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MONDO

Il governo denuncia il golpe

Libia, l'ambasciata agli italiani: "Valutate il rientro"

Scontri a Bengasi, almeno 80 vittime. Il governo: i paramilitari di Haftar hanno tentato il colpo di Stato. Il generale risponde: "Operazione per ripulire la Libia dai terroristi". Assalto al Parlamento di Tripoli, due morti e venti ostaggi. Raddoppiati a Sigonella gli aerei Usa per casi di evacuazione

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Il Parlamento in fiamme (AP Photo/Libyan national army)
Paramilitari contro islamisti, la Libia è nel caos. A tre anni dalla caduta di Gheddafi, il Paese è tuttora ingovernabile, con fratture tra tribù, milizie, estremisti islamici. Spaccature colmate nella guerra a Bengasi e Tripoli: quasi 80 i morti nella prima città mentre nella capitale i paramilitari del generale Khalifa Heftar hanno assaltato il Parlamento. Intanto, l'ambasciata d'Italia a Tripoli ha invitato i connazionali a valutare il rientro in patria, alla luce "dell'ulteriore instabilità con ripercussioni sulla sicurezza".

Il governo: tentato golpe
Venerdì il generale Heftar ha sfidato il governo di Tripoli, che lo ha bollato come "golpista", e ha attaccato le milizie islamiste a Bengasi (79 morti) per poi colpire domenica il Parlamento nella capitale. Due morti, 55 feriti e venti parlamentari sequestrati per alcune ore sono i numeri della giornata di violenza a Tripoli. Intanto il governo libico ha sospeso le attività del Parlamento e ha chiesto nuove elezioni. Proseguono poi le defezioni a favore di Heftar e non solo da parte delle basi dell'aviazione, come quella di Tobruk. Ma anche da parte delle forze speciali libiche: Wanis Abu Khamada ha detto che i suoi uomini sono "pronti a combattere contro il terrorismo" e ad affiancare soldati e ufficiali già schierati con Heftar. Da parte sua, il generale spiega le sue mosse come una lotta all'integralismo islamico nel Paese.

La diplomazia
Dall'Italia si é alzata la voce del presidente del Consiglio Matteo Renzi. "La Libia é una priorità assoluta - ha detto nel pomeriggio - ma la vicenda si risolve solo per via internazionale, nessun Paese da solo può pensare di risolvere una situazione così drammatica". Ed ha auspicato il coinvolgimento dell'Onu e dell'Ue. Da Bruxelles c'è "profonda preoccupazione" ma nessuna iniziativa concreta, a parte l'appello "a tutte le parti a fermare il bagno di sangue e a evitare ulteriori violenze". 

Allerta a Sigonella
Anche  Washington segue "minuto per minuto" l'evolversi della situazione "estremente fluida" in Libia. Non solo. Nell'eventualità di dover ordinare un'evacuazione d'emergenza degli americani nel Paese ha inviato altri 4 aerei da trasporto militari V-22 Osprey nella base siciliana di Sigonella (a 530 km da Tripoli) dove da mesi ne stazionano altri 4 con 200 marines  La squadra dei marines Sigonella era stata già rafforzata dall'11 settembre del 2012 quando l'ambasciatore in Libia, Chris Stevens venne ucciso insieme ad altri tre americani nel consolato di Bengasi.

Gli interessi italiani in Libia
Nel Paese ci sono un'ottantina di imprenditori italiani, attivi soprattutto nel settore dell'edilizia. Molti di loro riferiscono di spari e di strade bloccate dai carri armati. Invece l'Eni ha riferito che sta monitorando la situazione e che opera "con continua attenzione alla sicurezza del personale, condizione che rappresenta la prima priorità". Un portavoce ha riferito che l'Eni "per il momento non ha adottato provvedimenti di evacuazione del personale".