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ITALIA

Trasferimento dal cimitero cittadino in altre città d'Italia

Appello sindaci Bergamasca: fermiamoci davvero. Altri 70 feretri via da Bergamo su camion militari

Si rinnova lo strazio, a Bergamo, della partenza dei feretri trasportati a bordo di una lunga carovana di mezzi militari. E' la seconda volta in pochi giorni. Il 18 marzo scorso il primo, triste esodo di defunti bergamaschi verso altre città e altre regioni

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Sono una settantina i feretri che questa mattina sono stati caricati sui camion dell'esercito per essere trasferiti dal cimitero di Bergamo in altre zone del Nord, in particolare in Emilia Romagna, per la cremazione.

Anche oggi Bergamo assiste dunque a un nuovo, drammatico corteo dei mezzi, come quello della sera del 18 marzo scorso, con le bare dei propri cari per i quali non è nemmeno stato possibile organizzare un funerale, perché le regole per contrastare la diffusione del coronavirus li vietano.

50 bare a Ferrara
Nel pomeriggio giunto a Ferrara una parte del convoglio militare partito da Bergamo. Il triste carico è composto da 50 bare, la scorta del convoglio è affidata ai carabinieri. I feretri verranno distribuiti tra la Certosa di Ferrara e il cimitero di Copparo per la cremazione.  

Appello dei sindaci della Bergamasca: fermiamoci davvero
"La situazione che si vive nell'intera Regione Lombardia assume ormai i connotati dalla tragedia e questo è ancor più evidente purtroppo nella nostra provincia di Bergamo che in questi giorni sta vedendo morire tanti uomini e donne e cancellare intere generazioni, senza nemmeno poter dare un degno saluto. Con questa nota si vuole rimarcare la necessità condivisa e trasversale di una effettiva presa di coscienza della drammaticità del momento anche per chi non vive questa Provincia. Chiediamo, auspichiamo e sollecitiamo quindi un intervento maggiormente coercitivo che imponga nuove restrizioni: con i dati che tutti conosciamo non è pensabile che ancora oggi ci si debba basare sul buon senso dei cittadini chiamati a rispettare regole soggette alle più varie interpretazioni".

Lo scrivono in una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana il presidente della Provincia di Bergamo, Gianfranco Gafforelli, il sindaco del capoluogo orobico Giorgio Gori e diversi altri sindaci e amministratori della Bergamasca.

"Siamo consapevoli dell'importante presenza di attività produttive in Regione Lombardia che grande e operosa hanno fatto la nostra terra - prosegue la drammatica lettera - e siamo consapevoli che maggiori restrizioni potrebbero comportare gravi conseguenze economiche, ma al momento tutto questo appare necessario per salvare delle vite e per tutelare il valore primario della salute che non può che precedere quello pur sacrosanto del mercato economico. Al momento riteniamo che l'adozione di coraggiosi nuovi provvedimenti restrittivi possa rappresentare l'unica ed auspicabile soluzione per una tragedia che sembra oggi, che i contagi aumentano inesorabili, non avere fine".

"I movimenti sul territorio sono ancora troppi, e molti inesorabilmente costituiscono un vettore per questo virus. È arrivato il momento di fermarci, ma per davvero. In rappresentanza di tutti i 243 comuni della Provincia e con
l'adesione convinta del Presidente della Provincia chiediamo dunque un intervento restrittivo e doveroso, che potrà aiutare a vincere questa guerra".

Gori: "A Bergamo presto nuovi medici e respiratori"
Videoconferenza di oltre un'ora e mezza nel pomeriggio fra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i sindaci delle province più colpite dal coronavirus: Bergamo, Brescia, Cremona e Piacenza. Al centro della videoconferenza sono state le criticità del sistema sanitario, con il bisogno urgente di dispositivi di protezione, ma soprattutto di equipaggiamento e personale medico.

Conte ha detto che la call del governo di ieri per reperire 300 medici, ha dato un riscontro molto superiore. ''Arriveranno quindi presto medici e infermieri a soccorso delle strutture del territorio - ha spiegato il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori - e abbiamo anche la possibilità di ottenere respiratori e ventilatori grazie alle relazioni internazionali con altri Paesi, come la Russia, ci ha spiegato il premier Conte''.

Sul tema delle ulteriori misure restrittive chieste da Gori, dai sindaci lombardi e da Regione Lombardia, ''c'è attenzione, ma non ancora impegni. Noi sindaci abbiamo con forza ribadito la richiesta di ulteriori misure restrittive, con includano anche le attività produttive non essenziali o strategiche. Almeno per la Lombardia. Quello di oggi è stato comunque un segno di attenzione molto esplicito del governo. Il presidente Conte ha espresso affetto e solidarietà
verso tutti i nostri cittadini in queste ore così difficili''.