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MONDO

Braccio di ferro a Caracas

Venezuela. Maduro esclude nuove elezioni. Guaidò: aiuti umanitari dal 23 febbraio

L'Aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sul Venezuela, risultato di un accordo fra M5s e Lega. Il testo impegna il governo "a sostenere gli sforzi diplomatici al fine di procedere, nei tempi più rapidi, alla convocazione di nuove elezioni presidenziali libere, credibili e in conformità con l'ordinamento costituzionale". Il ministro degli Esteri Moavero ha spiegato che per l'Italia le ultime elezioni, che hanno rieletto Maduro, "sono illegittime". Maduro dice ancora 'no' agli aiuti umanitari, Guaidò ordina: entreranno nel Paese dal 23 febbraio

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No a nuove elezioni presidenziali, no all'ingresso in Venezuela degli aiuti umanitari: Nicolas Maduro, in un'intervista alla Bbc, ribadisce le proprie posizioni. "Qual è la logica, il ragionamento per ripetere un'elezione?", è ladomanda retorica del leader chavista. Quanto agli aiuti, a suo parere sarebbero un modo per gli Stati Uniti di giustificare un loro intervento: "Fanno parte di questa farsa - ha detto -, ecco perché diciamo loro che non vogliamo le loro briciole, il loro cibo tossico, i loro avanzi".

Guaidò repica: sì agli aiuti 
"Il 23 febbraio gli aiuti umanitari entreranno in Venezuela". Lo annuncia Juan Guaidò, presidente ad
interim del Venezuela, davanti a migliaia di persone a Caracas. "Da oggi, Roraima in Brasile diventa il secondo punto di raccolta degli aiuti. Poi ci sarà un terzo punto e poi un quarto", aggiunge Guaidò. Attualmente, è attivo un punto di raccolta a Cucuta, in Colombia. Guaidò si rivolge ai militari, affinché non ostacolino l'ingresso degli aiuti: "Devono entrare, sì o sì.... Generali, colonnelli, tenenti colonnelli, capitani, maggiori, sergenti, truppe... questo ordine è per voi: permettete l'ingresso degli aiuti umanitari", dice.

Conte: serve prudenza, l'Italia non è isolata
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte precisa, nell'Aula del Parlamento Europeo: "Ci viene detto che l'Italia è isolata sul Venezuela - afferma - attenzione: l'Italia non è isolata, ma ha contribuito al comunicato dell'Alto Rappresentante del 26 gennaio. Attenzione, perché molti vogliono anticipare la storia, ma occorrerebbe prudenza, perché non sappiamo quale sarà l'evoluzione della situazione in Venezuela".
"Noi abbiamo le idee chiare - continua Conte - per noi le elezioni presidenziali del 2018 non sono state democratiche, e non le abbiamo riconosciute. Chiaro? Occorrono nuove elezioni presidenziali e servono le condizioni perché siano credibili: le vogliamo al più presto. Abbiamo consapevolezza del fatto che la popolazione venezuelana sta soffrendo". E ancora: "Siamo parte attiva del gruppo di contatto e disponibili alla mediazione. Ma attenzione alla fretta di incoronare qualcuno, perché così si polarizza e si radicalizza lo scontro".

Moavero: condanniamo violenze, nuove elezioni
"La posizione del governo italiano è favorevole ad un clima che possa favorire una riconciliazione nazionale pur rimanendo ferma nella condanna delle violenze, nella chiara richiesta di nuove elezioni presidenziali credibilie nel non riconoscimento delle elezioni che si sono tenute in precedenza". Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi nell'informativa al Senato sulla crisi inVenezuela dopo quella in mattinata alla Camera.

Inviati Guaidò, grazie all'Italia per richiesta voto
"Ringraziamo il popolo italiano, il parlamento, il presidente Mattarella ed il ministro Moavero per l'appoggio alla richiesta di elezioni presidenziali al più presto e il riconoscimento dell'assemblea nazionale come unico organo legittimo in Venezuela. Questo sostegno è una forza per la lotta del nostro popolo, per recuperare la democrazia". Lo ha detto Francisco Sucre, uno degli inviati di Juan Guaidò a Roma, alla Stampa Estera. Sucre è il presidente della commissione esteri del parlamento venezuelano. 

Le manifestazioni
Il governo di Nicolas Maduro ha convocato  una manifestazione a Caracas, per respingere la "minaccia di un intervento imperialista" che si nasconderebbe dietro alla richiesta di ingresso di aiuti umanitari. In piazza anche i sotenitori di Juan Guaidò.