ITALIA
All'Istituto Polesani
Rovigo, dieci arresti per maltrattamenti in una casa di cura per anziani
L'indagine, partita dalla denuncia di alcuni familiari insospettiti da lividi ed ecchimosi presenti sul corpo degli assistiti, ha scoperto che all'interno della casa di cura i maltrattamenti e le violenze erano la norma
Dieci ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dalla polizia nei confronti di altrettanti operatori sanitari in servizio nella struttura sanitaria assistenziale 'Istituti Polesani' di Ficarolo (Rovigo) Gli operatori sanitari sono ritenuti responsabili di maltrattamenti nei confronti dei loro assistiti. L'indagine ha preso il via dalla denuncia presentata lo scorso anno da alcuni parenti delle vittime che avevano notato lividi ed ecchimosi sul corpo dei loro familiari ospiti della struttura.
Due persone, inservienti della struttura, sono stati fermati all'interno della stessa mentre, gli altri otto arrestati, sono stati prelevati dalle loro abitazioni.
I successivi accertamenti hanno fatto emergere una situazione estremamente preoccupante: i maltrattamenti, consistenti in schiaffi, pugni, spintoni, tirate di capelli, umiliazioni e vessazioni, erano all'ordine del giorno.
Dalle indagini è definitivamente emerso che la violenza e la brutalità nei confronti di pazienti inermi erano elevate a sistema e la struttura sanitaria, in apparenza modello di funzionalità, era in realtà un luogo di tortura.
Alle richieste di chiarimenti da parte dei familiari della vittime sulle lesioni riscontrate sui ricoverati, il personale dell'Istituto si giustificava, ogni volta, sostenendo che gli ospiti si erano infortunati a causa delle precarie condizioni fisiche, derivanti da problematiche motorie o da malattie psichiatriche.
Le indagini sono tutt'ora in corso per accertare eventuali responsabilità di altre persone, anche esterne alla struttura.
Due persone, inservienti della struttura, sono stati fermati all'interno della stessa mentre, gli altri otto arrestati, sono stati prelevati dalle loro abitazioni.
I successivi accertamenti hanno fatto emergere una situazione estremamente preoccupante: i maltrattamenti, consistenti in schiaffi, pugni, spintoni, tirate di capelli, umiliazioni e vessazioni, erano all'ordine del giorno.
Dalle indagini è definitivamente emerso che la violenza e la brutalità nei confronti di pazienti inermi erano elevate a sistema e la struttura sanitaria, in apparenza modello di funzionalità, era in realtà un luogo di tortura.
Alle richieste di chiarimenti da parte dei familiari della vittime sulle lesioni riscontrate sui ricoverati, il personale dell'Istituto si giustificava, ogni volta, sostenendo che gli ospiti si erano infortunati a causa delle precarie condizioni fisiche, derivanti da problematiche motorie o da malattie psichiatriche.
Le indagini sono tutt'ora in corso per accertare eventuali responsabilità di altre persone, anche esterne alla struttura.