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MONDO

Venezuela, appello di Maduro all'esercito: "Sia più unito che mai"

In un discorso davanti a qualche migliaio di soldati, il presidente venezuelano avverte le forze armate di "essere pronte" in caso di un attacco da parte degli Usa

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Le Forze armate nazionali bolivariane (Fanb) devono essere "più unite che mai" dopo la fallita rivolta dell'opposizione di martedì scorso. Lo ha detto il presidente venezuelano Nicolas Maduro durante il suo discorso in un centro di addestramento militare nella città di Pao, nello Stato di Cojedes, nel Venezuela centrale.

"Non siamo un Paese debole o indifeso, siamo un Paese con forze armate potenti, che ora devono essere più unite, più solidali e più fedeli che mai", ha scandito Maduro davanti a qualche migliaio di soldati. Accompagnato dal ministro della Difesa, Vladimir Padrino, da alti comandanti militari, il capo dello Stato - la cui legittimità viene messa in discussione dal capo dell'opposizione Juan Guaidò e da una cinquantina di Paesi della comunità internazionale - ha affermato che l'unità del Paese è necessaria perché "c'è un impero americano che cerca di governare tutta l'America". Maduro ha quindi avvertito le forze armate di "essere pronte" in caso di un attacco da parte degli Usa, "pronte a difendere la patria con le armi in mano se un giorno l'impero nord-americano oserà toccare questa terra, questo suolo sacro".

La visita alla base militare di Pao arriva in un contesto di particolare tensione dopo che il presidente del Parlamento Guaidò ha cercato nei giorni scorsi di far scattare una sommossa militare. Oggi il leader dell'opposizione ha invitato i suoi sostenitori a manifestare di fronte a diverse caserme della capitale per chiedere ai militari di dare il loro sostegno alla rivolta, contribuendo a rovesciare il governo di Maduro.    E' a questo che si è riferito Maduro quando ha chiesto ai cadetti di "fare attenzione ai traditori, ai traditori e alle quinte colonne" e di dimostrare una lealtà "attiva".  Dopodiché, il presidente si è rivolto a Washington, accusata di aver avviato "una guerra non convenzionale per indebolire il Venezuela", mentre sarebbe in corso "una cospirazione con un sacco di soldi volta a indebolire, dividere e distruggere le Forze armate bolivariane dall'interno", facendo ricorso  "a un gruppo di traditori e golpisti".