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POLITICA

L'accusa: io e mio figlio rapiti e abbandonati, perché oggi si tratta?

Caso Greta e Vanessa, Gentiloni risponde ad Anna Bulgari: dovere dello Stato salvare gli ostaggi

Anna Bulgari - rapita nel 1983 insieme al figlio Giorgio, cui fu tagliato un orecchio - aveva accusato lo Stato di averli abbandonati e chiesto al ministro Gentiloni perché oggi sia invece intervenuto per liberare Greta e Vanessa. Risponde il ministro: ora situazione diversa, dovere dello Stato salvare gli ostaggi. 

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Anna Bulgari e il figlio Giorgio sotto sequestro
"Perché lo Stato non intervenne all'epoca per tutelare l'incolumità e la vita di suoi cittadini pacifici che non avevano preso alcun rischio, rispettosi delle regole nazionali ed internazionali e interviene oggi per tutelare soggetti avventati come le due ragazze Greta e Vanessa che non erano inquadrate in alcuna struttura umanitaria riconosciuta, spinte solo da puro senso di folle avventura e incuranti delle gravissime conseguenze del loro gesto? Attendo le motivazioni di una tale disparità di trattamento tra ostaggi di serie A e di serie B". 

Lettera di Anna Bulgari Calissoni al Ministro Paolo Gentiloni pubblicata sul Corriere della Sera

Era il 1983 quando Anna Bulgari Calissoni, oggi 88 anni, fu rapita insieme al figlio Giorgio cui, per un ritardo nel pagamento del riscatto, venne tagliato un orecchio con un coltello da cucina. All'epoca lo Stato - rappresentato da Bettino Craxi premier e da Oscar Luigi Scalfaro all'Interno - non intervenne né lo fecero i servizi segreti. E ora - 4 miliardi di riscatto e 32 anni dopo - Anna Bulgari con una lettera pubblicata sul Corriere della Sera di ieri, chiede al ministro Paolo Gentiloni come mai, invece, ora lo Stato sia intervenuto per ottenere la liberazione di Greta e Vanessa, le due giovani cooperanti rapite in Siria. 

Le accuse di Anna Bulgari: perchè lo Stato che oggi aiuta Greta e Vanessa non ha aiutato me e mio figlio?
Oggi, sempre sul quotidiano di via Solferino, Gentiloni replica alla richiesta di Anna Bulgari di sapere perchè ci sia stata una "a dir poco inaccettabile disparità di trattamento tra ostaggi di serie A (giornalisti scriteriati, sedicenti operatori umanitari, ecc...) e ostaggi di serie B (cittadini italiani sequestrati in casa propria)". Il ministro ammette: "So di non rispondere al suo angoscioso interrogativo sulle scelte del 1983 - scrive - ho provato a spiegare, per quanto possibile, quelle di oggi".

Gentiloni: siamo contro i terroristi ma dovere dello Stato salvare gli ostaggi
Nel respingere ancora una volta l'accusa alle due volontarie lombarde "di essere andata a cercarsela", Gentiloni ribadisce che l'Italia combatte i terroristi sul campo, partecipando alle missioni internazionali, ma anche cercando di salvare la vita ai connazionali "tramite il nostro servizio di intelligence". Parla di Greta e Vanessa e di altri 8 ostaggi, trattative avvenute in segreto. Non torna, invece, sul tema del riscatto nonostante Anna Bulgari si accodi all'accusa allo Stato di aver pagato l'Isis in cambio del rilascio delle giovani lombarde. 

Gentiloni: Isis diverso dall'anonima sequestri
La premessa del ministro è politica: dopo l'11 settembre il mondo è cambiato, "il terrorismo islamico non è l'anonima sequestri - il riferimento è al sospetto che il Mas, il Movimento armato sardo, fosse dietro il rapimento della Bulgari e del figlio - e ha costituito un vero e proprio parastato tra Iraq e Siria.

La lettera della figlia di Anna Bulgari
Sotto alle parole di Gentiloni, il Corriere pubblica oggi il racconto di Laura Calissoni Colnaghi, figlia di Anna Bulgari, che nel 1983 gestì la trattativa con i rapitori. Telefonate, ricerca febbrile dei soldi con la minaccia costante del blocco dei beni, fino al riscatto portato a Sarzana da due amici. "Fummo lasciati soli - scrive oggi - e da subito". E' con rabbia che la donna - all'epoca avvocato, oggi imprenditrice - ricorda i 35 giorni del sequestro e l'orrore di aprire una busta inviata dai rapitori: dentro c'era l'orecchio del fratello. 

Anna Bulgari e il figlio oggi
Anna Bulgari, rapita il 19 novembre del 1983 mentre si trovava nella sua tenuta di Aprilia, oggi ha 88 anni. Poco prima di finire nelle mani dei sequestratori aveva pensato ad uno scherzo dei dipendenti, dato che otto anni prima era stato rapito il fratello Gianni Bulgari, liberato grazie a 300 milioni sborsati sempre dalla famiglia. Invece l'aspettavano 35 giorni di orrore: sempre al freddo, all'aperto, in tenda, insieme al figlio 17enne. Ancora più terribile dell'essere in quelle condizioni, ha scritto Anna Bulgari, guardare impotente il figlio Giorgio subirle ed essere addirittura mutilato. Oggi notaio a Roma, Giorgio Calissoni, si è fatto ricostruire l'orecchio con 5 interventi negli Stati Uniti.