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ITALIA

Il caso

Salone del libro, la sfida di Polacchi: "Non mi piego, ci sarò"

L'editore di Altaforte si ribella all'esclusione dalla buchmesse della sua casa editrice  vicina a CasaPound. La sindaca Appendino: scelto di stare accanto a chi lotta per l'antifascismo

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"Alle 10 sarò al Salone del Libro di Torino per ribadire che la logica di Altaforte non si piega al pensiero unico". Lo annuncia su Facebook Francesco Polacchi, fondatore della casa editrice Altaforte, vicina a CasaPound, esclusa dalla kermesse culturale. "Se avete a cuore la libertà d'espressione - aggiunge - vi aspetto. I libri non devono conoscere censura".

L'annuncio arriva dopo la decisione del Salone di rendere esecutiva la richiesta della Sindaca Chiara Appendino e del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, di "revocare l'ammissione alla casa editrice Altaforte e la conseguente assegnazione degli spazi". Martedì scorso Regione Piemonte e Comune di Torino hanno presentato un esposto contro Polacchi e la procura ha aperto una inchiesta per apologia di fascismo.  

Appendino: scelto di stare accanto a chi lotta per antifascismo
"Sapete che avevamo presentato un esposto nei confronti di Polacchi, ieri durante una riunione di mediazione abbiamo deciso, come istituzioni, di stare al fianco di chi rappresenta la lotta all'antifascismo piuttosto che a chi è denunciato per apologia di fascismo". Così la sindaca di Torino, Chiara Appendino, arrivando al Lingotto all'inaugurazione della 32esima edizione del Salone del Libro. Poi: "Non è una rivalsa nei confronti di Salvini, è una scelta a protezione e tutela del Salone del Libro, di Torino e del nostro Paese". "Questo soggetto - ha aggiunto - ha annunciato che farà causa. Noi faremo valere le nostre ragioni, staremo a fianco degli organizzatori".

Lagioia: la questione è diventata politica
"Siamo passati in cinque, sei giorni da un problema di contrattualistica privata a un problema di politica. La questione dal punto di vista simbolico si era fatta talmente grande che è anche giusto che sia passata al livello politico e quindi il presidente Chiamparino e la Appendino hanno preso una decisione politica. E per come si erano messe le cose è la decisione migliore". Lo ha detto il direttore editoriale del Salone del Libro di Torino, Nicola Lagioia al suo arrivo al Lingotto nel giorno d'inaugurazione della Fiera preceduta da infinite polemiche.

La rescissione del contratto con AltaForte
La Città di Torino e la Regione Piemonte, soci fondatori del Salone del Libro, hanno chiesto e ottenuto dalla associazione 'Torino, la città del libro' dal Circolo dei Lettori e dal Comitato di indirizzo del Salone del Libro che organizzano la manifestazione, di rescindere il contratto con la casa editrice AltaForte. La richiesta, si legge in una nota, "alla luce della situazione che si è venuta a creare, che rende impossibile lo svolgimento della prevista lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, e alla forti criticità e preoccupazioni espresse dagli espositori in relazione alla presenza e al posizionamento dello stand di AltaForte". "E' necessario tutelare il Salone del Libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone", conclude la nota.

Altaforte: "Richiesta assurda, faremo causa"
"E' una richiesta assurda, abbiamo pagato lo stand e siamo giustamente al Salone del Libro. Se dovessero rescindere il contratto, faremo causa. E, ovviamente, la vinceremo". Francesco Polacchi, editore di Altaforte, commenta così la richiesta di Città di Torino e Regione Piemonte agli organizzatori della buchmesse di rescindere il contratto con la sua casa editrice, vicina a Casapound. "Non so perché è stata fatta questa richiesta - afferma - Non siamo né razzisti né antisemiti e vogliamo confrontarci con gli altri". 

Inchiesta in procura per apologia di fascismo
Intanto la Procura della Repubblica di Torino ha aperto un procedimento penale a carico di Polacchi per apologia di fascismo, a seguito dell'esposto presentato dal sindaca di Torino e dal presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, sulle frasi di Polacchi "io sono un fascista" e  "l'antifascismo è il vero male di questo Paese". Dichiarazioni fatte nel corso di una trasmissione radiofonica.