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MONDO

"Probabile stanziamento di maggiori risorse per sicurezza in legge stabilità"

Terrorismo. Gentiloni: "Non siamo in guerra ma nessun paese è immune"

Dire agli italiani "siamo in guerra lo considererei un errore, un messaggio sbagliato, esagerato. Noi combattiamo il terrorismo, ci attaccano e noi li combattiamo"

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In materia di sicurezza, gli italiani "possono sentirsi garantiti" che il governo sta "reagendo al massimo", ma non possono "sentirsi immuni" dalla minaccia del terrorismo. Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ospite di #Corrierelive. "I cittadini possono sentirsi garantiti che stiamo reagendo al massimo, sul fatto che abbiamo una professionalità perchè ne abbiamo passate tante in questi anni", ha spiegato il titolare della Farnesina, "Questo non significa che i cittadini italiani possano sentirsi immuni, perchè non c'è un Paese immune da questa strategia".

Maggiori risorse per la sicurezza
Gentiloni ha definito "probabile" uno stanziamento di maggiori risorse per la sicurezza nella legge di stabilità. "Al di là della dinamica parlamentare", ha sottolineato, "è chiaro che abbiamo tutti i nostri apparati di sicurezza sottoposti a una pressione che ha bisogno di essere sostenuta. Poi tutti ci auguriamo che pur non essendo immune, l'Italia continui a essere Paese che non subisce attacchi di questo genere e che gradualmente la situazione vada stabilizzandosi. Ma oggi siamo a un livello di allerta tale che richiede anche risorse"

Stare attenti il doppio
"Gli italiani fanno bene a stare attenti il doppio", ha aggiunto il ministro commentando i falsi allarmi di questi giorni, "Purtroppo questo provoca anche disagi, penso ai concerti oppure alle metropolitane che si fermano. D'altra parte come fanno le forze di sicurezza a non reagire di fronte a degli allarmi che siano minimamente fondati, in un clima come questo? Io penso che sia assolutamente comprensibile e l'invito alla precauzione è normale".

Situazione di sicurezza eccezionale
"Poi è chiaro che noi abbiamo un brividio in più, inutile nascondercelo", ha ammesso il capo della diplomazia italiana, "Siamo veramente in una situazione di sicurezza eccezionale, tuttavia un po' c'è la paura che diffondono le immagini nel mondo, un po' c'è questa cosa inedita di criminali disposti a farsi uccidere per uccidere altre persone. Noi nelle metropoli occidentali non siamo abituati a questa logica e lì le telecamere non bastano. I nostri apparati di sicurezza sono costruiti per individuare i colpevoli di questo o quel reato: ma quando sei di fronte al terrorismo fondamentalista islamista che pensa che facendosi esplodere va in paradiso, è chiaro che la nostra videosorveglianza" è meno efficace. "Credo", ha concluso Gentiloni, "che il governo abbia come compito promuovere e rafforzare la sicurezza, non certo quello di diffondere paura. Sicurezza, serietà e poche polemiche politiche. Una componente della sicurezza, lo dicono sempre poliziotti e carabinieri, è anche la partecipazione sociale, perchè tu non avrai mai la capacità di tutelare tutti i cinema, i supermercati, i ristoranti."

Maro, "Chiederemo rientro di Girone prima di Natale"
"Prima di Natale chiederemo al Tribunale Speciale Internazionale le misure provvisorie che consentano anche a Salvatore Girone di tornare in Italia", ha detto il ministro degli Esteri, definendo quella dei maro' una "ferita aperta". Gentiloni ha aggiunto che "nel corso del percorso dell'arbitrato, che può durare due e tre anni, vogliamo che i due fucilieri possano restare in Italia". "Lo chiederemo al tribunale ad hoc e pensiamo di avere buoni argomenti", ha spiegato, "dopodiche i tribunali internazionali prendono delle decisioni". 

Nessuno pensa inviare migliaia di truppe in Siria
"Nessuno pensa oggi di inviare migliaia di truppe" in Siria, "penso che America, Russia, Francia, Italia non siano interessati a fare operazioni di questo genere",  ha detto il ministro degli Esteri, ricordando che dopo gli Usa l'Italia è probabilmente il paese più impegnato militarmente in Iraq.