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ITALIA

Inter-Napoli

Ultrà morto a Santo Stefano: uno degli arrestati chiama in causa il capo Curva dell'Inter

Nel carcere milanese di San Vittore interrogatorio dei tre ultras interisti arrestati per rissa aggravata e altri reati a seguito degli scontri del 26 dicembre prima della partita Inter- Napoli. Nei confronti del capo tifoseria nero-azzurra non sono stati presi provvedimenti  

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di Tiziana Di Giovannandrea
Uno dei tre ultras interisti arrestati, per rissa aggravata ed altri reati a seguito degli scontri nel giorno di Santo Stefano prima della partita Inter- Napoli, Luca Da Ros, 21enne, ha fatto il nome di uno dei presunti ispiratori dell'attacco alla carovana dei Van dei tifosi napoletani rispondendo alle domande del gip di Milano Guido Salvini, nel carcere di San Vittore, durante l'interrogatorio di convalida. Si tratterebbe di uno dei leader della Curva dell'Inter. 

L'uomo, leader della Curva dell'Inter, il cui nome è Marco Piovella, indicato come organizzatore degli incidenti dall'ultras arrestato per gli incidenti prima di Inter-Napoli, si è recato spontaneamente nel pomeriggio in Questura assieme al suo legale, Mirko Perlino. Piovella, dopo le sue dichiarazioni sull'agguato ai tifosi del Napoli, ha lasciato la Questura di Milano. Nei suoi confronti non sono stati presi provvedimenti. Sostanzialmente, secondo quanto riferito ai cronisti dal suo avvocato,: "Ha semplicemente ammesso di aver partecipato agli scontri. Punto. Qualche descrizione l'ha data, ma ha smentito di essere l'organizzatore" ha specificato il legale. 
 
Gli scontri tra tifosi di Inter e Napoli sono culminati, come noto, con un morto, il 39enne Daniele Belardinelli, e 4 feriti. In aggiunta, a più riprese a San Siro, durante la partita, ci sono state espressioni razziste contro il difensore partenopeo, il senegalese Kalidou Koulibaly.

La scelta processuale di Luca Da Ros, ha costretto il suo avvocato, Mirko Perlino, a rinunciare al mandato perché incompatibile dopo le dichiarazioni di Da Ros essendo il legale anche di Marco Piovella, il capo degli ultras interisti. L'interrogatorio di Da Ros quindi è proseguito con l'assistenza di un altro legale, l'avv. Alberto Tucci. Il legale ha chiesto che non sia applicata la misura della custodia cautelare in carcere per il giovane incensurato.

La dinamica dei fatti secondo Da Ros
Secondo Luca Da Ros, la vettura che ha investito e ucciso Daniele Belardinelli non apparteneva alla colonna dei tifosi partenopei presa d'assalto nei pressi di via Novara. Davanti al gip il ragazzo ha rappresentato le fasi degli incidenti spiegando che, a suo avviso, la vettura che ha travolto Belardinelli, pur procedendo verso lo stadio Meazza (e non in senso opposto come inizialmente apparso da una prima ricostruzione), non apparteneva alla colonna dei tifosi del Napoli. Infatti da alcune indagini difensive sarebbero emersi dubbi sulla ricostruzione dell'incidente che ha avuto come vittima Daniele Belardinelli, il tifoso del Varese (la cui tifoseria è gemellata con quella nerazzurra) rimasto ucciso dopo essere stato investito da un mezzo il cui conducente è ancora ricercato. La vettura investitrice, probabilmente un Suv, secondo le indagini difensive, sarebbe stata diretta verso lo stadio, non in uscita da Milano, come da una prima ricostruzione parrebbe, e avrebbe invaso la corsia opposta. Comunque rimane sempre da capire, in modo esatto e certo, senza dubbi di sorta, se il conducente della vettura avesse a che fare con gli scontri o passasse per caso.

Posizione degli altri due arrestati
Hanno ammesso di esser stati presenti agli scontri ma hanno precisato di non aver avuto contatto con i tifosi napoletani Franceco Baj, 31 anni e il suo coetaneo Simone Tira, gli altri due ultras dell'Inter arrestati in relazione agli incidenti prima di Inter-Napoli in via Novara a Milano. Assistiti dall'avvocato Antonio Radaelli, davanti al gip Guido Salvini i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e hanno rilasciato dichiarazioni spontanee. 

Daniele Belardinelli: acquisito audio di ultras del Napoli su scontri
Sul fronte delle indagini sulla morte di Daniele Berardinelli è stato acquisito ed è al vaglio degli inquirenti un audio 'senza censure' che riporta il commento di un ultras napoletano nei momenti immediatamente successivi agli scontri avvenuti prima di Inter-Napoli, a 2 chilometri di distanza dallo stadio di Milano il 26 dicembre, ed a causa dei quali ha trovato la morte Berardinelli.

L'audio è circolato inizialmente nel pomeriggio del 28 dicembre su un sito di ultras napoletani ma alcuni nomi dei presenti ai fatti erano stati coperti. Nella serata del 28 dicembre, invece, su una emittente televisiva sportiva e su un sito degli ultras dell'Inter l'audio è stato mandato in onda senza censure ed immediatamente acquisito dalla Polizia di Stato. 

Nell'audio si può ascoltare- oltre a frasi, commenti e valutazioni su quanti fossero i feriti e sulle modalità degli scontri, che hanno visto coinvolti nei fatti grosso modo 100 tifosi napoletani (stesso numero di quelli interisti)- il palese riferimento ad un presunto gruppo della curva del Napoli: 'La paranza del Barone' ed al: 'Furgone di Carmine'.  Nel concitato racconto degli eventi si parla anche di una 'breve tregua' negli scontri e durante questa breve pausa i tifosi napoletani avrebbero dato l'opportunità ai tifosi interisti di 'riprendersi uno che sembrava morto' (forse Berardinelli?) e per questo sarebbero stati 'applauditi' dagli interisti.