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ITALIA

La circolare

Strage Charlie Hebdo, innalzata la sicurezza in Italia

Le novità sono contenute in una circolare del capo della Polizia, Alessandro Pansa, inviata a prefetti e questori su tutto il territorio nazionale, d'intesa con il ministro dell'Interno Angelino Alfano

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polizia (archivio)
La sorveglianza è stata innalzata già nei giorni scorsi ma verrà intensificata. Sale il livello di sicurezza in Italia, dopo quanto avvenuto in Francia, anche se non c’è alcun segnale specifico di attentati imminenti nel nostro Paese. Le novità sono contenute in una circolare del capo della Polizia, Alessandro Pansa, inviata a prefetti e questori su tutto il territorio nazionale, d'intesa con il ministro dell'Interno Angelino Alfano.
 
Le misure
L'indicazione è di verificare l'esistenza e la rispondenza di una serie di misure di sicurezza: blindature, metal detector e videosorveglianza collegata con le sale operative delle forze dell'ordine per gli obiettivi sensibili come edifici di culto e preghiera (chiese e sinagoghe), scuole religiose (con specifico riferimento a quelle ebraiche), ma anche organi di informazione ritenuti a rischio. Viene chiesta anche la sensibilizzazione del personale incaricato dei servizi di vigilanza agli obiettivi ad adottare "specifiche misure di autotutela e di disporre anche l'utilizzo dei giubbotti antiproiettile".
 
Necessaria rivisitazione delle disposizioni di sicurezza
"L'attuale scenario internazionale, con particolare riferimento agli episodi avvenuti in Francia, necessita - è detto nella circolare - di una rivisitazione delle disposizioni di sicurezza e degli obiettivi da sottoporre a vigilanza".  Il capo della polizia invita, dunque, "a promuovere urgentemente" riunioni tecniche di coordinamento per raccogliere indicazioni al fine di individuare tutti gli obiettivi sensibili. Misure che si affiancano al monitoraggio costante degli ambienti più radicali legati all'estremismo islamico.
 
Una prima circolare era stata inviata nel giorno della strage di Charlie Hebdo
La nuova circolare integra e amplia quella che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza aveva già inviato a prefetti e questori il giorno della strage di Charlie Hedbo. Il 7 gennaio si chiedeva di rafforzare le misure di vigilanza a tutte le sedi istituzionali, con particolare riferimento a quelle di Stati Uniti, Francia e Israele. Attenzione era stata raccomandata anche su aeroporti, porti e stazioni, luoghi di culto - a cominciare dal Vaticano - e di ritrovo, e per le sedi degli organi di informazione. Oltre che ai confini con la Francia.
 
Controlli indirizzati in particolare a contrastare una eventuale insidia dei cosiddetti "lupi solitari" ritenuti al momento il rischio più grande anche perché imprevedibile, come fu ad esempio nel 2009 quando il libico Mohammed Game tentò l'assalto alla caserma Santa Barbara di Milano.
 
Foreign fighters

L'altro fronte dal quale i nostri apparati di sicurezza temono possano arrivare i rischi maggiori è quello dei foreign fighters, i combattenti che rientrano dai fronti di guerra della Siria, dell'Iraq e dell'Afghanistan. Alfano ha detto che sono 4 i "combattenti" con passaporto italiano (uno morto in Siria nel 2013) tra i quali ci sarebbe anche una giovane donna italiana, nata in Campania e che ha vissuto nell'hinterland milanese. Si tratta di Maria Giulia S., che dopo un percorso di radicalizzazione ha cambiato il suo nome in 'Fatima'.