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POLITICA

"Rosatellum bis passerà anche al Senato"

Berlusconi: "Accordo con Salvini, chi avrà più voti indicherà il premier"

Nel caso in cui nessuno vincesse le elezioni, potrebbe esserci la necessità di un governo di larghe intese tra Pd e Fi? "Lo escludo. Il problema - replica Berlusconi - non si porrà nemmeno, perché vinceremo noi"

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"Chi avrà più voti indicherà al capo dello Stato il nome del premier per l'intera coalizione di centrodestra". Lo afferma il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi in una intervista al Corriere della Sera nella quale spiega che è questo l'accordo con la Lega di Matteo Salvini. "Assolutamente" escluse, invece, le larghe intese con il Pd: "Con cinque mesi di campagna elettorale, cui dedicherò tutto me stesso, Forza Italia supererà ampiamente il 20%", spiega. "Salvini è irruento all'esterno. E' quello il suo stile e il suo modo di conquistare consensi, ma quando ci sediamo intorno a un tavolo è un interlocutore serio e ragionevole - sottolinea Berlusconi -. Con lui siamo d'accordo sul fatto che la forza politica del centrodestra che prenderà più voti sarà quella che indicherà al capo dello Stato il nome del premier per l'intera coalizione. Io non ho alcun dubbio sul fatto che quel nome lo dovremo indicare noi. Stiamo valutando diverse figure, ma naturalmente non ne nominerò nessuna, visto il polverone mediatico che si era sollevato quando in passato avevo citato qualche nome solo a titolo di esempio per indicare una tipologia di candidato". Quanto al programma di governo di Forza Italia l'ex premier non ha dubbi: "Meno tasse, meno Stato, meno burocrazia italiana ed europea, più aiuto a chi ha bisogno, più sicurezza per tutti e più garanzie per ciascuno".

Rosatellum bis passerà anche al Senato  
"Direi che senz'altro passerà. Mi pare che esista, come è giusto su questa materia, un consenso vasto e il deplorevole fenomeno dei franchi tiratori si è dimostrato fortunatamente limitato". Certo, ragiona il leader di Forza Italia, "non è la migliore legge elettorale possibile, io avrei preferito un proporzionale puro (20% di voti uguale a 20% di parlamentari) sul quale in passato tutti d'altronde si erano detti d'accordo. Ma oggi questa legge è però il migliore compromesso possibile". "Non potevamo sottrarci alla responsabilità di mandare a votare gli italiani con una legge coerente, come chiesto giustamente anche dal capo dello Stato. L'essenziale è che a questo punto gli elettori dopo quattro governi di sinistra che non sono mai stati votati dagli italiani, possano scegliere la migliore soluzione", sottolinea l'ex premier.

Governo Pd-Fi? Lo escludo, vinceremo noi
"Nel 2013, in ventitré giorni di campagna elettorale, ho fatto ricuperare 10 punti a Forza Italia. Stavolta  abbiamo davanti 5 o 6 mesi che dedicherò principalmente a questo, quindi a far conoscere agli italiani il nostro programma e a farli riflettere su chi sarà in grado davvero di cambiare l'Italia". Nel caso in cui nessuno vincesse le elezioni, potrebbe esserci la necessità di un governo di larghe intese tra Pd e Fi? "Lo escludo. Il problema - replica Berlusconi - non si porrà nemmeno, perché vinceremo noi".

Referendum autonomia: votiamo si, rafforza unità nazionale 
Il 22 ottobre prossimo in Lombardia e Veneto "noi voteremo convintamente sì, perché non è un referendum contro l'unità nazionale, è un referendum che la rafforza. Non eèneanche un referendum di parte, raccoglie consensi  trasversali. Nulla a che vedere con la Catalogna, un dramma che io spero si risolva pacificamente e nel quadro della legalità costituzionale spagnola", dice il leader di Forza Italia."Nel caso della Lombardia e del Veneto si tratta di dare più
potere e più competenze ad amministrazioni che hanno dimostrato di funzionare bene. Questo non è egoismo regionale - prosegue l'ex premier -: se le due locomotive d'Italia funzionano meglio, ne guadagna l'intero Paese. D'altronde a me piacerebbe che non solo Veneto e Lombardia, ma tutte le Regioni italiane, potessero godere di maggiore autonomia, di poteri più chiari e definiti. Si compirebbe quel federalismo che è nei nostri programmi dal '94 e che abbiamo già provato ad introdurre nella riforma varata nel 2005, ma bocciata poi dalla sinistra per ragioni solo ideologiche. La sinistra si comporta sempre così. La politica del 'tanto peggio, tanto meglio' per loro è una costante".