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MONDO

Guerra fredda della diplomazia

Ucraina, la Nato chiede il dialogo. La Russia: "Basta provocazioni"

Gli Stati Uniti si appellano "alle nazioni" e chiedono il rispetto della sovranità ucraina, evitando "azioni provocatorie". Dalla Russia arriva la risposta a stretto giro: "Evitare dichiarazioni provocatorie". Intanto il Fmi si dice "pronto agli aiuti"

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Un'immagine di Yulia Tymoshenko
di Emma Farnè
Nel giorno del blitz nel parlamento di Crimea, la Nato chiede di evitare "azioni provocatorie e di ritornare sul sentiero del dialogo". Anders Fogh Rasmussen, segretario dell'Alleanza Atlantica non è l'unico, dall'Occidente, a chiedere di evitare "provocazioni". Ne parla anche Chuck Hagel, segretario Usa alla Difesa: "La Russia sia trasparente sulla esercitazioni militari al confine ucraino e non compia azioni che potrebbero essere interpretate male", dice Hagel. Così, la Russia non ci sta. E risponde, per bocca del suo ministro degli Esteri: "L'Occidente eviti dichiarazioni provocatorie". 

L'Ucraina nella Nato e la reazione russa
Serghej Lavrov, ministro degli Esteri russo è chiaro. "Se la Nato comincia a parlare della situazione in Ucraina, manda un segnale sbagliato. Si riteneva che Rasmussen (il segretario Nato, ndr) fosse pronto a dire che la membership Nato in Ucraina non è la maggiore priorità per i leader di Kiev. Vuol dire che la membership è ancora una priorità, anche se non la prima priorità?", dice Lavrov. "Questo modo di fare è di nuovo quello di qualcuno che vuole decidere per il popolo ucraino". 

Le mosse russe
Intanto da Mosca Putin ha chiesto a 150mila soldati di tenersi pronti per eventuali mosse in Ucraina. Ha anche allertato alcuni caccia. Da Bruxelles invece, sia la Nato sia gli Stati Uniti chiedono il rispetto della sovranità ucraina. Dal punto di vista economico invece, Mosca ha offerto agli imprenditori di valutare la partecipazione a una serie di progetti di investimento in Crimea, come scrive il quotidiano Kommersant, in un articolo titolato "Mosca ha offerto un prezzo per la Crimea". 

Le mosse dell'Occidente
Sull'Ucraina non sono intervenuti solo Hagel e Rasmussen. Anche il segretario di Stato americano John Kerry ha detto: "Sarebbe un grave errore" intervenire militarmente in Ucraina. L'intervento è economico: proprio Kerry ha detto che è in discussione un miliardo di dollari in garanzie per prestiti e altri tipi di fondi per l'Ucraina. Un'offerta che arriva nello stesso giorno di quella del Fondo Monetario Internazionale: "L'Ucraina ha chiesto aiuto al Fondo Monetario Internazionale", ha detto Christine Lagarde, "'Siamo pronti a rispondere''.