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MONDO

Lo ha deciso la Procura di Braunschweig

Scandalo emissioni Volkswagen. In corso perquisizioni in sedi e fabbriche tedesche

L'obiettivo, ha fatto sapere l'ufficio del procuratore, è di trovare documenti e dati sulla manipolazione delle emissioni diesel. Audizione al Congresso americano del numero uno di Volkswagen Usa, Michael Horn: ammetterà che nel 2014 era già a conoscenza dei problemi legati alle emissioni

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Wolfsburg (Germania)
Lo scandalo Volkswagen è sempre più intricato. Dopo le inchieste, le ammissioni di colpe, il richiamo di milioni di vetture da parte della casa automobilistica tedesca, ora anche le perquisizioni ordinate dalla Procura di Braunschweig. Nella sede principale di Wolfsburg e anche in altre sedi e fabbriche in Germania. Obiettivo, ha riferito l'ufficio del procuratore, è trovare e archiviare dati e documenti utili sulla manipolazione delle emissioni diesel. Sono tre i procuratori che stanno lavorando sul fascicolo d'inchiesta in collaborazione con lo stato federale della Bassa Sassonia.

Al momento Volkswagen sta verificando se il software installato in circa 8 milioni di veicoli diesel in Europa sia servito a manipolare le emissioni come accaduto negli Stati Uniti. La casa automobilistica ha ammesso soltanto che il software è in grado di riconoscere se l'auto è in laboratorio o su strada. "Stiamo lavorando intensamente sulle soluzioni tecniche", ha detto un portavoce in risposta a quanto scritto da  Sueddeutsche Zeitung, ovvero che il software è servito per imbrogliare nei test anche in Europa. 

Audizione di Michael Horn, numero uno di Volkswagen Usa: già sapeva dei problemi emissioni
Intanto negli Stati Uniti, proprio dove è stato scoperto lo scandalo grazie all'Epa, il numero uno di Volkswagen Usa, Michael Horn, secondo quanto riporta il New York Times, già nella primavera del 2014 era a conoscenza dei problemi legati alle emissioni. Secondo il quotidiano americano Horn a quel tempo era stato informato di "una possibile non conformità delle emissioni", ma gli era stato detto anche che gli ingegneri della società avrebbero lavorato con l'Environmental Protection Agency per risolvere il problema. Sempre nel 2014 - scrive ancora il Nyt - gli fu detto che i team tecnici di Volkswagen avevano un piano specifico per rendere i veicoli conformi. Quella di Horn, che oggi parlerà davanti al Congresso Usa, sarà quindi un'ammissione di colpa. Lo farà in un'audizione volontaria in calendario nelle prossime ore dinanzi alla commissione Energia e Commercio del Congresso Usa e alla Sottocommissione per la Vigilanza e le Indagini.

Horn riconoscerà di avere saputo che l'Environmental Protection Agency stava conducendo test per verifica la possibilità di manipolazione del software e esprimerà le scuse per l'utilizzo di un software illegale. "Questi eventi sono profondamente inquietanti. Non pensavo che una cosa del genere fosse possibile al gruppo Volkswagen. Abbiamo incrinato la fiducia dei nostri clienti, concessionari e dipendenti, così come il pubblico e le autorità di regolamentazione." Inoltre, Horn confermerà come la Volkswagen si assume la piena responsabilità per le proprie azioni e la volontà di lavorare con la commissione del Congresso, con l'Environment Protection Agency, con la California Air Resources Board e le altre agenzie governative. Il ceo di VW negli Usa comunque sottolineerà come il software illegale non crei problemi di sicurezza al veicolo.