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MONDO

Sotto il controllo dei jihadisti la città con i giacimenti

Iraq, i combattenti dello Stato islamico alla conquista del petrolio: presa Zumar

Conquistata anche Kask, dove si trovano raffinerie di petrolio. Zumar è la prima città irachena a maggioranza curda, strategica per il vicino pozzo petrolifero. 87 i morti a seguito dei combattimenti tra miliziani e curdi. Presa anche la città curca di Sinjar

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Combattimenti in Iraq, a fuoco un giacimento petrolifero (Ansa)
Il Medio Oriente è diventato ormai una polveriera. Non solo Gaza la Siria, ma anche l'Iraq, quella terra che solo dieci anni fa sembrava essere stata consegnata alla tranquillità, dopo la morte di Saddam Hussein. Ma non era e non è così: oggi l'Iraq è sempre più nel caos. Con l'avanzata del califfato islamico, che lo scorso giugno si è reso protagonista di una improvvisa avanzata nel nord, un'ondata di violenze e distruzioni si sta abbattendo sul Paese. Notizia recente: nel nord dello Stato due località sono finite sotto il controllo dei miliziani del califfato dopo scontri con i combattenti curdi, i cosiddetti peshmerga: 87 i morti tra jihadisti e curdi a Zumar, la prima località iracheena a maggioranza curda, a nordovest della città di Mosul.

Secondo l'agenzia Dpa, i combattenti hanno preso anche il controllo della località di Kask, dove si trovano raffinerie di petrolio, dopo il ritiro dei peshmerga. Le violenze hanno messo in fuga centinaia di civili. ​I miliziani - riferiscono testimoni - hanno anche preso il controllo di Sinjar dopo la vittoria contro i combattenti curdi. 

Non solo desiderio di controllo, di conquista, di affermazione. L'interesse economico finisce per prevalere. I miliziani hanno preso possesso di una città strategica, Zumar, e del vicino giacimento petrolifero. Un ufficiale della compagnia petrolifera Northern Oil Conpany ha riferito che i miliziani hanno preso possesso del giacimento di Ain Zalah e una raffineria vicina. Al momento, riferisce sempre la fonte, hanno già preso il controllo di 4 pozzi petroliferi, strategici per le loro operazioni. In un comunicato apparso sul loro sito web, i jihadisti affermano di essersi ormai spinti al confine tra Iraq, Siria e Turchia. L'avanzata del califfato islamico, quindi, prosegue.