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POLITICA

Il premier rassicura i dipendenti pubblici: non ci saranno licenziamenti

La riforma della Pubblica Amministrazione arriva in Cdm. Un pin per ogni cittadino

Nel Cdm non ci sarà nessun decreto, solo la "presentazione dei contenuti", ha spiegato Renzi

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La riforma della Pubblica Amministrazione approda in consiglio dei ministri, ma senza alcun decreto. Nell'ultimo giorno utile di aprile, cercando di rispettare la tabella di marcia dettata da Matteo Renzi, il governo non varerà le nuove norme, destinate a confluire in due provvedimenti distinti nelle prossime settimane (giorni fa si era parlato del cosiddetto "Sforbicia-Italia"), ma comunque le presenterà.

Identità digitale
Ancora una volta una delle idee di base è quella di rendere la p.a. più accessibile e semplice, trasparente e a portata di tutti. Ogni cittadino verrà quindi innanzitutto dotato di una "identità digitale", ha detto Renzi nella registrazione della puntata di Porta a Porta. Il che vuol dire, ha spiegato il presidente del Consiglio, "dare a tutti un pin" che permetterà l'accesso ai servizi pubblici, senza più code per un certificato o per pagare le bollette.

 "Non si parla di esuberi"
Il mare magnum della Pubblica Amministrazione implica però anche ben altro ed è per questo da sempre uno dei terreni più spinosi per i governi. Renzi ha chiarito ancora una volta che nella riforma di esuberi non si parlerà, soprattutto degli 85.000 indicati in un primo momento da Carlo Cottarelli. I "poveri dipendenti", l'ha chiamati il presidente del Consiglio, non saranno toccati: "nessuno verrà licenziato perché il governo ha da tagliare", ha assicurato il premier presentando di fatto in anticipo i punti salienti della riforma direttamente ai cittadini, approfittando del salotto televisivo di Porta a Porta.

Dirigenti sotto la lente
I dirigenti "che fanno i furbi invece vanno beccati". Ancora una volta la lente si concentrerà dunque sulla parte alta della p.a., come già fatto imponendo un tetto agli stipendi dei manager. "Servono dirigenti che facciano i dirigenti, non è possibile poi che il premio di produzione aumenti con l'indennità e a prescindere dai risultati e dalla situazione del paese", ha detto ancora Renzi, lasciando intendere che i premi saranno variabili e commisurati alle performance. Per loro ci sarà anche una specie di contratto a tempo determinato, i cui dettagli saranno svelati però più in là.   Più in generale, l'obiettivo è "beccare i fannulloni e farli smettere" di stare con le mani in mano e valorizzare "i tanti non fannulloni" dandogli un premio, incentivandone gli scatti di carriera e magari anche lo stipendio. L'intento non è quello di tagliare o ridurre ma di far lavorare tutti di più.

Dirigenti licenziabili, ridotto spazio sospensiva dei Tar 
"Molte misure faranno discutere, dalla giustizia amministrativa alla licenziabilità dei dirigenti", ha spiegato Renzi. Per esempio, la riforma "cambierà il meccanismo della sospensiva" davanti ai Tar. "Io non discuto del fatto che dobbiamo avere una grandissima attenzione alla legalità nelle gare. Ma la premessa per garantirla è la semplicità delle norme. Noi abbiamo messo una norma di riduzione dello spazio della sospensiva", ha aggiunto il premier .

 Le municipalizzate. "Privattizzarle può essere la soluzione"
In uno dei due provvedimenti un'attenzione particolare potrebbe infine essere dedicata alla municipalizzate, quelle che il governo vuole portare da 8.000 a 1.000. "Ai Comuni che si comportano in modo poco serio gli chiudi il rubinetto, perché non vale che uno virtuoso deve pagare anche per quello spendaccione. Privatizzare le municipalizzate? Può essere una soluzione, a Firenze l'ho fatto", ha rivendicato il premier.

Staffetta generazionale, ma no all'uso improprio dei prepensionamenti 
La legge delega dovrebbe riguardare ancora misure strutturali sulla dirigenza, con il ritorno del 'ruolo unico', istituito da Bassanini e una maggiore mobilità dei dirigenti che potrebbero passare da un'amministrazione all'altra. Non solo, il ddl dovrebbe contenere la cosiddetta "staffetta generazionale" di cui il ministro per la Funzione pubblica, Marianna Madia, ha parlato sin dal suo insediamento a palazzo Vidoni.      

 Madia ha lanciato un primo messaggio chiaro alle amministrazioni con una circolare per evitare un uso improprio dei prepensionamenti che devono consentire risparmi. Il ministro precisa che il prepensionamento non può essere "in nessun caso utilizzato come strumento per eludere il regime pensionistico introdotto dal Salva Italia". Nella circolare si fa riferimento ai vincoli imposti dalla spending review del 2012.      

Innanzitutto, "le amministrazioni che dichiarano eccedenza di personale non possono ripristinare i posti soppressi nella dotazione organica" in quanto dalla riduzione dell'organico "deve scaturire una riduzione della spesa di personale". Inoltre, nella circolare si afferma che "non sono consentite assunzioni, ne' vincitori di concorso ne' di idonei, finchè non è riassorbito il personale eccedentario nelle aree/categorie nelle quali è dichiarata l'eccedenza e non si sono create ulteriori vacanze in relazione al pensionamento ordinario".