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MONDO

La guerra delle capesante

Brexit. Crisi dei pescherecci: la Gran Bretagna convoca l'ambasciatrice francese

Ieri la Francia ha annunciato misure di ritorsione per la questione delle licenze post-Brexit. Il Segretario di Stato francese per gli Affari Europei: "Regno Unito capisce solo linguaggio della forza. Tolleranza zero"

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Si aggrava la crisi sui diritti di pesca tra Francia e Gran Bretagna, con Londra che stasera ha convocato
l'ambasciatrice francese, Catherine Colonna.

Il governo di Boris Johnson - riportano i media britannici - ha condannato le minacce francesi "ingiustificate" e ha espresso "rammarico per il linguaggio conflittuale che è stato costantemente utilizzato dal governo francese su questo tema, il che non facilita la soluzione di questa situazione".

Nelle scorse ore le autorità francesi hanno sequestrato un peschereccio britannico sorpreso a pescare nella baia della Senna senza le autorizzazioni necessarie. La barca e il suo equipaggio sono stati scortati al porto di Le Havre dalla polizia marittima. Il Regno Unito ha definito una violazione del diritto internazionale la minaccia della Francia di bloccare le barche britanniche.

La "guerra delle capesante"
Questa notte due pescherecci inglesi sono stati fermati dalla gendarmeria marittima francese durante i controlli nella Baia della Senna e uno è stato dirottato verso il porto di Le Havre. Il primo è stato solo multato per "intralcio ai controlli", mentre il secondo rischia sanzioni penali, il sequestro del natante e la confisca del prodotto della pesca perché non sarebbe in possesso di una licenza valida.  

Questi controlli, consueti "durante la stagione della pesca delle capesante", fanno anche "parte dell'inasprimento dei controlli nella Manica, nell'ambito delle discussioni sulle licenze con il Regno Unito e la Commissione europea", ha precisato il ministro francese per il Mare Annick Girardin in un comunicato pubblicato su Twitter.



Il ministro francese del Mare, Annick Girardin, ha assicurato che le misure di ritorsione contro la Gran Bretagna "per difendere i diritti dei pescatori francesi" non sono una dichiarazione "di guerra" ma riflettono la "battaglia" in atto per costringere i britannici a rispettare l'accordo post Brexit.

Giradin ha poi smentito il dato della Gran Bretagna secondo cui il 98 per cento delle licenze di pesca europee richieste sono state concesse: "I britannici hanno soddisfatto 1.913 delle 2.127 domande, quindi il 90 per cento. Tutti quelli lasciati fuori sono francesi, a parte due belgi".

Nelle zone di pesca ancora contese, quelle tra le 6 e le 12 miglia dalle coste britanniche e le Isole del Canale, Londra e Jersey hanno concesso poco più di 210 licenze definitive, mentre Parigi ne chiede ulteriori 200.    

Gli accordi sulla pesca rientrano tra le questioni maggiormente dibattute nel dopo Brexit. L'entrata in vigore dell'accordo sulla Brexit ha fatto decadere l'intesa sottoscritta nel 2004 tra i pescatori bretoni, normanni e inglesi per spartirsi la zona di pesca delle isole del Canale della Manica, in particolare dell'isola di Jersey. L'accordo post-Brexit, concluso in extremis alla fine del 2020 tra Londra e Bruxelles, prevede che i pescatori europei possano continuare a lavorare in alcune acque britanniche a condizione di poter dimostrare che vi pescavano prima dell'uscita della Gran Bretagna dell'Ue, ma la disputa si gioca sulla natura e l'ampiezza delle giustificazioni da fornire. 

Se Londra punta a ottenere maggiore libertà nel settore ittico, Parigi mette sul tavolo anche la questione diplomatica dei rapporti tra Ue e Regno Unito.

Francia annuncia misure di ritorsione
La polemica si è riaccesa dopo che la Francia ha annunciato l'entrata in vigore il prossimo 2 novembre delle prime misure contro le Isole del Canale e Londra se il numero di licenze concesse ai pescatori francesi dovesse rimanere insufficiente. Il contrasto in estate aveva dato luogo persino all'intervento di due cannoniere della Royal Navy, in risposta al tentativo - rapidamente disperso - di una flottiglia normanna di bloccare per protesta l'accesso al porto di una delle isole del Canale legate alla corona.

La Francia si dice "aperta alle discussioni" se Londra "rispetta gli impegni": così ha dichiarato il premier francese, Jean Castex, all'indomani degli annunci sulle misure di ritorsione del governo francese sulle licenze di pesca post-Brexit, ritenute "deludenti e sproporzionate" dai britannici. "Siamo aperti alle discussioni, mattina, pomeriggio e sera"; ha dichiarato Castex, ricordando, ancora una volta, che "i britannici devono rispettare i loro impegni". Il premier si è espresso durante una visita a Lorient, in Bretagna. 

Intanto, il governo Tory di Boris Johnson ha disposto una verifica urgente delle autorità marittime  sulle "circostanze" esatte del sequestro del peschereccio britannico avvenuto in acque francesi su decisione di Parigi, per la presunta mancanza di licenza sulla pesca delle capesante, e del fermo della seconda imbarcazione poi multata e rilasciata. 

Rispondendo a un'interrogazione del ministro ombra laburista Luke Pollard, il ministro per l'Agricoltura, l'Ambiente e la Pesca, George Eustice, ha detto che al momento "è presto" per dire se si tratti di controlli ordinari o di una ritorsione legata alla stretta post Brexit sulle licenze lamentata dai pescatori francesi nelle acque britanniche della Manica e ha ammonito la Francia ad abbassare i toni.  Insomma, lo stop di queste ore è stato interpretato a Londra come una sorta di messaggio trasversale da parte del governo di Parigi.

Segretario di Stato francese: "Tolleranza zero"
Interpellato sulle misure annunciate dalla Francia, il segretario di Stato francese agli Affari europei Clement Beaune ha detto, intervistato da CNews Morning: "Il governo britannico di Boris Johnson capisce solo "il linguaggio della forza". "Ho l'impressione che abbiano capito che si deve tornare al tavolo delle discussioni. Ma se non lo fanno, continueremo", ha aggiunto, precisando di non rallegrarsi affatto di questa situazione: "Non è molto intelligente ma se un partner capisce solo il linguaggio della forza, bisogna usarlo".

Dunque, ha aggiunto, "per le navi britanniche che vogliono scaricare il loro pesce, i loro prodotti della pesca nei nostri porti, sarà finita, con poche eccezioni. Tutti i nostri porti francesi non saranno più accessibili alle navi britanniche". E ancora: “Effettueremo controlli sistematici, doganali, veterinari, di sicurezza in mare per le navi britanniche. Non avremo nessuna tolleranza", ha concluso, spiegando che si procederà anche "a controlli sistematici sui camion in arrivo o in partenza per il Regno Unito".