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TECH

A Milano gli eventi più importanti del settore

​Il robot, partner high tech della medicina

Intelligenza artificiale a fianco dei chirurghi, robot che aiutano bambini con autismo, database per migliorare la qualità della vita dei malati di Parkinson, iPad per non vedenti. Il futuro è già entrato negli ospedali e "bisogna prepararsi ad una nuova coesistenza con le macchine", come afferma il professor Roberto Cingolani, ospite del meeting su futuro della salute e nuove tecnologie.  

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di Celia GuimaraesMilano
Un tumore aggressivo è stato rimosso da un bimbo di due anni senza sacrificare alcun organo, ma anzi ripristinandone la funzionalità: tutto questo grazie all'utilizzo del robot ‘da Vinci’ in sala operatoria. E’ avvenuto più di un anno fa al Policlinico di Milano. Ed è soltanto uno degli esempi della tecnologia entrata in pianta stabile negli ospedali, con prospettive ancora più promettenti.

Un esempio? Internet delle cose, con i robot che operano un paziente in Africa guidati da medici in Italia.

Dispositivi come i Google Glass sono stati utilizzati per la prima volta nel 2014 all'ospedale milanese Humanitas: da una parte gli specialisti hanno potuto seguire l'intervento in diretta in una sala training, mentre dall'altra il chirurgo operava e commentava, grazie a comandi vocali, quello che eseguiva. 

I robot per la disabilità
Ci sono anche i robot che affiancano i medici: pochi giorni fa l’Università Cattolica di Milano ha dedicato una giornata di studio alla didattica speciale e le nuove tecnologie per l’inclusione con un confronto tra esperti.

Il piccolo robot Nao ha aperto il primo convegno internazionale in Italia sulla disabilità e le tecnologie inclusive, organizzato dal CeDisMa - Centro Studi e ricerche sulla disabilità e la marginalità dell’Università, in collaborazione con Magnetic Media Network, Apple Solution Expert Education e Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani.

Il robot Nao viene già utilizzato in 70 Paesi sia per attività didattiche sulla programmazione, sia per attività didattiche verso bambini affetti da autismo, sollecitandoli a comunicare e proponendo esercizi. 

Per una didattica inclusiva
"Quello tra didattica speciale e nuove tecnologie è un binomio da cementare. Quotidianamente, ciascuno di noi utilizza smartphone e tablet per comunicare, lavorare e per divertimento", ha spiegato Luigi D’Alonzo, docente di Pedagogia speciale e coordinatore del convegno. "Questi strumenti sono essenziali anche nella didattica speciale perché permettono ai docenti di differenziare la lezione, rendendola più accattivante e, soprattutto, accessibile ai ragazzi con disabilità".

Secondo D'Alonzo la didattica, per essere inclusiva, ha bisogno della multimedialità: "Gli strumenti digitali concorrono, infatti, a offrire un valido supporto all’apprendimento e creano le condizioni migliori per permettere a tutti gli allievi di beneficiare dell’esperienza formativa".

iMovie per non vedenti
Durante l’evento c’è stato lo speech di Daniela Rubio, una ragazza non vedente che, grazie alla tecnologia voiceover, usa l'iPad per scrivere e creare video e ha utilizzato l’app iMovie per montare un video attraverso un sistema che adatta la tastiera dell'iPad alla posizione delle dita, agevolando la scrittura per i non vedenti.

Sono stati presentati i primi casi d'uso dell'app Research Kit di Apple per la ricerca scientifica. Negli Usa, ad esempio, l’app  è stata utilizzata per una ricerca sul Parkinson: sono stati inviati degli esercizi a persone affette dalla malattia che, tramite iPhone e iPad, hanno inserito i propri dati. In un anno, 10.000 risposte hanno fornito un ampio database di studio sul Parkinson. L’Università Cattolica sta sviluppando un progetto per l'utilizzo di questa app per la ricerca sui bisogni educativi speciali negli studenti adolescenti.

Prepararsi al futuro 
"Bisogna prepararsi ad una nuova coesistenza con le macchine”​: ne è certo Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia e autore del volume “Umani e umanoidi, Vivere con i robot” (Il Mulino, 2015). E' stato proprio Cingolani l'ospite d'onore di terzo appuntamento ​organizzato a Milano da Sanofi, per parlare del futuro della salute tra robot e nuove tecnologie.

Via Periscope
L'incontro è stato trasmesso sul web via Periscope, l'app di Twitter per lo streaming. Sono intervenuti anche Fabia Timaco, blogger e storyteller, che presto potrà avere una mano stampata in 3D grazie a Fable (una protesi elettromeccanica realizzata dall'organizzazione no profit Open Biomedical Initiative), Michelangelo Bartolo, direttore del reparto di Telemedicina dell’Ospedale San Giovanni di Roma e Mafe De Baggis, digital media strategist.

Tecnologia bio-ispirata
Ecco un assaggio di futuro nelle parole di Roberto Cingolani: "Sono in fase di sviluppo dei nano composti che consentono di monitorare l’esistenza di virus, tossine e batteri in quantità infinitesimali e che sono in grado di rilasciare con velocità controllate essenze naturali o medicinali che servono a proteggere il cibo da batteri e parassiti. In ambito medico queste tecnologie permettono di controllare e misurare un singolo evento biologico consentendo così analisi e diagnosi precocissime (a livello di singola molecola), terapie personalizzate al profilo genetico del singolo paziente, rilascio selettivo di medicinali sulle singole cellule malate, senza effetti collaterali, ma anche realizzazione di nuovi materiali artificiali e ingegneria tissutale e degli organi. Se queste tecnologie verranno ben sviluppate e saranno disponibili a tutti, forse l’uomo un giorno vivrà 120 anni felici in un ambiente sano e in una società più giusta ed equilibrata."