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ECONOMIA

Il presidente della Bce in audizione alla Camera

Draghi: "Verso ripresa stabile. In Italia giustizia troppo lenta e microimprese poco competitive"

Draghi garantisce che gli acquisti di titoli di Stato da parte dell'Eurotower proseguiranno almeno fino al settembre del 2016 e sosterranno la ripresa. All'Italia chiede di accelerare su riforme strutturali: "Occorre assicurare regole certe e stabili e la tutela della legalità"

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Roma
Le misure della politica monetaria stanno facendo il loro effetto. Lo assicura il presidente della Bce Mario Draghi in audizione alla Camera. Presidente Bce che sottolinea positivamente le prospettive di crescita: "in questo momento più favorevoli che negli ultimi anni", dice. Vi sono infatti segnali che "la ripresa debole e disomogenea acquisti ora forza e stabilità". Draghi garantisce inoltre che gli acquisti di titoli di Stato da parte dell'Eurotower proseguiranno almeno fino al settembre del 2016 e "comunque fino a quando non vedremo un tracciato dell'inflazione che si avvicina durevolmente al nostro obiettivo", caro vita inferiore ma vicino al 2 per cento.

Draghi che quindi ripete il suo mantra: la politica monetaria da sola non basta, dice, tornando a sollecitare l'Italia sulle riforme. "Sono stati fatti interventi, ci sono stati progressi, ma occorre continuare su questa strada, occorre assicurare regole certe e stabili e la tutela della legalità" afferma davanti alle commissioni riunite Bilancio, Finanze e Politiche dell'Unione europea a Montecitorio. La Bce infatti "crea le condizioni economiche migliori per fare le riforme strutturali".

Qe efficace, avanti fino a settembre 2016
"Intendiamo continuare con questi acquisti fino alla fine di settembre del 2016 o fino a quando l'inflazione non si avvicina durevolmente ai nostri obiettivi - ha aggiunto - le misure fino ad ora adottate si sono dimostrate efficaci".

"Chi pensa all'addio all'euro pensi allo spread a 500 punti"
Chiuderci nei nostri confini, sottolinea il presidente della Bce, non serve. La crescita si era fermata ben prima dell'ingresso nell'euro in molti paesi. Lo spread che l'Italia pagava a fine 2011, con un rendimento del Btp decennale pari al 7% contro il 2% tedesco, era pari a 500 punti e "per inciso, questo spread di 500 punti base è esattamente lo spread che abbiamo pagato per 15 anni in media prima di entrare nell'euro, quindi chi vuole fare paragoni ha un primo strumento" ha dichiarato Draghi.

Giustizia troppo lenta e microimprese poco competitive
Il tessuto produttivo dell'Italia è sbilanciato su "microimprese" il cui numero riflette anche il quadro normativo e giudiziario. "I tempi dei processi influiscono sulla volontà di erogazione del credito alle aziende. In media in Italia una causa richiede 5 anni, a fronte di 1 anno in Germania, Francia e Spagna", ha rilevato il presidente della Bce Draghi. "Esistono studi secondo cui il dimezzamento della lunghezza dei processi farebbe crescere le imprese tra l'8 e il 12 per cento", ha spiegato.

Troppe banche e cda
Per il presidente Draghi "un consolidamento" del sistema bancario italiano ha "argomenti forti. Parlando in audizione alla Camera Draghi rileva come fino a poco fa l'Italia aveva "750 banche che sono 750 cda e ogni cda ha minimo 5 membri: una banca ne aveva 19 qualche anno fa, tutto questo sistema lo pagano i clienti".

Italia ha alzato tasse e tagliato investimenti 
L'Italia, come altri, ha consolidato i propri conti aumentando le tasse e tagliando gli investimenti pubblici, "mentre la spesa corrente continua ad aumentare" ha detto ancora Draghi, che condivide "pienamente" la necessità di più investimenti pubblici.