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ECONOMIA

Il ministro dell'Economia

Crac banche, Padoan: "Da Ue e Germania posizioni discutibili"

"Abbiamo usato l’unica strada possibile per salvarle, evitando rischi più grossi per il sistema e per i risparmiatori" spiega il ministro in un'intervista alla Stampa. A gennaio riforma del credito cooperativo

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"Qualcuno si sorprende che l’Italia pretenda si ascolti il suo punto di vista". Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan considera discutibili le posizioni espresse da Ue e Germania sul salvataggio in Italia delle quattro banche a rischio fallimento. E ancora "noi stiamo riducendo il debito e dobbiamo crescere di più, e questo sarebbe un bene per tutti. Ma sarebbe altrettanto positivo che la Germania contribuisse a far crescere di più la zona euro, ad esempio con più investimenti". 
 
In un'intervista sul quotidiano La Stampa il ministro dell'Economia spiega il perché delle misure adottate per salvare Banca Etruria, Marche, CariChieti e CariFerrara. "Abbiamo usato l’unica strada possibile per salvarle evitando rischi piu grossi per il sistema e per i risparmiatori. Non si trattava di decidere le sorti di un’impresa qualunque, ma di una banca. La Commissione avrebbe aperto una procedura di infrazione (nel caso di un ricorso al fondo di garanzia dei depositi ndr), il mercato avrebbe bloccato gli approvvigionamenti finanziari e le banche sarebbero fallite". 

"Dalle inchieste mi aspetto che emergano le responsabilità individuali delle banche dove qualcuno non ha tenuto conto del profilo di rischio delle obbligazioni vendute. Non dimentichiamo poi che tra i responsabili di questa vicenda c'è la recessione: dieci punti di Pil persi, e nonostante questo il settore bancario è riuscito a limitare i danni"
E ancora: "A breve arriverà il decreto per stabilire le modalità dei ristori". Sulla scelta di affidare gli arbitrati all’Anac di Cantone, "non è una delegittimazione nei confronti di Consob e Banca d’Italia. Bisognava scegliere un soggetto autorevole ma anche estraneo a questa vicenda, che garantisse terzietà". 

Dal primo gennaio entrano in vigore le nuove regole europee sul bail-in, ovvero le conseguenze dei fallimenti bancari ricadranno anzitutto su chi investe e non sui correntisti. "Le regole sul coinvolgimento di azionisti e obbligazionisti sono in vigore per tutti dal 2013. Se gli investitori (di Banca Etruria, Marche, CariChieti e CariFerrara ndr) non sono stati avvertiti del rischio lo verificherà la magistratura. Però l’andamento operativo delle banche aveva già di fatto annullato questi investimenti prima dell’intervento di risoluzione". 

Sulle banche cooperative, troppe e troppo piccole, Padoan sottolinea: "Stiamo lavorando ad un decreto che approveremo in uno dei primissimi consigli dei ministri del 2016. La riforma seguirà quella delle banche popolari, che sta producendo risultati importanti in termini di irrobustimento del sistema. Dopo Ubi anche i soci di Veneto Banca hanno votato per la conversione in società per azioni e mi sembra un passaggio importante». 

"Ci ispireremo al modello di altri Paesi, quello francese è uno dei tanti. L’idea di fondo è permettere a queste banche di restare forti sul territorio ma allo stesso tempo essere in grado di costruire economie di scala e di andare in Borsa. Il decreto stabilirà dei requisiti minimi di capitale: quello sarà il discrimine per capire quanti soggetti aggregatori sarà possibile avere sul mercato".