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POLITICA

Ncd con le opposizioni

Responsabilità toghe, Pd e M5s bocciano gli emendamenti di Forza Italia

'Nuova maggioranza' in Commissione Giustizia Senato sul ddl

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Un emendamento a prima firma del senatore FI Caliendo, che di fatto riproponeva l'obbligo di motivazione per i giudici che si discostano dalle sentenze delle sezioni unite della Cassazione e sul quale il Governo aveva espresso parere contrario è stato bocciato in Commissione Giustizia al Senato dai componenti del Pd e del M5s. A favore dell'emendamento hanno invece votato Ncd, FI, Lega, Sc e PI. Con questa 'nuova maggioranza' il Pd e il Governo superano una prima proposta di modifica sull'obbligo di motivazione. Tra i voti favorevoli all'emendamento Caliendo anche quello del relatore del ddl Enrico Buemi (Psi).

Non sono bastate quindi due settimane per spegnere la battaglia a Palazzo Madama sulla responsabilità delle toghe, con Ncd che sembra convergere con le posizioni delle opposizioni, a cominciare da quella di FI. 
Lo scontro è riemerso in tutta la sua veemenza in commissione, chiamata a votare gli emendamenti del Governo e i subemendamenti successivamente presentati. La commissione, su richiesta della senatrice ex M5S Maria Mussini è stata sospesa per l'imminente voto di fiducia sullo Sblocca Italia e quindi aggiornata. Ma sono bastate poche decine di minuti perché riemergesse uno stallo che rischia si rallentare l'iter
del ddl su un materia sulla quale, tra l'altro, è stata aperta una procedura d'infrazione dall'Ue. I tempi, insomma, restano stretti anche se il ministro della Giustizia Andrea Orlando, presente in commissione, sull'ipotesi di un decreto si è mostra prudente: "Credo ci siano le condizioni per evitarlo".

Ad innescare lo scontro è ancora l'emendamento all'art.2 del governo, secondo cui "fermo quanto previsto dal comma 3 (ossia i casi di colpa grave per violazione manifesta della legge e del diritto Ue o per travisamento della prova - ndr) e salvi i casi di dolo, nell'esercizio delle funzioni giudiziarie non può dar luogo a responsabilità l'attività di interpretazione di norme di diritto né quella di valutazione del fatto e delle prove". In una direzione opposta va invece il subemendamento presentato dal relatore Buemi e da Caliendo poi, che ripropone, di fatto, l'obbligo di motivazione per i giudici che si discostino dalle Sezioni Unite della Cassazione. E sulla proposta di modifica il governo ha infatti espresso parere negativo. Ma Ncd e, secondo fonti parlamentari anche Scelta Civica e Pi, sarebbero pronti a votare la proposta Buemi, spaccando così la maggioranza. "Riteniamo indispensabile che, se ci si discosti dall'interpretazione delle Sezioni unite della Cassazione si debba almeno dare una motivazione", spiega Carlo Giovanardi. Sulla stessa posizione, inoltre, si assestano Forza Italia, Lega Gal, con il M5S che mantiene un prudente il silenzio e il Pd, invece, che sposa con convinzione la tesi del Governo.

La riforma "mantiene la responsabilità indiretta con una possibilità di una vera rivalsa e senza cambiare la natura della nostra Costituzione, che non prevede una gerarchia tra i vari gradi di giudizio compreso quello della Cassazione nella parte relativa alle motivazioni della sentenza", spiega Giuseppe Lumia, capogruppo Dem in commissione. Resta de vedere se, una volta riunitasi questa sera, la commissione riuscirà a trovare un punto di incontro prima di andare al voto degli emendamenti che, al di là della frattura politica, rischiano ora di non avere nemmeno i numeri per il sì finale della commissione.