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ITALIA

Il Campidoglio e le inchieste

Nomine a Roma, Salvatore Romeo interrogato per 5 ore. "La polizza vita alla Raggi? Chiarito tutto"

 Si è concluso in piena notte l'interrogatorio dell'ex Capo della Segreteria del Sindaco di Roma. Nel corso dell'atto istruttorio e' stato chiesto all'ex fedelissimo di Raggi delle nomine in Campidoglio e in particolare della sua. Dopo la vittoria di M5S alle elezioni amministrative Romeo, attivista grillino e dipendente comunale, passo' grazie a una delibera della giunta da funzionario a 39 mila euro annui a capo segreteria della sindaca a 120 mila euro

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Nel giorno del caso Berdini va avanti l'inchiesta sulle nomine in Campidoglio e intorno alla Sindaca di Roma e alla sua squadra non si placano le polemiche.

E' stato interrogato per oltre cinque ore in procura a Roma Salvatore Romeo, ex capo della segreteria politica di Virginia Raggi indagato per abuso d'ufficio in concorso con la sindaca nell'inchiesta sulle nomine dell'amministrazione M5S.    L'interrogatorio fa seguito a quello fiume di Raggi una settimana fa, durato otto ore. Romeo, accompagnato dal legale Riccardo Luponio, e' arrivato poco prima delle 20 di ieri e ne e' uscito dopo l'una, dopo aver risposto alle domande del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Francesco Dall'Olio. Era presente anche il capo della Squadra mobile di Roma, Luigi Silipo.  




 Nel corso dell'atto istruttorio e' stato chiesto all'ex fedelissimo di Raggi delle nomine in Campidoglio e in particolare della sua. Dopo la vittoria di M5S alle elezioni amministrative Romeo, attivista grillino e dipendente comunale, passo' grazie a una delibera della giunta da funzionario a 39 mila euro annui a capo segreteria della sindaca a 120 mila euro.    L'interrogatorio si e' incentrato anche sulle polizze vita: a Romeo e' stato chiesto in particolare perche' ne intesto' due per complessivi oltre 30 mila euro a Raggi nel gennaio 2016, quando l'avvocatessa ed ex consigliera comunale era in corsa per diventare la sfidante M5S per il Campidoglio. La questione non costituisce reato, ha fatto sapere la procura giorni fa, ma continuano gli accertamenti: si sospetta ancora che le polizze, tra cui altre intestate ad attivisti M5S, fossero una sorta di finanziamento.    

Romeo ha trascorso ieri diverse ore chiuso nello studio romano del suo legale Luponio a preparare l'appuntamento con i magistrati. L'avvocato si e' detto certo martedi' che il suo assistito avrebbe chiarito tutto, non avendo "nulla da nascondere". Sull'ipotesi di abuso d'ufficio la chiave dell'accusa e' nella delibera della giunta Raggi del 9 agosto 2016, approvata all'unanimita' da sindaca e assessori, che attribuiva a Romeo il nuovo incarico, senza specificare il compenso triplicato ma rimandando a discipline contrattuali. Ancora prima delle verifiche effettuate dalla procura, la nomina di Romeo era stata criticata, l'estate scorsa, dall'allora assessore al bilancio Marcello Minenna e anche dall'allora capo di gabinetto di Raggi, Carla Raineri, in un esposto alla procura di Roma, dopo essersi dimessa il 1 settembre per contrasti insanabili con la sindaca e il duo Romeo-Raffaele Marra.    

Quest'ultimo, prima vice capo di gabinetto e poi alla guida del personale del Campidoglio, potrebbe essere stato l'ispiratore del sistema delle nomine. E' indagato per abuso d'ufficio assieme a Raggi - accusata anche di falso in atto pubblico - per la scelta del fratello Renato, vicecapo della polizia municipale, alla testa della direzione turismo del Comune. Marra - in carcere da meta' dicembre per presunta corruzione in una vicenda precedente l'amministrazione M5S - sara' sentito nei prossimi giorni dal procuratore aggiunto Ielo e dal sostituto Dall'Olio.    

