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POLITICA

Domenica il voto in 7 regioni

Regionali, i nomi degli "impresentabili". Renzi: "Sulla legalità non prendiamo lezioni da nessuno"

La commissione Antimafia comunicherà solo venerdì l'elenco dei candidati da escludere. Diffusi però i nomi dei quattro pugliesi. Si riapre caso De Luca in Campania: una sentenza della Cassazione potrebbe ostacolare il candidato del centrosinistra in caso di vittoria

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Renzi in Umbria
Nel giorno in cui escono le prime anticipazioni sui nomi degli impresentabili alle prossime regionali - si vota il 31 maggio in 7 regioni - Renzi dall'Umbria respinge ogni accusa al Pd. "Sulla legalità non prendiamo lezioni da nessuno - afferma il segretario dem nel corso di un evento per la campagna elettorale di Catiuscia Marini - questo è il Pd, è legalità. C'è chi la combatte a parole, chi con i fatti".

La lista completa delle persone non candidabili in base al codice di autoregolamentazione approvato all’unanimità a settembre dalle forze politiche uscirà venerdì. Oltre ai quattro in Puglia, ci sarebbero almeno 13 candidati in Campania. 

I quattro "incandidabili" in Puglia
I quattro candidati in Puglia segnalati dalla Commissione Antimafia come impresentabili sono: Giovanni Copertino (Forza Italia, circoscrizione Bari); Fabio Ladisa (Popolari per Emiliano,circoscrizione Bari); Massimiliano Oggiano (Oltre con Fitto, Schittulli presidente, circoscrizione Brindisi) e Enzo Palmisano (Movimento politico per Schittulli, area popolare, circoscrizione Brindisi). 



Caso De Luca in Campania
Ad agitare le acque è anche il caso di Vincenzo De Luca, candidato del centrosinistra in Campania. La Cassazione ha stabilito che devono essere i giudici ordinari a esprimersi sui ricorsi contro l’applicazione della legge Severino su incandidabilità, sospensione e decadenza e non il Tar. La novità potrebbe creare problemi all’ex sindaco di Salerno, condannato lo scorso 21 gennaio - pena sospesa - a un anno di reclusione e a un anno di interdizione dai pubblici uffici per abuso di ufficio. Se dovesse vincere, dovrà subito dopo essere sospeso. Un ricorso al Tar avrebbe probabilmente potuto sbloccare la questione in pochi giorni, dato che l'orientamento finora era stato abbastanza univoco: accogliere i ricorsi, sospendere le sospensioni e investire della questione i giudici costituzionali. I tempi della giustizia ordinaria sono invece molto più lunghi: una decisione arriverebbe solo dopo molti mesi, rischiando di aprire nel frattempo un vuoto istituzionale in Campania.