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MONDO

L'amico fidato del presidente rivede la sua testimonianza

Usa, impeachment: Sondland cambia versione e inguaia Trump

L'indagine della Camera dei rappresentanti è focalizzata su una telefonata in cui il presidente Usa avrebbe chiesto al leader ucraino Zelensky di indagare sull'ex vicepresidente Joe Biden e figlio

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Uno dei testimoni chiave nell'inchiesta sull'impeachment di Donald Trump ha rivisto la sua testimonianza, ammettendo di fatto che l'aiuto americano all'Ucraina era condizionato all'apertura di una inchiesta contro il figlio di Joe Biden.

A rivedere ieri la sua testimonianza, resa inizialmente il 17 ottobre, è stato l'ambasciatore americano presso l'Ue, Gordon Sondland. A quanto scrive il sito The Hill, nella sua nuova versione Sondland ha detto di ricordarsi un incontro il primo settembre con Andiy Yermak, uno stretto collaboratore del presidente ucraino Zelensky, nel quale precisò che gli aiuti all'Ucraina dipendevano dall'apertura di indagini contro il figlio di uno dei principali avversari politici di Trump.

"Dopo un incontro più ampio, ricordo di aver parlato individualmente con Mr. Yermak e di aver detto che la ripresa dell'aiuto americano non sarebbe avvenuta fino a quando non fosse stata fatta la dichiarazione pubblica anti corruzione di cui discutevamo da settimane", ha detto Sondland.

Impeachment
L'indagine della Camera dei rappresentanti è focalizzata su una telefonata del 25 luglio in cui il presidente Donald Trump avrebbe chiesto al presidente ucraino Zelensky di indagare sull'ex vicepresidente Joe Biden e su suo figlio Hunter. Hunter Biden era nel consiglio di amministrazione di una compagnia di gas ucraina che era stata indagata per corruzione. Trump aveva congelato quasi 400 milioni di dollari in aiuti militari statunitensi in Ucraina poco prima di parlare con Zelensky,  per poter fare pressioni e ottenere un tornaconto personale. Sondland inizialmente aveva negato la conoscenza di qualsiasi collegamento tra l'aiuto bloccato e la richiesta di Trump affinché l'Ucraina indagasse sui Biden. Trump ha negato qualsiasi illecito e ha accusato i democratici di averlo preso di mira ingiustamente nella speranza di impedire la sua vittoria nelle elezioni presidenziali.

Casa Bianca: impeachment farsa, meno prove di prima
"Entrambe le trascrizioni diffuse oggi mostrano che per questo illegittimo impeachment farsa ci sono ancora meno prove di quanto si pensasse prima": così la Casa Bianca in una nota dopo la divulgazione delle testimonianze dell'inviato Usa in Ucraina Kurt Volker e dell'ambasciatore americano alla Ue Gordon Sondland. "Nessuna quantità di titoli osceni da parte di media faziosi, volti chiaramente a influenzare la narrativa, cambia il fatto che il presidente non ha fatto nulla di male", prosegue.

"L'ambasciatore Sondland - si legge nella nota - dichiara onestamente che 'non sapeva (e ancora non sa) quando, chi o da chi gli aiuti furono sospesi'. Egli ha detto anche che 'presumeva' che ci fosse un legame con gli aiuti ma non è in grado di identificare alcuna solida fonte per questa assunzione. Al contrario, la testimonianza di Volker conferma che non poteva esserci un do ut des perché gli ucraini non sapevano che gli aiuti militari erano bloccati in quel momento".

Capo staff Casa Bianca convocato venerdì
Intanto, il capo ad interim dello staff presidenziale, Mike Mulvaney, è stato chiamato a testimoniare al Congresso nell'indagine di impeachment per venerdì prossimo. E' il più alto responsabile della Casa Bianca a ricevere una tale convocazione. Non è chiaro se Mulvaney si presenterà a deporre. Diversi alti funzionari convocati per ieri e oggi non si sono presentati, rifacendosi all'ordine di Trump di non collaborare all'indagine in quanto "illegittima".