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Coronavirus

I token fisici

Fase due, ricercatori propongono più soluzioni per il 'contact tracing'

L'invito a prendere in considerazione soluzioni basate su token arriva da organizzazioni di ricerca europea. Costo contenuto (circa 5 euro), acquistabile in un supermercato, di facile utilizzo, per esempio, da parte degli anziani

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Un possibile scenario di  soluzioni innovative per il contact tracing è quello basato sui token, o 'gettone', piccolo dispositivo colorato delle dimensioni di una scatola di fiammiferi.
 
Si tratta di una tecnologia che conosciamo bene, utilizzata, ad esempio, nei sistemi anti-taccheggio dei negozi. Anche nella logistica sono stati ampiamente sperimentati sistemi di tracciamento tramite token.
 
A sostenere questa scelta è Eit Digital – organizzazione con sede a Bruxelles che fa parte dell'Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia, per l'integrazione di istruzione, ricerca e imprese.

E che lancia un invito a operatori del settore e decisori politici a unire gli sforzi per sviluppare un sistema per il tracciamento anonimo dei contatti utilizzando i token fisici. "Data l'importanza del sistema di tracciamento dei contatti nella lotta contro il Covid-19, è saggio esplorare in parallelo diversi tipi di tecnologie per aumentare le possibilità di una loro effettiva implementazione", afferma il Ceo Willem Jonker. 

Accessibilità e costi
Il token fisico, spiega l’ente di ricerca,  non è collegato a internet o a gps, anche se non è una soluzione perfetta - e a giudicare dalle analisi degli esperti, nessuna lo è - ma sarebbe poco invasiva dal punto di vista della privacy. Inoltre, possono avere tecnologie di prossimità più precise di quelle degli smartphone come UltraWideBand invece del Bluetooth. La portabilità e il costo contenuto (circa 5 euro a scendere), acquistabile in un supermercato, lo renderebbe accessibile e di facile utilizzo, per esempio, da parte degli anziani.

Semaforo verde, giallo, rosso 
Il token potrebbe essere dotato di un'interfaccia semplice e intuitiva, simile a un semaforo, che sarebbe visibile solo su richiesta e indicherebbe se il proprietario è stato in contatto con una persona contagiata (luce gialla) e quindi dovrebbe fare un test oppure è risultato infetto, come stabilito da un test (luce rossa), o non ha alcun indizio di infezione o contatto con contagiati (luce verde).
 
Ogni dispositivo avrebbe un unico numero di serie salvato in loco, uno spazio di memorizzazione per registrare i contatti di prossimità con altre persone- ovviamente dotate di token - durante un certo periodo di tempo e la possibilità di ricevere ed elaborare informazioni ricevute sui token appartenenti a persone risultate infette. Dovrebbero essere acquistati in modo anonimo nella grande distribuzione.
 
I codici degli utenti risultati positivi verrebbero memorizzati in un registro di sistema - in modo centralizzato o meno non viene specificato nella proposta -  e l’elenco degli identificativi dei token, a intervalli regolari, sarebbe trasmesso. A quel punto ogni token  può confrontare questo elenco con quello dei contatti che ha memorizzato. Nel caso venisse trovata una corrispondenza, l'indicatore di stato passerebbe da verde a giallo e l’utente sarebbe invitato a fare il test.