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MONDO

Verso Protocollo Turchia-Russia per coordinare voli su zone conflitto

Siria: nessun accordo su tregua, nuovi bombardamenti su Aleppo

La tregua era stata rotta lunedì dopo che un convoglio umanitario delle Nazioni Unite era stato centrato da alcune bombe sganciate secondo gli Usa daì Russi, provocando la morte di almeno 20 persone. L'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha parlato di una riunione "lunga, dolorosa e deludente"

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Resta ancora una speranza. Nuovo incontro oggi tra il segretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov per discutere della cessazione delle ostilità in Siria. "Abbiamo scambiato idee con i russi e abbiamo intenzione di consultarci su quelle idee" ha detto il segretario di stato americano John Kerry. E ha aggiunto: "La domanda ora è se resta qualche reale possibilità di andare avanti, perchè è chiaro che non possiamo più continuare sulla stessa strada a lungo".

Si sapeva che non sarebbe stato facile arrivare a un nuovo accorso sul cessate il fuoco. E infatti ieri la riunione a New York del gruppo di sostegno sulla Siria guidato da Stati Uniti e Russia si è conclusa con un nulla di fatto. Le due parti non sono riuscite a trovare un accordo, dopo che lunedì la tregua era stata rotta dal bombardamento di un convoglio umanitario delle Nazioni Unite, che ha ucciso almeno 20 persone. L'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha parlato di una riunione "lunga, dolorosa e deludente".

Il segretario di Stato, John Kerry, invece ha puntato il dito contro Mosca. "Ci sarà una tregua solo se la Russia sarà seria", ha detto ai reporter uscendo dalla riunione. Di certo tra le due parti è fondamentale chiarire le posizioni sul bombardamento del convoglio Onu. Gli Stati Uniti sin dall'inizio hanno dato la colpa alla Russia. Il Cremlino si è da sempre tirato fuori, sostenendo che nell'area del bombardamento, nella provincia di Aleppo, ci fossero alcuni droni americani Predator in volo.

Il ministro degli esteri russo, Sergey Lavrov, ha lasciato la riunione di fretta. "Non è successo niente", ha detto allontanandosi, ricordando che "è fondamentale una soluzione politica", ma che allo stesso tempo non è possibile concedere spazio a Isis e al fronte al Nusra a causa della assenza di un cessate il fuoco. In pratica Lavrov sostiene che la Russia e il regime di Bashar al Assad si siano impegnati per rispettare la tregua, mentre alcuni gruppi di ribelli sostenuti dall'America non abbiano fatto altrettanto.

Kerry ha dal canto suo ricordato che sono la Siria e la Russia a non fare la loro parte. Alla riunione di ieri l'America - con il sostegno anche dell'Italia - ha chiesto a Mosca di impegnarsi per mantenere a terra gli aerei e gli elicotteri per qualche giorno, creando le basi per ricominciare un cessate il fuoco duraturo. Proposta evidentemente scartata dal Cremlino.

Intanto dalla Siria arrivano ulteriori notizie drammatiche. Assad infatti ha ordinato un nuovo attacco ad Aleppo, per "combattere i terroristi che si trovano nell'area", si legge in una nota pubblicata dall'agenzia di stato Sana. Sempre ieri il presidente americano, Barack Obama, in una intervista rilasciata alla storica Doris Kearns Goodwin e pubblicata su Vanity Fair ha detto che la guerra in Siria "lo perseguita". E il New York Times in un articolo uscito oggi sulla versione cartacea fa notare come Obama nel suo discorso alle Nazioni Unite di martedì (l'ultimo, quello del testamento finale), ha parlato di Siria a stento, segno del fatto che non è riuscito a raggiungere l'obiettivo sperato, quando ormai mancano pochi mesi alla fine della sua presidenza.

Verso Protocollo Turchia-Russia per coordinare voli su zone conflitto 
La Turchia e la Russia lavorano a un protocollo per il coordinamento dei voli dei loro aerei militari sui cieli della Siria, con l'obiettivo di prevenire incidenti come l'abbattimento di un jet russo da parte delle forze di Ankara lo scorso 24 novembre. Lo scrive il quotidiano Hurriyet, che cita una fonte militare turca.

Le due parti hanno intanto concordato un 'gentlemen's agreement' finalizzato a evitare che i jet di ciascuna parte entrino in zone in cui l'altra parte è impegnata in operazioni militari. La decisione di stabilire questo meccanismo di coordinamento è stata presa lo scorso 15 settembre, durante un colloquio ad Ankara tra il capo di Stato Maggiore russo, Valery Gerasimov, e quello turco, Hulusi Akar.

I due generali hanno approvato in quell'occasione la creazione di una 'hotline' tra le rispettive forze aree, finalizzata a prevenire nuovi incidenti. "I lavori per finalizzare il protocollo - ha affermato la fonte di Hurriyet - proseguono ai massimi livelli" L'obiettivo di sottoscrivere l'accordo si è fatto impellente da quando, lo scorso 24 agosto, la Turchia ha lanciato un'operazione di terra nel nord della Siria, nei pressi del suo confine, che coinvolge anche l'aviazione.

Mentre i colloqui sul protocollo proseguono, Mosca e Ankara hanno già stretto un 'gentlemen's agreement' in base al quale i turchi hanno fornito ai russi le coordinate dell'area in cui operano e in cui volano i loro jet. "La nostra comunicazione con la Russia - ha detto la fonte - funziona perfettamente".

Sulla base dell'intesa, i russi, sempre secondo la fonte, stanno agendo con molta cautela per evitare violazioni dello spazio aereo turco e forniscono regolarmente informazioni sui suoi voli nei pressi del confine e in particolare nei pressi della provincia turca di Hatay.