inizio di marzo, probabilmente dopo il 'Super Tuesday' che porterà al voto ben 11 Stati, dando indicazioni più solide rispetto a quanto non sia possibile dedurre dalle sole tornate dell'Iowa e del New Hampshire.

E' probabile che Bloomberg scenda in campo se dovessero prevalere le ali estreme dei due partiti, rappresentate da Sanders e Trump, accomunati - anche se con proposte e toni diversi - dalla lotta all'establishment politico e finanziario. Una posizione condivisa apparentemente anche dal senatore ultraconservatore del Texas Ted Cruz, che tuttavia continua a ricevere forti appoggi economici da quel mondo di interessi che a parole contesta.

In ogni caso Sanders e Trumpn incarnano una ampia fetta dell'elettorato americano deluso, arrabbiato, inquieto sul fronte della sicurezza, dell'immigrazione, dell'occupazione, del peggioramento delle condizioni della middle class. Con il rischio di derive populiste, come in Europa. 

La corsa tra i repubblicani sembra tutta concentrata sul secondo posto, dopo che i sondaggi davano all'incontenibile Trump tra gli 11 e i 21 punti di vantaggio. Cruz, vincitore dei caucus, le assemblee di elettori, in Iowa davanti a Trump si contende il secondo posto con tre 'moderati' come il giovane senatore della Florida Marco Rubio, che aspira a diventare il candidato dell'establishment repubblicano, il governatore dell'Ohio John Kasich e l'ex governatore della Florida Jeb Bush, figlio e fratello di due presidenti. 

Tra i democratici, Hillary Clinton, che ha vinto di un soffio nell'Iowa, negli ultimi sondaggi è dietro a Sanders tra i 12 e i 26 punti. Del resto l'anziano senatore che 'scalda' il cuore dei giovani gioca quasi in casa.

Gli elettori hanno sfidato il freddo e la neve per votare in questo piccolo Stato (1,3 milioni di abitanti) 'liberal' e moderato, che storicamente ha una delle percentuali di affluenza più alte del Paese e che quest'anno dovrebbe far registrare un nuovo record, secondo il segretario di Stato Bill Gardner. In palio pochi delegati (24 per i democratici, 23 per i repubblicani) ma la posta in gioco è molto più alta perché queste primarie, le prime vere del Paese, definiranno la nuova geografia della corsa alla Casa Bianca.