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ECONOMIA

Ci sarebbe allo studio un 'patto' tra la Commissione e i paesi in difficoltà

L'Ue apre alla flessibilità, una manovra più leggera in cambio delle riforme

Lo riferisce il quotidiano La Repubblica. Si tratta con Bruxelles per rallentare il ritmo di riduzione del deficit. L'Italia potrebbe risparmiare 5 miliardi

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La Commissione europea
Flessibilità in cambio di riforme. Un grande patto tra la Commissione Ue e l'Italia per uscire dalla crisi. Di questo parla l'edizione di oggi di Repubblica. Un patto per alleggerire il Fiscal compact e che permetterebbe all'Italia di essere sollevata dall'obbligo di ridurre il rapporto deficit/Pil dall'1,8% (obiettivo fissato nell'ultimo Documento di Economia e di finanza, ndr) al 2,2% o al 2,4%. Potrebbe rallentarsi così il ritmo di miglioramento annuo dei saldi di bilancio previsto dal Fiscal compact: sarebbe dimezzato dallo 0,5 allo 0,25%. L'Italia potrebbe risparmiare così quasi 5 miliardi sulla prossima manovra, che passerebbe da 20 a 15 miliardi.

La mossa, quindi, ufficializzerebbe l'esclusione di una manovra correttiva a settembre (come ribadito più volte da Padoan e dallo stesso premier Renzi, ndr) e una legge di stabilità per l'anno prossimo un po' più leggera rispetto a quanto previsto. Un alleggerimento che non andrebbe bene solo all'Italia, ma anche ad altri Paesi europei come la Francia che ha annunciato di superare nuovamente la soglia del 4% nel rapporto deficit/Pil. L'emergenza ormai riguarda infatti tutta l'Europa. Anche la Germania, la locomotiva di Eurolandia, sta perdendo colpi. I dati di pochi giorni fa sul Pil in contrazione dello 0,2% nel secondo trimestre parlano chiaro: per Berlino si tratta della prima, grande battuta d'arresto dal 2012 e i dati sono andati peggio del previsto. Crescita zero per la Francia nello stesso periodo mentre l'Italia, lo sappiamo già da alcuni giorni, è tornata tecnicamente in recessione. Naturalmente non c'è ancora niente di definitivo. La trattativa è in corso e solo ad agosto si saprà qualcosa in più quando si terrà un Consiglio europeo straordinario che dovrà anche decidere sulle nomine Ue. 

Gli obblighi del Fiscal compact 
Ma cerchiamo di capire quali sono gli obblighi del Fiscal compact che ingesserebbero così tanto la crescita e la ripartenza delle economie europee. Prima di tutto il patto fissa l'obbligo per i Paesi il cui debito supera il 60% del Pil di convergere verso l'obiettivo di pareggio di bilancio con un miglioramento annuale pari allo 0,5%. Con il 'nuovo grande patto' il parametro verrebbe spostato allo 0,25%. Il risparmio per il nostro Paese sarebbe così di 4 o 5 miliardi. Ma c'è di più: la soluzione, ovviamente, riguarderebbe tutti i Paesi europei con un rapporto debito/Pil importante. E questo permetterebbe al governo Renzi di affrontare il 2015 con maggiore serenità. La prossima manovra,che sarà improntata nell'ottica della spending review, si attesterebbe intorno ai 15 miliardi, quasi cinque miliardi in meno di quelli previsti.

Naturalmente alla flessbilità maggiore c'è una contropartita. Vanno fatte le riforme economiche: di qui non si scappa. Come quelle del mercato del lavoro, la competitività delle imprese e la capacità di attrarre investimenti stranieri. Staremo a vedere: l'unica cosa certa, al momento, è che tutta l'Europa è in crisi. "Il problema non è solo nostro - ha detto Renzi riferendosi velatamente alla Germania - è di tutti, non solo noi andiamo male".