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MONDO

Ankara

Turchia, Erdogan contro Gulen. Perquisiti i media e 14 arresti

In manette sostenitori del leader religioso, avversario del presidente. Mogherini: "Gli arresti contro i valori Ue". Dipartimento di Stato Usa: "Libertà di stampa è chiave della democrazia, non va violata"

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La polizia turca ha effettuato una serie di arresti nell'ambito di un'operazione contro esponenti politici e giornalisti legati al suo acerrimo nemico Fethullah Gulen. Il blitz in 13 città turche ha condotto in carcere almeno 14 persone, compresi i dirigenti di un canale televisivo vicino a Gulen. Una perquisizione è stata compiuta anche nella redazione del quotidiano Zaman. Una volta saputo dell'operazione, una folla si è radunata fuori dalla sede del giornale di Gulen a Istanbul e costretto la polizia a lasciare l'edificio senza aver fatto alcun arresto.

Il blitz giunge dopo una settimana in cui i poteri di Erdogan sono aumentati. Come  annunciato dal suo braccio destro e deputato del partito islaimco Akp Binali Yildirim, dal 2015 il capo dello Stato, e non più solo il premier, potrà presiedere le riunioni del Consiglio dei ministri. A fine novembre aveva fatto discutere la notizia che Erdogan ha deciso di dotarsi di quello che è stato definito "governo ombra", vale a dire di una squadra incaricata di monitorare l'operato del governo e riferire al presidente su tematiche specifiche e dotata anche di poteri propositivi.

Saranno istituite nuove direzioni speciali presso la presidenza e saranno nominati consiglieri incaricati di valutare il lavoro dei vari ministeri e di redigere rapporti in proposito. Al vertice di questa rete ci sarà il vice segretario generale della presidenza, che a sua volta risponde direttamente a Erdogan. Alcune questioni che Erdogan considera fondamentali, come i negoziati con i curdi del Pkk e la lotta allo "stato parallelo" che i seguaci del religioso Fethuallah Gulen avrebbero creato in Turchia, saranno di competenza più o meno esclusiva della direzione speciale per gli affari interni, che Erdogan ha affidato a un suo uomo di fiducia, il segretario generale della presidenza Ibrahim Kalin.

In una nota l'Alto Rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, ed il commissario alla politica di vicinato Johannes HahnI denunciano che i raid della polizia turca e gli arresti dei giornalisti e dei rappresentanti dei media "vanno contro i valori europei e gli standard a cui la Turchia aspira di fare parte". 

Anche il Dipartimento di Stato Usa condanna la violenza contro i media e in un comunicato afferma che "la libertà di stampa, processi giusti e un sistema giudiziario indipendente sono elementi chiave in ogni democrazia. Come alleati e amici della Turchia - scrive ancora - chiediamo alle autorita' turche di assicurare che le loro azioni non violino questi valori chiave e le fondamenta democratiche
del paese".