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MONDO

Oggi Consiglio di Sicurezza ONU

Gaza: terza notte di raid, 14 morti. Ancora razzi contro Israele. Peres: basta attacchi o invasione

La situazione a Gaza sarà al centro del vertice di emergenza del Consiglio di Sicurezza ONU. Pioggia di razzi dalla Striscia. Raffica di raid dell'aviazione israeliana. Peres: stop a razzo o attacco di terra. Abu Mazen: genocidio. Aperto il valico di Rafah per trasportare feriti palestinesi in ospedali egiziani

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Nelle prime ore del giorno almeno tre persone sono morte in un raid aereo sulla Striscia, secondo quanto fanno sapere fonti palestinesi e da Gaza sono partiti cinque razzi. E nella notte altri raid israeliani hanno ucciso 14 palestinesi, di cui un bambino di 5 anni: 13 nella sola città di Khan Yunes, riportano fonti mediche locali, investita da due attacchi ravvicinati. "Nella notte abbiamo colpito 322 obiettivi a Gaza - ha detto il portavoce dell'IDF Peter Lerner - per un totale di 750 durante l'operazione Protective Edge". Tantissimi i feriti tra i palestinesi: per curarli nei propri ospedali l'Egitto ha riaperto il valico di Rafah, fa sapere la televisione Al Arabiya. Tra poche ore, vertice di emergenza del Consiglio di Sicurezza ONU. Qualche ora prima (alle 12:30 ora italiana) Netayahu ha convocato il gabinetto di sicurezza.

L'ultimatum di Peres: cessate i razzi o invasione di terra 
Dal presidente Shimon Peres è arrivato l’ultimatum: se i razzi non cesseranno di essere lanciati contro Israele – ha detto – l’operazione terrestre potrebbe essere inevitabile. L'esercito israeliano ha mobilitato 20 mila riservisti nel caso si concretizzasse l'offensiva di terra. Due giorni fa il premier Benjamin Netanyahu ha richiamato 40 mila riservisti e migliaia di militari israeliani sono ammassati lungo il confine con Gaza, facendo crescere l’ipotesi di un attacco via terra. “Se chiedete la mia umile opinione – ha detto intervistato da Radio Israel il ministro dell’Intelligence Yuval Steinitz – si sta avvicinando il momento di un’operazione significativa”.

Abu Mazen: "E' un genocidio" 
Il presidente palestinese Abu Mazen ha definito l’operazione “un genocidio e un massacro” mentre Khaled Mashaal, leader in esilio di Hamas, ha invitato i palestinesi a resistere contro Israele: “Il nostro nemico è più forte ma dobbiamo affrontarlo con l’aiuto di Dio”.

Onu, vertice di emergenza del Consiglio di Sicurezza 
E così, mentre da Gaza piovono razzi su Israele (nella giornata di ieri, tra razzi e colpi di mortaio, il bilancio è di 82) e Tel Aviv continua a bombardare la Striscia, si apre la giornata in cui è alle 10 del mattino (le 16 in Italia) è prevista una riunione d’emergenza, a porte chiuse, del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione a Gaza. “Questa è una delle situazioni più critiche che la regione abbia mai affrontato – ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon – Gaza è sul filo del rasoio, la situazione potrebbe presto diventare fuori controllo”.

Protective Edge: il bilancio 
Arrivata al suo terzo giorno, l’operazione Protective Edge ha provocato oltre 73 vittime e 550 feriti, lo scontro è il più duro dal 2012. Mentre oltre 74 razzi sono arrivati sul suo territorio, Israele fa sapere di aver colpito solo ieri 322 obiettivi nella Striscia, comprese postazioni di lancio di razzi, depositi di armi e tunnel.

Gaza: gli scenari 
Gli scenari al vaglio degli ufficiali di sicurezza israeliana vanno da un attacco chirurgico ad una nuova occupazione totale della Striscia, da cui si erano ritirati nel 2005. L’offensiva di terra resta uno scenario rischioso per Israele: il numero di vittime civili potrebbe essere altissimo e la condanna della comunità internazionale molto forte.

La mediazione egiziana 
Mediatore storico tra Israele e Hamas, l’Egitto fa sapere di essere in costante contatto con entrambe le parti per arrivare alla fine del conflitto. Il Cairo ha mediato il cessate il fuoco nel 2012 ma, da quel momento, la situazione è cambiata: allora al potere c’era Mohammed Morsi, leader dei Fratelli Musulmani che, nella loro grande famiglia, includono anche Hamas. A seguito del colpo di stato di Sissi, però, il nuovo governo egiziano è molto più ostile nei confronti dell’organizzazione che controlla Gaza.