Coronavirus
Studio Imperial College: "In Italia già oltre cinque milioni di persone infettate"
In Italia potrebbero essere 5,9 milioni le persone che finora hanno contratto il virus Covid-19, cioè il 9,8% della popolazione, mentre le misure di contenimento del contagio avrebbero salvato circa 38mila vite. A stimarlo è il Centro per i modelli delle Malattie Infettive dell'Imperial College di Londra, che si è basato su un'analisi matematica dei dati forniti quotidianamente dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie circa i decessi legati al virus in 11 Paesi europei colpiti dall'epidemia: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.
"In Italia, come in altri Paesi europei - scrivono i ricercatori - stimiamo che le infezioni riconosciute siano di diversi ordini di grandezza inferiori rispetto a quelle reali, soprattutto per la presenza di soggetti asintomatici o con pochi sintomi oltre che alla limitata capacità di fare test". Sempre secondo l'Imperial College di Londra, nei Paesi europei esaminati, grazie alle misure di contenimento sociale intraprese, sono stati già evitati 120mila morti.
La nuova analisi dei ricercatori dell'Imperial College (i primi a dire che i dati diffusi a inizio gennaio dalla Cina erano sottostimati, ndr) stima il potenziale impatto degli interventi adottati in 11 paesi europei - Italia inclusa - per contrastare la pandemia di coronavirus, comprese le chiusure delle scuole e i blocchi nazionali. Secondo la ricerca, fino a 120.000 morti potrebbero essere già stati evitati in 11 paesi, tra cui Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna. Inoltre la percentuale di persone già infettate dal virus oscillerebbe tra il 2 e il 12% della popolazione: 2,7% nel Regno Unito, solo 0,41% in Germania, 3% in Francia e 9,8% in Italia.
Dunque nel nostro Paese, come evidenzia il virologo Roberto Buroni in un post, ci sarebbero già "5,9 milioni" di casi di Covid-19. "Molti paesi europei hanno ora implementato misure senza precedenti per mitigare l'impatto di Covid-19, tra cui l'isolamento di casi confermati e sospetti, la chiusura di scuole e università, il divieto di raduni di massa e, più recentemente, lo stop" delle attività produttive, rileva l'Imperial College. "Questi interventi mirano a gestire l'epidemia per prevenire un aumento di casi che potrebbe sovraccaricare la capacità di assistenza sanitaria. Ora, gli ultimi modelli mostrano che potrebbero aver avuto un impatto significativo, evitando potenzialmente fino a 120.000 morti in tutta Europa", scrivono i ricercatori.
"È certamente un momento difficile per l'Europa - commenta Samir Bhatt, docente senior della School of Public Health dell'Imperial College - ma i governi hanno preso provvedimenti significativi per garantire che i sistemi sanitari non vengano sopraffatti. Vi sono prove concrete del fatto che questi provvedimenti hanno iniziato a funzionare e hanno appiattito la curva. Riteniamo che molte vite siano state salvate. Tuttavia, è troppo presto per dire se siamo riusciti a controllare completamente le epidemie e le decisioni più difficili dovranno essere prese nelle prossime settimane", avverte.
Il team ha utilizzato i dati in tempo reale del Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc) sul numero di decessi in 11 Paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. L'analisi del team mostra che, con gli attuali interventi in atto, le misure in tutti i Paesi esaminati hanno evitato tra 21.000 e 120.000 decessi fino a oggi. E il bilancio delle morti evitate crescerà mantenendo queste misure fino a quando la trasmissione non scenderà a livelli bassi. "I nostri risultati suggeriscono che interventi come il distanziamento sociale o i blocchi hanno già salvato molte vite e continueranno a salvare vite", ha spiegato Axel Gandy, della cattedra di statistica del Dipartimento di Matematica dell'Imperial College. "L'impatto della pandemia è estremo - aggiunge - ma sarebbe stato molto peggio senza gli interventi adottati. Confermali è cruciale per controllarla". Il report stima che tra il 7 e 43 milioni di persone siano state infettate da Sars-CoV-2) in tutti gli 11 paesi al 28 marzo: tra l'1,88% e l'11,43% della popolazione
"In Italia, come in altri Paesi europei - scrivono i ricercatori - stimiamo che le infezioni riconosciute siano di diversi ordini di grandezza inferiori rispetto a quelle reali, soprattutto per la presenza di soggetti asintomatici o con pochi sintomi oltre che alla limitata capacità di fare test". Sempre secondo l'Imperial College di Londra, nei Paesi europei esaminati, grazie alle misure di contenimento sociale intraprese, sono stati già evitati 120mila morti.
La nuova analisi dei ricercatori dell'Imperial College (i primi a dire che i dati diffusi a inizio gennaio dalla Cina erano sottostimati, ndr) stima il potenziale impatto degli interventi adottati in 11 paesi europei - Italia inclusa - per contrastare la pandemia di coronavirus, comprese le chiusure delle scuole e i blocchi nazionali. Secondo la ricerca, fino a 120.000 morti potrebbero essere già stati evitati in 11 paesi, tra cui Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna. Inoltre la percentuale di persone già infettate dal virus oscillerebbe tra il 2 e il 12% della popolazione: 2,7% nel Regno Unito, solo 0,41% in Germania, 3% in Francia e 9,8% in Italia.
Dunque nel nostro Paese, come evidenzia il virologo Roberto Buroni in un post, ci sarebbero già "5,9 milioni" di casi di Covid-19. "Molti paesi europei hanno ora implementato misure senza precedenti per mitigare l'impatto di Covid-19, tra cui l'isolamento di casi confermati e sospetti, la chiusura di scuole e università, il divieto di raduni di massa e, più recentemente, lo stop" delle attività produttive, rileva l'Imperial College. "Questi interventi mirano a gestire l'epidemia per prevenire un aumento di casi che potrebbe sovraccaricare la capacità di assistenza sanitaria. Ora, gli ultimi modelli mostrano che potrebbero aver avuto un impatto significativo, evitando potenzialmente fino a 120.000 morti in tutta Europa", scrivono i ricercatori.
"È certamente un momento difficile per l'Europa - commenta Samir Bhatt, docente senior della School of Public Health dell'Imperial College - ma i governi hanno preso provvedimenti significativi per garantire che i sistemi sanitari non vengano sopraffatti. Vi sono prove concrete del fatto che questi provvedimenti hanno iniziato a funzionare e hanno appiattito la curva. Riteniamo che molte vite siano state salvate. Tuttavia, è troppo presto per dire se siamo riusciti a controllare completamente le epidemie e le decisioni più difficili dovranno essere prese nelle prossime settimane", avverte.
Il team ha utilizzato i dati in tempo reale del Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc) sul numero di decessi in 11 Paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. L'analisi del team mostra che, con gli attuali interventi in atto, le misure in tutti i Paesi esaminati hanno evitato tra 21.000 e 120.000 decessi fino a oggi. E il bilancio delle morti evitate crescerà mantenendo queste misure fino a quando la trasmissione non scenderà a livelli bassi. "I nostri risultati suggeriscono che interventi come il distanziamento sociale o i blocchi hanno già salvato molte vite e continueranno a salvare vite", ha spiegato Axel Gandy, della cattedra di statistica del Dipartimento di Matematica dell'Imperial College. "L'impatto della pandemia è estremo - aggiunge - ma sarebbe stato molto peggio senza gli interventi adottati. Confermali è cruciale per controllarla". Il report stima che tra il 7 e 43 milioni di persone siano state infettate da Sars-CoV-2) in tutti gli 11 paesi al 28 marzo: tra l'1,88% e l'11,43% della popolazione