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MONDO

Nuovi scontri nella notte tra manifestanti e polizia

La battaglia di Kiev. Ucciso un poliziotto

Il ministero dell'Interno ucraino accusa gli insorti di aver "ferito e rapito" tre poliziotti nella capitale. I dimostranti ribattono: è una "provocazione" del governo per far salire la tensione. Proteste per la condanna di una quindicina di manifestanti 

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Ucraina, scontri a Kiev tra polizia e manifestanti
Kiev
Kiev a ferro e fuoco. Sembra un campo di battaglia via Grushevski, la strada del centro della capitale ucraina che porta ai palazzi del potere. Nella notte poliziotti e manifestanti antigovernativi sono tornati ad affrontarsi davanti allo stadio della Dinamo Kiev rompendo una fragile tregua che era iniziata la mattina del 23 gennaio.

Un poliziotto ucraino di 27 anni è stato ucciso nella notte a Kiev mentre tornava in un dormitorio delle forze speciali 'Berkut' dopo aver finito il suo turno di lavoro. Lo sostiene il ministero dell'Interno ucraino. Il giovane è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco in testa.

Il ministero dell'Interno ucraino accusa gli insorti di aver "ferito e rapito" tre poliziotti. Secondo il ministero, uno dei tre è ricoverato dopo essere stato accoltellato, mentre degli altri due non si hanno notizie. La Resistenza del partito 'Patria' "nega categoricamente": è una "provocazione" del governo per far salire la tensione.

"I tentativi pacifici sono vani"
Il ministro dell'Interno ucraino, Vitaliy Zakharchenko, ha accusato i manifestanti pro-europeisti di "accumulare armi" in due delle loro basi a Kiev, la sede dei sindacati e il quartier generale dell'amministrazione municipale, che hanno occupato nei giorni scorsi. Inoltre, ha sottolineato, continuano a lanciare bottiglie incendiarie contro gli agenti anti-sommossa malgrado i colloqui in corso tra le autorità e le forze di opposizione: tutto questo, ha ammonito Zakharchenko, non può che far degenerare la situazione.

"Gli ultimi sviluppi in Ucraina hanno dimostrato come i nostri tentativi di risolvere in maniera pacifica il conflitto, senza ricorrere al confronto e alla forza, siano stati vani, e quanto rimangano futili", ha osservato. "I nostri appelli non sono stati presi in considerazione, ed è stata violata la tregua", almeno teoricamente in vigore dall'altroieri.

Timida apertura ai manifestanti di Yanukovich
Non è servita, dunque, la timida apertura del presidente ucraino Viktor Yanukovich, che nel pomeriggio di ieri, dopo un incontro con il commissario Ue all'Allargamento Stefan Fule, ha annunciato che presto potrebbe esserci un rimpasto di governo e che saranno modificate le "liberticide" leggi anti-protesta che hanno suscitato le recenti violenze.

Gli scontri sono ripresi nel cuore della notte. I dimostranti hanno incendiato una barriera di pneumatici, creando una cortina di fuoco e fumo fra loro e i poliziotti. Gli agenti hanno usato un cannone ad acqua per cercare di spegnere le fiamme e - secondo alcuni manifestanti - sparato dei proiettili di gomma.

Due mesi di carcere a 15 manifestanti, opposizioni infuriate
Le forze di opposizione si sono infuriate dopo la condanna a due mesi di carcere a una quindicina di manifestanti pro-europeisti arrestati durante i disordini dei giorni scorsi. La pena è stata inflitta di Obolon, sobborgo settentrionale di Kiev, : tra i condannati anche un uomo di 72 anni, accusato di aver aggredito un agente delle forze speciali anti-sommossa. "Assurdo", è stato il commento di uno dei leader dissidenti, l'ex campione del mondo di pugilato Vitaly Klitschko che guida l'Udar, l'Alleanza Democratica Ucraina per le Riforme. "Questa e' una dimostrazione di come Viktor Yanukovich intenda mantenere la promessa di lasciar andare i dimostranti finiti in carcere", denuncia in una nota il suo partito, a proposito dell'impegno a varare un'amnistia che il presidente filo-russo avrebbe assunto nel corso dei colloqui dell'altroieri sera.

Barricate, molotov e fuochi d'artificio
Gli insorti in questi due giorni di tregua hanno innalzato almeno tre linee di barricate alte anche tre metri usando pietre divelte dal selciato e pneumatici, ma soprattutto sacchi bianchi pieni di neve ghiacciata, e non sembrano intenzionati a mollare. Da dietro le barricate sono stati lanciati contro gli agenti molotov e fuochi d'artificio, colorati e festosi, ma sicuramente non innocui, mentre alcuni di loro incitavano i compagni battendo ritmicamente sui pali della luce o su dei barili di petrolio vuoti con delle mazze.

Occupato un ministero e 7 consigli regionali
Ieri sono arrivati in 1500 e hanno occupato il consiglio regionale di Ivano-Frankivsk, nell'ovest dell'Ucraina. Sette i palazzi del potere locale in mano ai manifestanti anti-governativi, tutti nelle regioni occidentali e centrali del Paese, oltre alla sede del ministero dell'Agricoltura. E persino all'interno dei reparti speciali delle forze dell'ordine. Secondo quanto riporta l'agenzia Interfax alcuni agenti del Berkut (le teste di cuoio) si sarebbero dimessi dopo la morte di alcuni manifestanti e la violenza delle forze dell'ordine.

Un altro manifesante antigovernativo scomparso
Dmitro Bulatov, 35 anni, uno dei dirigenti di AutoMaidan - il movimento che organizza cortei pacifici in macchina per protestare contro Yanukovich - è scomparso. Non ci sono sue notizie il che fa temere che si tratti di un sequestro. Un espisodio inquuetantie a pochi giorni dal rapimento in un ospedale di Kiev di altri due arrivisti dell'opposizione. Entrambi feriti sono stati prelevati da un commando armato. Uno dei due, Igor Lutsenko, è riuscito a sopravvivere mentre  Iuri Verbitsky è stato ritrovato cadavere in un bosco. Ai suoi funerali, venerdì, hanno partecipato oltre 10 mila persone.