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ECONOMIA

Stime 2020 in lieve ripresa, su 2021 ancora incertezza

Fmi, Georgieva: "L'economia mondiale sta riemergendo dal profondo della crisi"

"Il mondo di domani non potrà essere uguale a quello pre Covid", dice la direttrice generale del Fondo monetario internazionale che aggiunge: "Dobbiamo costruire un'economia più verde, più intelligente, più inclusiva, più dinamica"

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"Questa calamità è ancora tutt'altro che finita. Tutti i Paesi stanno affrontando quella che chiamerei 'la lunga salita', una difficile scalata che sarà lunga, irregolare e incerta. E incline alle battute d'arresto". La diagnosi è della direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, che ha anticipato i temi che domineranno l'assemblea annuale dell'istituto in programma la prossima settimana.

Quadro "terribile"
Il Fondo ha previsto a giugno "una severa contrazione", pari al 4,9%, del Pil globale nel 2020, prima di poter assistere a un rimbalzo del 5,4% nel 2021. "Il quadro oggi", rileva Georgieva, "è meno terribile. Stimiamo che gli sviluppi del secondo e terzo trimestre siano stati in qualche modo migliori delle attese, consentendoci una piccola revisione al rialzo della nostra previsione globale per il 2020. E continuiamo a prevedere una parziale e incerta ripresa nel 2021".

Politica monetaria senza precedenti
Secondo Georgieva, questo risultato è stato reso possibile "dalle misure politiche straordinarie" messe in campo dalle autorità, che "hanno costruito un pavimento sotto l'economia mondiale. I governi", rileva la direttrice del Fondo, "hanno fornito circa 12.000 miliardi di dollari di sostegno fiscale a cittadini e imprese. E azioni di politica monetaria senza precedenti hanno preservato il flusso del credito, aiutando milioni di aziende a restare sul mercato".

E' ancora emergenza
Tuttavia, avverte la numero uno dell'istituto di Washington, "i rischi rimangono alti, inclusi quelli che derivano dall'aumento delle bancarotte e dalle valutazioni stressate sui mercati finanziari. E molti Paesi sono divenuti più vulnerabili. I loro livelli di debito sono aumentati a causa della risposta fiscale alla crisi e le pesanti perdite di prodotto ed entrate. Stimiamo che il debito pubblico globale raggiungerà un picco record del 100% del Pil nel 2020".

Forte divario tra i Paesi ricchi e quelli poveri
Inoltre, osserva ancora Georgieva, "alcuni hanno potuto fare più di altri. Le economie avanzate hanno fatto tutto ciò che era necessario. Quelle più povere hanno lottato per tutto ciò che era possibile". E questo scarto nella capacità della risposta, sostiene l'economista, "è una delle ragioni per cui assistiamo oggi a risultati differenziati". E cosi', "per molte economie avanzate, inclusi gli Stati Uniti e l'Area dell'euro, la recessione rimane estremamente dolorosa, ma meno severa delle attese. E la Cina sta sperimentando una ripresa più veloce delle stime". Altri Paesi, però, "risultano ancora fortemente colpiti e alcune delle nostre revisioni sono al ribasso".

Le 4 priorità
Georgieva identifica 4 priorità: salvaguardare la salute delle persone, evitare un "ritiro prematuro" delle politiche di sostegno all'economia, una politica di bilancio flessibile e "capace di guardare avanti" per aiutare la ripresa, affrontare il nodo del debito. Con un'avvertenza molto precisa: il mondo di domani non potrà essere uguale a quello pre-Covid.

E' finita la vecchia economia
"Non possiamo permetterci", dice Georgieva, "di ricostruire semplicemente la vecchia economia, con la sua bassa crescita, bassa produttività, alta ineguaglianza e crisi climatica in peggioramento. Per questo", incalza, "c'è bisogno di riforme fondamentali per costruire un'economia più verde, più intelligente, più inclusiva e più dinamica. E' in questa direzione", sottolinea, che dobbiamo dirigere i massicci investimenti richiesti per una ripresa forte e sostenibile. Alcuni nuovi studi del Fmi mostrano che aumentare gli investimenti pubblici dell'1% del Pil nelle economie avanzate e emergenti può creare fino a 33 milioni di posti di lavoro".

Ottimismo
Georgieva resta comunque ottimista. "Tutto ciò", afferma, "può essere fatto. Sappiamo che le precedenti generazioni hanno avuto il coraggio e hanno scalato le montagne che avevano di fronte. Ora è il nostro turno; questa è la nostra montagna. E come ogni scalatore sa: 'Ogni cima può essere raggiunta se cominci a scalare'. Questo vale per lunga salita e per le politiche necessarie per muovere avanti. Attaccati alla stessa corda", conclude, "possiamo superare la crisi e costruire un mondo più prospero e più resiliente per tutti".