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Coronavirus

Screening degli studenti italiani

Il piano scuola del Commissario Figliuolo: team militari faranno tamponi a domicilio

A disposizione 11 laboratori di biologia molecolare della Difesa in 8 regioni. Tra elementari e medie, la platea di studenti maggiormente a rischio infezione per la mancata copertura vaccinale, il 4% delle classi sono in Dad: il 2,6% del primo ciclo e l'1,4% del secondo

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Per incrementare i test ed evitare che scatti la didattica a distanza per gli studenti, saranno a disposizione 11 laboratori di biologia molecolare della Difesa in 8 regioni, in grado di processare i tamponi molecolari effettuati a domicilio da team mobili militari.

Lo annuncia il commissario per l'Emergenza, Francesco Figliuolo, sottolineando che saranno a disposizione anche due laboratori mobili dopo la richiesta di palazzo Chigi di elaborare il piano per lo screening nelle scuole. Team e laboratori sono stati messi a disposizione dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini e saranno coordinati dal Comando operativo di vertice interforze (Covi).

L'annuncio giunge dopo che la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva chiesto al generale Francesco Paolo Figliuolo di elaborare un piano di intervento di tracciamento riguardante le scuole, mirato a incrementare l'attività di verifica rapida di eventuali casi di infezione da Covid all'interno di classi e gruppi, e facilitare il proseguimento dell'attività didattica in presenza.

Il piano anti dad
Con l'aumento esponenziale dei casi tra i più giovani e il conseguente boom delle classi scolastiche in quarantena, si intensifica lo sforzo del governo per evitare il ritorno della didattica a distanza, come ormai avviene quotidianamente in ogni regione d'Italia. Un piano anti-Dad rilanciato a 24 ore dal dietrofront di palazzo Chigi sull'annuncio delle lezioni da casa con un solo positivo in classe. E, dal ministero dell'Istruzione, arrivano i primi dati ufficiali sulla situazione negli istituti italiani.

Tra elementari e medie, la platea di studenti maggiormente a rischio infezione per la mancata copertura vaccinale, il 4% delle classi sono in Dad: il 2,6% del primo ciclo e l'1,4% del secondo.

Il programma di testing, che fino a ieri sembrava traballare, viene dunque rafforzato grazie all'impiego dei laboratori di biologia molecolare dell'esercito. Le strutture, coordinate dal Comando operativo di vertice interforze, consentiranno di incrementare i test grazie anche all'impiego di due laboratori mobili che si trovano a Civitavecchia. Un sostegno concreto alle strutture sanitarie locali, come richiesto e ribadito oggi dall'Associazione Nazionale Presidi.

"Le scuole - ha detto il presidente, Antonello Giannelli - stanno facendo quello che devono, ma anche le aziende sanitarie locali devono fare la loro parte, e invece attualmente la situazione che si registra nel Paese è di insufficienza. Le Asl devono migliorare, perché non riescono a fare quello che dovrebbero, cioè i tamponi, il tracing, la comunicazione delle quarantene".

Che ci si trovi davanti ad un'impennata di casi tra i più giovani lo conferma anche la sottosegretaria all'Istruzione, Barbara Floridia, che però rassicura studenti e genitori. "La situazione e sotto controllo", spiega, diffondendo i primi dati sulle classi in quarantena, aggiornati al 20 novembre.

"Sono in Dad il 2,6% delle classi del primo ciclo e l'1,4% del secondo", annuncia ribadendo che "la scuola in presenza è prioritaria" per tutto il governo. A fare la differenza, stando ai numeri, è la copertura vaccinale e, proprio per questo, anche i presidi rilanciano l'appello alla responsabilità. "L'invito che facciamo è di vaccinare i ragazzi dai 12 anni e, dopo l'atteso ok dell'Aifa per le dosi ai più piccoli, anche i bambini dai 5 agli 11 anni", dice il presidente dell'Anp di Roma, Mario Rusconi, evidenziando come il 60-70% delle classi che si trovano in Dad sono proprio delle elementari.

Quasi completamente vaccinato è, invece, il personale scolastico, con il 95% dei docenti che sono immunizzati. Caso particolare è, invece, quello del Friuli-Venezia Giulia dove l'alto numero di prof non vaccinati rischia di compromettere il prosieguo delle lezioni nei prossimi mesi. "In alcuni istituti - è l'allarme dei presidi locali - si raggiungono punte di professori no vax fino a oltre il 10%, dal 15 dicembre in poi, quando scatterà l'obbligo, la vera emergenza potrebbe essere quella di non trovare supplenti, quindi di non poter garantire il diritto allo studio per mancanza di personale".