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MONDO

Alla Santa Sede un ministro dell'Economia

La rivoluzione del Papa, in Vaticano più trasparenza

Francesco annuncia la "Segreteria per l'economia". Sarà responsabile per il budget, la pianificazione finanziaria e le funzioni di supporto per la Santa Sede. Dovrà anche redigere un bilancio annuale. Creato anche il Consiglio dell'Economia, con esperti laici di varie nazionalità. 

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Papa Francesco
Città del Vaticano
 "Come l'amministratore fedele e prudente". Il Papa si ispira al vangelo di Luca per annunciare la sua "rivoluzione" economica nella Chiesa. Francesco ha creato un nuovo ministero economico: la segreteria dell'Economia. Sarà guidata dall'australiano Georg Pell. Il suo compito sarà di stendere "gli Statuti definitivi del Consiglio per l'Economia, della Segreteria per l'Economia e dell'ufficio del Revisore Generale". 

Più trasparenza nei conti della Chiesa
La segreteria avrà autorità su tutte le attività economiche e amministrative della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano. Dovrà preparare un budget annuale e pianificare le finanze; inoltre avrà tra le sue varie funzioni, anche quella ''di supporto, quali le risorse umane e l'approvvigionamento". La Segreteria - riferisce poi una nota Vaticana - "sarà tenuta a redigere il bilancio dettagliato della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano''.

15 esperti, anche laici
La Segreteria per l'Economia avrà poi il compito di rendere operative le direttive formulate da un Consiglio di 15 membri: otto Cardinali o Vescovi e sette esperti laici di varie nazionalità con competenze finanziarie e riconosciuta professionalità. Il Consiglio si riunirà - ha deciso ancora il Papa - periodicamente per valutare direttive e pratiche concrete, e preparare e analizzare i rapporti sulle attività economiche e amministrative della Santa Sede. 

Chi è il nuovo "ministro"
Pell ha 72 anni ed è stato arcivescovo di Melbourne dal 1996 al 2001. Per nomina di Giovanni Paolo II divenne arcivescovo di Sydney e primate d'Australia. Creato cardinale nel concistoro del 21 ottobre 2003, nel 2010 il suo nome era circolato per la successione al cardinale Giovanni Battista Re, dimissionario prefetto della Congregazione per i vescovi. Tuttavia, il cardinale australiano avrebbe chiesto a Benedetto XVI di poter restare in diocesi a causa di ombre (poi del tutto dissipate dalla magistratura locale) sul suo operato riguardo agli abusi compiuti da ecclesiastici sui minori.