Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/dl-svuota-carceri-camera-vota-m5s-c4d9f191-4894-4bc8-bedb-aac6856fed7e.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Il voto con protesta silenziosa

Svuota Carceri, passa la fiducia ma spuntano le manette leghiste

Lega e 5 Stelle scatenano l'ennesima bagarre in Aula a Montecitorio in occasione del voto di fiducia sul provvedimento per alleggerire la pressione negli istituti penitenziari. I sì sono stati 347, i no 200. E' la 16a fiducia del Governo Letta

Condividi
L'Aula della Camera ha votato la fiducia sul decreto Svuota Carceri. I sì sono stati 347, mentre 200 sono risultati i voti contrari. L'Assemblea di Montecitorio passerà all'esame degli ordini del giorno presentati, di cui 106 dal Movimento 5 Stelle. L'Aula riprenderà poi alle ore 9 di questa mattina, mercoledì 5 febbraio, il voto sugli odg. Quindi, ci sarà il voto finale. 

Bagarre in Aula
ll dibattito sulla fiducia ha trasformato di nuovo l'aula di Montecitorio in un caos. Durante le dichiarazioni di voto, il deputato della Lega Gianluca Buonanno ha esibito un paio di manette e le ha messe sul banco del governo davanti al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. A quel punto la seduta è stata sospesa momentaneamente.

Poi la "protesta silenziosa"
Dopo l'esibizione in Aula delle manette, Carroccio e 5 Stelle hanno messo in atto una protesta silenziosa ma "visiva". Nello sfilare sotto i banchi della presidenza di Montecitorio, i deputati leghisti hanno mostrato dei cartelli con su scritto "No al libera-mafiosi", con cui hanno soprannominato il decreto contenente misure urgenti in tema di tutela dei diritti dei detenuti e riduzione controllata della popolazione carceraria. I grillini, invece, hanno sfilato alzando in alto con le mani il regolamento della Camera. Nelle aule del parlamento si erano visti agitare cappi, mangiare fette di mortadella, mostrare sacchi dell'immondizia, usare megafoni e perfino volare pappagallini; ma mai si era arrivati a vedere sventolare le manette, come ha fatto Buonanno.    

L'iter del decreto
Dopo il via libera del decreto, l'esame passa al Senato che dovrà dare l'approvazione definitiva entro la scadenza del dl del prossimo 21 febbraio. Al centro del provvedimento ci sono più diritti ai detenuti ma soprattutto misure per sfoltire le carceri come l'ampliamento dell'affidamento in prova, incentivi all'uso dei braccialetti elettronici e all'espulsione degli stranieri detenuti.

Il cappio e la mortadella
Un piccolo excursus sulla vita movimentata del parlamento italiano: è passato alla storia il cappio sventolato a Montecitorio dal leghista Luca Leoni Orsenigo ai tempi di tangentopoli, il 16 marzo 1993. Ma al Senato nessuno potrà mai dimenticare le fette di mortadella esibite da Nino Strano che con il collega Domenico Gramazio (che agitava nell'aria una bottiglia di champagne) festeggiava la caduta del governo Prodi. Ma nell'aula della Camera è entrata anche (portata di soppiatto da Filippo Berselli), una bacinella piena di acqua di mare con tanto di mucillagini (il parlamentare si tolse scarpe e calzini immergendoci i piedi). Nel novembre 2010, sul banco del governo alla Camera è arrivato anche un sacchetto di spazzatura portato, poco onorevolmente, da quel Giamburrasca di Francesco Barbato dell'Idv, in una delle sue innumerevoli proteste. Quella bravata gli costò 6 giorni di sospensione dai lavori parlamentari.   

Anche i pappagalli
Ma in Aula a Montecitorio vennero anche fatti volare dei pappagalli verdi. Era il novembre 1997. Durante una maratona oratoria sul decreto Iva, poco dopo le 4 del mattino, si vedono svolazzare quattro pappagallini, liberati dai leghisti. "Di chi sono quei volatili?", chiede stupito il vicepresidente Mastella. E non riceve risposta; ma la leghista Daniela Santandrea pretende che le bestiole, una volta acciuffate dai commessi, vengano trattate con cura. Una delle bestiole si rintana in un anfratto del velario: per salvarlo devono intervenire i vigili del fuoco. E durante la discussione della riforma Rai, il deputato missino Teodoro Buontempo, avendo finito il suo tempo mollò il microfono e si affidò a un megafono.