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MONDO

230 sì e 197 no

Washington, la Camera vota sì all'impeachment per Donald Trump. Lui: "Assalto all'America"

Il presidente Usa entra nella storia: prima di lui altri due casi eccellenti: Johnson e Clinton. Nixon si dimise prima del voto del Congresso. La parola ora spetta al Senato, a maggioranza repubblicana, che probabilmente bloccherà la procedura

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Donald Trump entra nella storia come il terzo presidente degli Stati Uniti sottoposto a impeachment, per abuso di potere e ostruzione del Congresso. Tutti i deputati democratici tranne 3 hanno votato a favore. Compatta l'opposizione dei repubblicani, come lo stesso presidente ha tenuto a rivendicare accusando invece i democratici di essere "consumati dall'odio". Il primo articolo è passato con 230 sì e 197 no.

"E' un grande giorno per la Costituzione - ha osservato la speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi, dopo lo storico voto - un giorno triste per l'America". Il secondo articolo, ostruzione del Congresso, è passato con 229 voti a favore e 198 contrari.

Trump: non ho fatto nulla di sbagliato
Il Senato "ripristinerà l'ordine e la giustizia", "non abbiamo fatto nulla di sbagliato", ha commentato il presidente, anticipando l'assoluzione da parte del Senato, a maggioranza repubblicana, che prenderà ora in carico la procedura.    


I precedenti nella storia Usa
Prima di Trump, sono stati due i presidenti finiti ufficialmente sotto impeachment: Andrew Johnson, nel 1868, per aver tentato di sostituire il ministro della Guerra senza passare dal Congresso; Bill Clinton, nel 1998, per aver mentito sulla sua relazione con una stagista, Monica Lewinsky, e ostacolato le indagini. In entrambi i casi, dopo il voto favorevole della Camera, il Senato aveva bocciato la rimozione. Richard Nixon, nel 1974, si dimise dopo che la commissione Giustizia aveva approvato tre articoli dell'impeachment, ma prima che la Camera si esprimesse.  

La procedura
Per rimuovere un presidente americano dall'incarico, al Senato serve la maggioranza dei due terzi e ciò significa che almeno 20 repubblicani dovrebbero unirsi ai democratici votando contro Trump. "La Camera ha fatto il suo dovere Costituzionale, sfortunatamente sembra sempre più evidente che il Senato repubblicano non lo farà", è stato il commento dell'aspirante inquilino dem della Casa Bianca Michael Bloomberg, che rinvia alle elezioni del prossimo novembre la "soluzione" del problema. 

Pelosi: presidente irresponsabile, non avevamo scelta
"Siamo riuniti oggi in questo tempio della democrazia per esercitare uno dei poteri più solenni: l'impeachment di un presidente degli Stati Uniti", aveva dichiarato Pelosi aprendo il dibattito ieri mattina, andato avanti per 11 ore se si considera anche il voto procedurale. "Le azioni irresponsabili del presidente hanno reso l'impeachment necessario: non ci ha dato scelta", aveva rimarcato.

Trump: è un assalto all'America
"Questo è un assalto all'America e un assalto al partito repubblicano", è stata la replica di Trump, sia via Twitter e sia durante il comizio in Michigan tenuto proprio in concomitanza con il voto alla Camera. "Hanno provato a sottopormi all'impeachment dal primo giorno", ha insistito il tycoon 73nne che punta al secondo mandato. Si tratterebbe di  "atroci bugie della sinistra radicale, dei democratici nullafacenti".

Le accuse
Il primo articolo di impeachment accusa Trump di abuso di potere per le pressioni all'Ucraina affinché aprisse una serie di inchieste sul figlio dello sfidante democratico Joe Biden volte a favorirlo politicamente, usando il blocco degli aiuti militari a Kiev come leva. L'ostruzione del Congresso riguarda l'ordine di non cooperare con l'inchiesta della Camera ai funzionari dell'amministrazione. 

Putin difende Trump: "Accuse inventate"
"L'impeachment di Trump si basa su accuse inventate e il Senato respingerà le imputazioni contro il presidente americano": lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin durante la sua conferenza stampa di fine anno.