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SALUTE

L'intervista al Professor Sanguinetti

Se il cellulare è più sporco del Wc: niente panico

Molte ricerche mostrano i dati di quanti batteri si trovano sui dispositivi mobili che usiamo ogni giorno, ma i microrganismi non sono tutti dannosi. Si deve fare attenzione all'igiene, ma non bisogna sprofondare nelle fobie

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di Paola CutiniRoma
Se su un motore di ricerca indichiamo le parole "batteri sui cellulari" ci troviamo davanti una lista di articoli e foto di germi che fanno pensare a pericoli seri per la nostra salute. Vengono citate ricerche di ogni tipo, da quelle delle università straniere (ad esempio quella dell'Università dell'Arizona) che spiegano quanto sono sporchi i nostri smartphone, ai test effettuati dagli studenti dell'Università brittannica di Surrey che mostrano le immagini dei germi che si trovano sui dispositivi. I titoli sensazionalistici su il wc più pulito della tazza del bagno hanno rimbalzato sulla rete e scatenato la voglia del disinfettare qualunque cosa. Ma non bisogna cadere nella fobia dei microrganismi.

Pulire il proprio smartphone
Certo è importante pulire il cellulare o il tablet, proprio come è importante lavarsi le mani. Questo perchè portiamo ovunque i dispositivi mobili e in questo modo li rendiamo vettori di germi e batteri. Prima di gettare nell'ammoniaca il nostro smartphone, però, dobbiamo usare il buon senso, come suggeriscono gli esperti. 

I batteri sono ovunque
Il professor Maurizio Sanguinetti, direttore dell'Istituto di microbiologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma spiega a Rainews.it che "I batteri sono ovunque, non bisogna avere fobia dei microrganismi o pensare che tutto debba essere sterile. Dobbiamo ricordarci che ogni individuo possiede più DNA batterico che DNA umano". Proprio per questo motivo "è normale che ci siano più batteri sul cellulare che su un wc. La tavoletta del bagno la disinfettiamo ogni giorno, ma, ovviamente, non facciamo la stessa cosa con i nostri dispositivi mobili".

Il rischio malattie
Le ricerche che parlano di batteri come lo staffilococco aureo presenti sul cellulare sono sicuramente attendibili, ma bisogna contestualizzare gli studi ed essere consapevoli che non sempre i microrganismi sono pericolosi. Inoltre, anche se si viene a contatto con questi batteri, non è detto che si contragga un'infezione. Il professor Sanguinetti spiega che lo stesso microrganismo può essere totalmente innocuo se si trova in una parte del corpo o letale in un'altra. Ad esempio, lo pneumococco nei polmoni causa la polmonite, ma se presente in gola non crea alcun danno. 

Lo studio dell'American Journal of Infection Control
I media di tutto il mondo hanno riportato lo studio delL'American Journal of Infection Control  sui metodi migliori per pulire i dispositivi e ridurre la contaminazione. Sono stati esaminati alcuni iPad messi a disposizione da venti ospedali ed è stata rilevata la presenza di batteri pericolosi. La ricerca, però, è stata effettuata per esaminare la contaminazione di batteri che trovano sfogo soprattutto in ambiente ospedaliero. Il professor Sanguinetti, che ricorda come non si debba drammatizzare sulla presenza dei batteri nella nostra vita quotidiana, sull'introduzione dei dispositi in ospedale solleva un monito: "Non si dovrebbero mettere tablet o smartphone a diretto contatto con i pazienti, o comunque si deve fare bene attenzione a pulire il dispositivo, altrimenti i batteri pericolosi si diffondono facilmente. È lo stesso principio del divieto di indossare la cravatta per alcuni dottori: non è igienico che un indumento che raramente si lava sia a diretto contatto con i malati". 

I metodi per detergere i dispositivi
Gli smartphone e tablet vanno quindi puliti, ma non bisogna esagerare. "Passare un panno in microfibra umido sui dispositivi è sufficiente a eliminare quasi tutti i batteri più comuni. Per quelli più resistenti o per i virus come quello dell'influenza si dovrà usare qualche sostanza detergente" ha spiegato il Dottor Dubert Guerrero,specialista in malattie infettive della Sanford Salute a Fargo, ND, e co-autore dello studio sulla persistenza di batteri su iPad pubblicato nel mese di novembre dall' American Journal of Infection Control.

Dalla pulizia allo schermo antibatterico
I ricercatori nello studio hanno notato che le salviettine di candeggina sono in grado di rimuovere completamente gli agenti patogeni, mentre il cotone imbevuto di alcol è poco meno efficace per pulire i dispositivi. Spesso, però, i metodi di pulizia vanno contro le indicazioni della maggior parte dei produttori. Quindi, mentre aspettiamo la versione antibatterica dei Gorilla Glass (vetri che rivestono la stragrande maggioranza degli smartphone in commercio) che la Corning ha presentato al Ces 2014 di Las Vegas, non ci resta che usare il buon senso.