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ITALIA

Sulmona

L'ex generale suicida, i familiari: "Rigopiano non c'entra"

In una lettera ai familiari, Guido Conti aveva scritto: "Da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata". Poi, il colpo di pistola alla testa. "Stupisce che questa correlazione sia stata da taluno ipotizzata in assenza di qualsiasi collegamento diretto e indiretto tra l'attività svolta da Guido e le vittime" commenta un parente

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L'ex generale Guido Conti

"Apprendiamo con immenso dolore come la morte del nostro congiunto sia stata messa in relazione alla tragedia di Rigopiano. Stupisce che questa correlazione sia stata da taluno ipotizzata in assenza di qualsiasi collegamento diretto e indiretto tra l'attività svolta da Guido e le vittime di Rigopiano. Tutto ci aggiunge dolore al dolore". E' un familiare dell'ex generale dei carabinieri forestali Guido Conti, suicidatosi nelle campagne di Pacentro (L'Aquila) due giorni fa, a commentare la vicenda all'Ansa.

"Non vivo. Vegeto, facendo finta d'essere vivo"
In una delle due lettere ai familiari, l'ex investigatore protagonista del processo sulla mega discarica di Bussi sul Tirino (Pescara), aveva infatti scritto che "da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perché tra i tanti atti ci sono anche prescrizioni a mia firma. Non per l'albergo, di cui non so nulla, me per l'edificazione del centro benessere". L'autorizzazione si riferisce all'ok per la piscina e al rischio frana dell'impianto. Nella lettera Conti prosegue chiedendosi: "Potevo fare di più? Nel senso, potevo scavare e prestare maggiore attenzione in indagini per mettere intoppi o ostacolare quella pratica? Probabilmente no, ma avrei potuto creare problemi, fastidi. Vivo con il cruccio". "Rigopiano è stato uno dei motivi che mi hanno convinto a lasciare il mio lavoro o a tentare di fare altro o a disinteressarmi di tutto questo. Non vivo, vegeto, facendo finta d'essere vivo", si legge in un altro passaggio della missiva.

"La pubblicazione del contenuto delle lettere, tuttora sconosciuto a noi familiari, ci lascia profondamente amareggiati e aggiunge dolore al dramma che ci ha colpito", afferma il parente di Conti.

Era uscito di casa dicendo alla moglie "torno per pranzo"
Venerdì, Guido Conti è uscito di casa, verso le 9.30, dicendo alla moglie che sarebbe rientrato a ora di pranzo. Salito sulla Smart utilizzata dalle figlie, si è recato in una tabaccheria, dove ha acquistato tre fogli e buste da lettera e un francobollo, per poi risalire in macchina e fermarsi in qualche posto per scrivere i suoi ultimi messaggi. Per ora sono state trovate una lettera alla famiglia e una alla sorella. Mancherebbe una terza lettera, affrancata e spedita a una destinazione che per il momento è sconosciuta. Conti si è poi diretto alle pendici del monte Morrone, una scelta, pare, non casuale: l'ex generale amava fare lunghe passeggiate lungo la provinciale che da Sulmona sale verso Pacentro, chiusa da due anni e mezzo, in seguito alla frana del marzo 2015. Conti ha quindi parcheggiato in una piazzola che costeggia la provinciale e qui si è ucciso, sparnadosi un colpo di pistola, una calibro 9, alla testa. Il caso ha voluto che a trovarlo siano stati due forestali, che avevano lavorato con lui a Sulmona.

Aperta la camera ardente, domani pomeriggio i funerali
La camera ardente è stata aperta questa mattina nella sala delle udienze del tribunale di Sulmona  Da subito il palazzo di giustizia è diventato meta di pellegrinaggio. In tanti hanno voluto rendere omaggio alla salma dell'ex generale: tra questi il procuratore della Repubblica Giuseppe Bellelli, il presidente del tribunale Giorgio Di Benedetto e i colleghi della forestale con i quali Conti ha condiviso gli anni passati al comando della stazione di Sulmona.

Vicino alla bara, la moglie Anna e le figlie Arianna e Federica e la sorella di Conti, Silvia, comandante della sezione della Polstrada di Pescara. I funerali si terranno domani alle 15.00 nella chiesa di Santa Maria della Tomba.