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ITALIA

Intercettazioni

Omicidio di Yara, Bossetti: "Se son certi che quello è il mio Dna è un guaio"

Il muratore di Mapello, in una intercettazione, parlando in carcere con la moglie Marita Comi e il cognato Agostino afferma: "Loro dicono che è stata picchiata sulla testa, seviziata, violentata". E dopo aver negato qualsiasi sua responsabilità, Bossetti aggiunge: "Però se son certi è un guaio!"

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"Se sono certi è un guaio". Si riferisce alle tracce del Dna trovate sugli slip e sui leggins di Yara Massimo Bossetti, il muratore di Mapello (Bergamo) accusato di aver ucciso la ragazzina scomparsa a Brembate di Sopra il 26 novembre 2010 e ritrovata morta tre mesi dopo in mezzo alle sterpaglie di un campo a Chignolo d'Isola.  

Le intercettazioni
Bossetti, in una intercettazione agli atti dell'inchiesta della Procura di Bergamo, nel luglio scorso in un colloquio in carcere con la moglie Marita Comi e il cognato Agostino (fratello della donna) ad un certo punto afferma: "Loro dicono che è stata picchiata sulla testa, seviziata, violentata". E Marita: "No...no...no". Bossetti prosegue: "Ed il mio Dna è sul...basta...la mia fregata è quello!". E dopo aver negato qualsiasi sua responsabilità, il muratore aggiunge: "Però se son certi è un guaio!".

Le immagini del Ris
Intanto, un video inedito mostra il lavoro certosino effettuato dai Ris di Parma. I fotogrammi mostrano il furgone di Massimo Bossetti ripreso dalle telecamere di una ditta di Brembate mentre passa più volte nella zona della palestra. Ma non solo. Le immagini evidenziano il lavoro dei Ris sul furgone di Bossetti, in particolare le ispezioni effettuate sui sedili del mezzo: i Ris hanno "tamponato" con del nastro adesivo il tessuto delle sedute, la giacca e i leggins della piccola Yara Gambirasio. Le fibre rilevate sono state poi comparate e analizzate.