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MONDO

L'incontro con l'omologo Zarif

Gentiloni a Teheran: "Da Iran quadro allarmante su Isis, lotta comune"

La minaccia dell'Isis è forte ma non riguarda tutto il Paese, solo alcune zone della Libia anche se la situazione è preoccupante, ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni al termine di colloqui con l'omologo Mohammed Javad Zarif e Ali Larijani, presidente del Parlamento iraniano. Sullo sfondo i rapporti con l'Italia e il dossier nucleare. 

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A Teheran il ministro Paolo Gentiloni ha incontrato il suo omologo iraniano Mohammed Javad Zarif: al centro del colloqui l'Isis e il suo ruolo in Libia, il dossier nucleare e i rapporti tra i due Paesi.

Su 'Isis" lotta comune
Sulla minaccia regionale e globale dello Stato islamico (Is), "le autorità iraniane hanno delineato un
quadro allarmante, per l'estensione a diverse aree di crisi, dalla Libia all'Afghanistan, ma che ha il suo cuore nelle vicende il Siria e in Iraq", ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, parlando con i giornalisti a conclusione dei suoi incontri di oggi a Teheran. Sulla vicenda, per il ministro, "c'è un interesse comune nella lotta all'estremismo, al terrorismo e in particolare alla minaccia del Daesh", acronimo arabo dell'Is.  La minaccia dell'Isis in Libia, ha detto Gentiloni parlando ai giornalisti italiani a Teheran, "in alcune città riguarda aspetti del territorio. Ma non è un paese in mano al terrorismo. Ci sono tendenze di diversi gruppi estremistici e terroristici ad alzare la bandiera del Daesh per la sua disponibilità economica e visibilità mediatica"

Relazioni Iran-Italia
"La mia visita conferma l'importanza che l'Italia attribuisce alle relazioni con l'Iran, relazioni storiche che hanno retto anche nella fase difficile degli ultimi anni", ha detto Gentiloni incontrando il presidente del Parlamento iraniano Ali Larijani. Si tratta - ha spiegato - di rapporti culturali e di cooperazione anche in campo giudiziario, ha proseguito, oltre che di natura economica, pur avendo questi ultimi subito conseguenze dal regime delle sanzioni.

Il nucleare iraniano
"Speriamo di avere occasione di rilanciare ulteriormente i nostri rapporti con questa visita - ha concluso - e nei prossimi mesi con l'accordo che auspichiamo possa risolvere il dossier del nucleare". Un accordo per il buon esito del quale, a poi aggiunto parlando con i giornalisti, anche Larijani ha assicurato il totale sostegno agli sforzi del governo di Hassan Rohani. Un tema delicatissimo, quello del nucleare dopo la pubblicazione dei cosiddetti Spycables - documenti secondo cui il Mossad avrebbe smentito Netanyahu sullo stadio dell'atomica iraniana - e l'imminente discorso del 3 marzo del premier Netanyahu al Congrsso americano, a sua detta non impegnato a sufficienza per bloccare il programma nucleare di Teheran. A giugno, poi, dovrebbe arrivare la firma dell'accordo al centro dei negoziati tra Iran e i 5+1 - i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU col potere di veto (Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Francia, Russia) più la Germania.