ITALIA
Il caso
"Via Tavecchio, evviva Tavecchio", le reazioni alle parole del presidente Ficg
Arcigay ed ebrei italiani contro il presidente federale che però viene difeso dall'ambasciatore israeliano in Italia e da Giovanardi
Da "Ora basta, Tavecchio se ne vada" sino a "Tavecchio non è antisemita". E' una valanga di reazioni quella che si scatena alle frasi del presidente della Federcalcio su ebrei e gay che hanno dato il via ad una nuova bufera sul leader Figc non nuovo ad uscite 'infelici'. Ma se le associazioni omosessuali sono unite nella condanna delle parole e della persona, nella comunità ebraica ci sono accuse e difese.
E se immediata è arrivata la condanna degli ebrei italiani: "Fatto gravissimo e un danno di immagine immenso per la credibilità dello sport nazionale e delle sue istituzioni", dice il presidente, Renzo Gattegna, diametralmente opposta la posizione dell'ambasciatore d'Israele in Italia Naor Gilon che difende Tavecchio: "A Carlo Tavecchio noi di Israele abbiamo chiesto aiuto al congresso Fifa, lui ce l'ha dato e non ha avuto timore a dirlo pubblicamente. Sul resto - aggiunge - non entro nel merito". "In Israele - aggiunge Vittorio Pavoncello, presidente del Maccabi Italia - Tavecchio è un eroe, per essersi schierato in Fifa contro la richiesta della Palestina di escludere Israele".
A chiedere le dimissioni del presidente federale sono invece l'Arcigay ("Tenete Tavecchio lontano da posti di responsabilità nello sport") e il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino: "Qualcuno lo fermi". Mentre decisi nella condanna sono il senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura e Sport di Palazzo Madama: "Il calcio ha bisogno di guida autorevole"; e Lapo Elkann: "Parole vergognose. Lo sport deve unire le religioni e le nazioni e soprattutto chi lo rappresenta ha il dovere di farlo. Sempre".
Più garantista infine Carlo Giovanardi, secondo il quale "prima di linciare bisogna chiarire l'accaduto". E una onlus che lavora in Kenya ricorda il sostegno pieno di Tavecchio all'organizzazione che si occupa di 200 bambini.
E se immediata è arrivata la condanna degli ebrei italiani: "Fatto gravissimo e un danno di immagine immenso per la credibilità dello sport nazionale e delle sue istituzioni", dice il presidente, Renzo Gattegna, diametralmente opposta la posizione dell'ambasciatore d'Israele in Italia Naor Gilon che difende Tavecchio: "A Carlo Tavecchio noi di Israele abbiamo chiesto aiuto al congresso Fifa, lui ce l'ha dato e non ha avuto timore a dirlo pubblicamente. Sul resto - aggiunge - non entro nel merito". "In Israele - aggiunge Vittorio Pavoncello, presidente del Maccabi Italia - Tavecchio è un eroe, per essersi schierato in Fifa contro la richiesta della Palestina di escludere Israele".
A chiedere le dimissioni del presidente federale sono invece l'Arcigay ("Tenete Tavecchio lontano da posti di responsabilità nello sport") e il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino: "Qualcuno lo fermi". Mentre decisi nella condanna sono il senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura e Sport di Palazzo Madama: "Il calcio ha bisogno di guida autorevole"; e Lapo Elkann: "Parole vergognose. Lo sport deve unire le religioni e le nazioni e soprattutto chi lo rappresenta ha il dovere di farlo. Sempre".
Più garantista infine Carlo Giovanardi, secondo il quale "prima di linciare bisogna chiarire l'accaduto". E una onlus che lavora in Kenya ricorda il sostegno pieno di Tavecchio all'organizzazione che si occupa di 200 bambini.