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ITALIA

Il caso

Yara, Bossetti accusa il padre della ragazza uccisa. In un video i nuovi rilievi dei Ris

Il muratore di Mapello (Bergamo), in carcere dallo scorso 16 giugno con l'accusa di essere l'assassino di Yara Gambirasio, nel tentativo di difendersi ha ipotizzato che "sia il pm sia gli inquirenti" volessero "inquinare le prove a suo carico"

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Massimo Bossetti, il muratore di Mapello (Bergamo) in carcere dallo scorso 16 giugno con l'accusa di essere l'assassino di Yara Gambirasio, nel tentativo di difendersi ha gettato ombre sul padre della ragazzina e addirittura arriva ad ipotizzare che "sia il pm sia gli inquirenti" volessero "inquinare le prove a suo carico". Emerge dagli atti dell'indagine, appena chiusa, della procura di Bergamo, nella quale si sostiene "senza ombra di dubbio" che a uccidere la tredicenne scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata morta 3 mesi dopo sia stato proprio il muratore.

Le accuse a Fulvio Gambirasio
Bossetti, come risulta dalle intercettazioni di alcuni colloqui in carcere con i suoi familiari lo scorso agosto, aveva raccontato di aver accennato al suo legale di essere convinto che il padre di Yara, Fulvio Gambirasio, stesse nascondendo qualcosa di "grosso" collocato alla Lopav dei fratelli Locatelli, in quanto, quando era andato nel cantiere di Palazzago per effettuare alcune riparazioni "aveva notato che Fulvio non si era scomposto minimamente" vedendo le forze dell'ordine che in quei giorni stavano cercando la figlia.

Bossetti nel dialogo intercettato qualche mese fa ha anche aggiunto di aver parlato della questione con un uomo che lavorava con lui nel cantiere al quale aveva detto "te, ma non ti sembra strano...c'è il padre qui a lavorare, mentre quando son in giro a cercare la sua ragazza!" In un altro colloquio, datato 27 agosto 2014, il carpentiere di Mapello, mostrando la sua "insofferenza allo stato carcerario" alla moglie Marita Comi e al cognato aveva fatto alcune "alquanto sintomatiche" affermazioni in merito "alla possibilità che sia il pubblico ministero sia gli inquirenti avessero la volontà di inquinare le prove a suo carico anche ricorrendo al prelievo di campioni riconducibili a Yara, magari recuperandoli dalla sua abitazione".

Le immagini del Ris
Intanto, un video inedito mostra il lavoro certosino effettuato dai Ris di Parma. I fotogrammi mostrano il furgone di Massimo Bossetti ripreso dalle telecamere di una ditta di Brembate mentre passa più volte nella zona della palestra. Ma non solo. Le immagini evidenziano il lavoro dei Ris sul furgone di Bossetti, in particolare le ispezioni effettuate sui sedili del mezzo: i Ris hanno "tamponato" con del nastro adesivo il tessuto delle sedute, la giacca e i leggins della piccola Yara Gambirasio. Le fibre rilevate sono state poi comparate e analizzate.