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ITALIA

Consiglio Comunale

Roma, Marino in bilico: possibili dimissioni dalla carica di sindaco

Carla Ruocco, esponente del direttorio M5s, ha dichiarato: "Gli assessori del Pd nella Giunta Marino si sono dimessi" ma l'annuncio è stato smentito dai democratici ma  Esposito dichiara: "Non vedo grandi possibilità di andare avanti".

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Ignazio Marino (ansa)
Roma
Secondo alcune fonti Ignazio Marino potrebbe lasciare la carica di sindaco della Capitale d'Italia. A breve si terrà l'incontro tra il commissario del Pd Matteo Orfini e il segretario Sel Paolo Cento. A quanto si apprende i due si sono sentiti e hanno
concordato questa linea: attenderebbero un passo indietro del sindaco Ignazio Marino entro le 16, altrimenti all'ordine del giorno della loro riunione ci sarà la possibilità di sfiduciare in Aula il primo cittadino. 

Questa mattina, Carla Ruocco, esponente del direttorio M5s, ha dichiarato: "gli assessori del Pd nella Giunta Marino si sono dimessi". Ma è arrivata subito la smentita: "È una notizia falsa. Non ci siamo dimessi, siamo in attesa delle
valutazione del sindaco Marino", ha chiarito l'assessore ai Trasporti di Roma, nonché senatore del Pd, Stefano Esposito. L'esponente dell'ala renziana del Pd ha però fatto chiaramente capire che la Giunta potrebbe avere le ore contate: "Non vedo grandi possibilità di andare avanti. Si è manifestato un quadro che non consente di andare avanti con forza e autorevolezza", ha aggiunto.

La tanto attesa seduta dell'Assemblea capitolina prevista per questa mattina, dopo esser stata rimandata di ora in ora, è stata infine fissata per domani (tra le 10 e le 14) per mancanza del numero legale, anche al quarto appello. 

Nello schema disegnato dal Pd in queste ore, l'amministrazione capitolina andrebbe al voto in tempi brevi. Non è esclusa la data della prossima primavera. Intanto il governo dovrebbe commissariare il comune e il nome che circola in ambienti dem è quello del prefetto di Roma Gabrielli.

Marino aveva risposto alle polemiche sulle spese sostenute con la carta di credito del Comune di Roma annunciando di voler pagare di tasca propria. Il sindaco rinuncerà anche alla carta di credito intestata al Comune. Durante la giunta di ieri ha annunciato che pagherà i 20mila euro spesi per rappresentanza in questi due anni. "Li ho spesi nell'interesse della città. È di questo che mi si accusa? Bene, ho deciso di regalarli tutti di tasca mia a Roma e di non avere più una carta di credito del Comune a mio nome", ha detto.

Le spese di rappresentanza del sindaco sono finte nel mirino di Fratelli D'Italia e Movimento 5 Stelle che hanno presentato esposti per peculato. La Procura ha quindi aperto un fascicolo ma senza ipotesi di reato né iscritti. Nell'esposto di FdI si parla di cene "alcune delle quali - è detto nell'atto - probabilmente non istituzionali", e di spese "di tintoria per il lavaggio dei capi indossati in occasione di visite di Stato e ufficiali (997 euro), l'acquisto di calici e pissidi per ricorrenze e celebrazioni religiose (2.200 euro), buffet-lunch con una federazione sportiva (7.143 euro). 

Le indagini sono ancora alla fase delle "verifiche", il Pm acquisirà tutta la documentazione relativa all'aumento del massimale, da 10mila a 50mila euro, di utilizzo mensile della carta di credito in dotazione al primo cittadino. Gli inquirenti di piazzale Clodio dovranno accertare se Marino abbia sostenuto spese con la carta di credito del Comune al di fuori dei fini istituzionali, come sostengono i firmatari degli esposti, e per questo motivo, oltre ad esaminare la documentazione sull'aumento del plafond sentiranno, come testimoni, anche i titolari degli esercizi ai quali fanno riferimento i giustificativi di spesa.