"Non temo nulla di cio' che potra' essere detto", ha dichiarato ieri la sindaca. A legare Romeo e Marra, oltre a un rapporto lavorativo che data almeno al 2013 - come ha affermato il primo, funzionario nel dipartimento del quale il secondo era direttore -, numerose conversazioni in chat in cui sembrano lavorare alle nomine. "Ci stavamo preparando per governare la citta', se avessimo vinto le elezioni", ha detto Romeo giorni fa in un'intervista, precisando che non era "un progetto mio e di Marra, ma della squadra capitanata da Virginia Raggi". In questo clima di vittoria annunciata, visti i sondaggi favorevoli a M5S, Romeo intesto' delle polizze vita non solo a Raggi, ma anche ad amici e attivisti del movimento, per 130 mila euro in tutto. Con causali come "motivi affettivi" per Raggi e di fantasia in altri casi. Nei giorni scorsi ha negato che fossero una forma di finanziamento politico occulto. I pm gliene hanno chiesto conto nell'interrogatorio iniziato ieri sera e finito in nottata.


Berdini, dimissioni respinte con riserva
"Respingo le dimissioni di Paolo Berdini". Così il sindaco Virginia Raggi, dopo aver incontrato l'assessore all'Urbanistica, chiedendogli chiarimenti dopo quanto pubblicato stamane da "La Stampa". "Lui si è scusato e ha rimesso il suo mandato", aggiunge la sindaca di Roma che ha respinto le dimissioni con riserva.

"Ho avuto modo di chiarire con Berdini - ha spiegato - che si è scusato, era mortificato. Probabilmente non voleva dire quello che ha detto". Ma, hanno incalzato i cronisti, Berdini ha ammesso di aver detto quelle cose? "Si è molto scusato - ha ripetuto la sindaca - che vi devo dire, con la cenere in capo e i ceci sotto le ginocchia...". 

In precedenza, Berdini aveva dichiarato: "Ho incontrato Virginia Raggi in Campidoglio: le ho ribadito la stima che merita. Provo profonda amarezza per la situazione che si è venuta a creare. Ne ho preso atto e, pertanto, ho rimesso il mandato conferitomi dalla sindaca lo scorso luglio. Una conversazione carpita dolosamente da uno sconosciuto che non si è nemmeno presentato come giornalista e durante la quale avrei persino affermato di essere amico del procuratore Paolo Ielo che non ho mai conosciuto in vita mia". 

"Ci stanno massacrando, un vero e proprio linciaggio mediatico che si sta scatenando proprio nel momento in cui l'amministrazione comunale prende importanti decisioni che cambiano il modo di governare questa città - aggiunge - Da mesi il sottoscritto lavora per riportare la materia urbanistica e l'affidamento degli appalti pubblici nella più assoluta trasparenza".

"È questo il programma della nuova amministrazione: un'azione limpida che evidentemente crea problemi ad alcuni gruppi di potere". "Non sto a raccontare di pesanti insulti e minacce che ricevo quotidianamente in rete, ora siamo passati anche alle trappole. Questo è il rischio che corrono coloro che vogliono rompere vecchi e consolidati equilibri di spartizione che non abbiamo mai accettato e non accetteremo mai", prosegue l'assessore.

Raggi: non ho timore di perdere altri pezzi giunta
"Io non ho paura". La sindaca di Roma Virginia Raggi ha risposto con queste parole ai cronisti che le hanno chiesto se abbia paura di perdere altri pezzi di giunta. Raggi, entrando nella sala per il convegno con i sindaci M5S e Luigi Di Maio, ha aggiunto in merito all'assessore Berdini che ha rimesso il mandato: "Ho respinto le dimissioni, leggete il comunicato".

"Rimettere in moto Roma come spingere treno a mani nude"
La sindaca è intervenuta durante la presentazione del sito web per raccogliere i risultati raggiunti dalle amministrazioni comunali a guida M5s. "Sono particolarmente contenta di essere qui - ha detto Virginia Raggi - ci eravamo impegnati a realizzare questo sito e ci siamo riusciti. Le nostre non sono promesse ma sono impegni. Visto che il sito è aperto a tutti, sfidiamo le nostre città a imitarci. Roma era una città piena di difficoltà e immobile. Rimettere in moto la macchina è come spingere un treno a mani nude, ma per farlo ci vuole tempo". Così Raggi.

Di Biase (Pd): basta sceneggiate, i romani chiedono di essere governati
"La Sindaca Raggi sbatte Berdini dietro la lavagna e respinge le dimissioni. Poi riparte il solito vittimismo da sindrome di accerchiamento cui il M5S ci abituati da mesi. Non ci stancheremo mai di ripetere che Roma ha necessità e urgenza di essere governata". È il commento della capogruppo del Pd capitolino, Michela Di Biase.

"Ribadiamo la necessità che la Sindaca venga in aula e riferisca alla città cosa succede nella sua giunta e nel suo staff. I romani di queste sceneggiate hanno le tasche piene".